Capitolo 2

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Il mattino seguente Iris era prontissima per il suo ultimo esame, finalmente, non vedeva l'ora di abbracciare la sua famiglia e le sue amiche e potersi finalmente dedicare a se stessa e ai suoi hobby.

L'esame si era concluso e come di prassi il suo solito 30 e lode non gliel'ha tolto nessuno. Con la soddisfazione in tasca e la sua mente libera da ogni sforzo, corre verso la stazione a prendere il treno che la porterà finalmente a casa ad abbracciare i suoi e le sue amiche.

Arriva in stazione e il suo treno è già sul binario, cerca la carrozza numero 7, sale, ora cerca il suo posto 15. Conta 1,3,4..6...7..10..13,14, fa per contare il suo posto e si accorge che è già occupato da un ragazzo. Era un tipo molto affascinante, aveva i capelli neri mossi, una bocca rosa e carnosa, ciglia lunghe e folte. Le sue labbra si muovevano canticchiando un motivetto che probabilmente stava ascoltando negli auricolari. Lei allunga la mano per attirare la sua attenzione, lui si volta toglie un auricolare dell'orecchio e lei nota i suoi occhi di un blu profondo come il mare, la sua IO interiore non potè far altro che un respiro sognante.
"Ciao, scusa questo è il mio posto" "Ciao biondina, ah! scusa, non avevo voglia di cercare il mio e ho preso il primo che capitava" fa un sorrisetto "Si be, ora sai che è occupato, ora potresti lasciarmelo?" "Senti, te lo lascerei, biondina, ma non ho voglia di ricarcarmi il borsone in spalla per un altro posto. Prendi il mio così siamo pari" "No che non prendo il tuo posto, ho prenotato questo e non ho voglia di avere problemi con il controllore. Mi dispiace se ti reco disturbo, ma la prossima volta vedi di andare al tuo posto" il ragazzo sbuffa "Mamma mia, come sei precisina, scendi un po' dal tuo piedistallo bambolina" Iris rimane senza parole, irritata dal comportamento straffottente di questo bell'imbusto.

Il ragazzo controvoglia, si alza prende il borsone, mentre compie il gesto, la sua maglietta si solleva e Iris viene catturata dalla muscolatura addominale, e senza che se ne accorgesse tira su sospiro beatitudine. Lui ovviamente lo nota, fece un sorrisetto amicante, le si avvicina all'orecchio "Ti eccita guardami? anche tu non sei niente male, se vuoi possiamo vederci per fare un po' di amicizia" le fece un occhiolino.

Lei rimase a bocca aperta, completamente spiazzata, diventando probabilmente rossa come un pomodoro, e lui indietreggio fino ad uscire dalla carrozza. Iris mise con fatica la valigia al suo posto e si sedette. Per un attimo non faceva altro che pensare a quell'incontro e a quanto fosse stato cafone, però non riusciva a togliersi dalla mente quel viso con quei occhi blu tutto circondato da quei capelli neri, quel addorme scolpito. Sospirò e scosse la testa, per far andare via quell'immagine del ragazzo, si mise le cuffiette e attese la partenza del treno.

Nel viaggio Iris mangiò, si addormentò, e lesse un libro che aveva comprato un po' di tempo fa in una bancarella mentre raggiungeva l'appartamento. In alcuni momenti la tua mente tornava a quel ragazzo, si chiedeva dove si fosse seduto, se la stesse aspettando davanti a qualche bagno, se fosse già sceso o se doveva ancora scendere. Non riusciva a capire come un incontro con un ragazzo mai visto, le avesse lasciato queste sensazioni. Va bene, era sicuramente un bel ragazzo, ma ne aveva visti anche di più belli, ce n'era uno in facoltà che era veramente uno spettacolo, oltre al fisico aveva un intelligenza non indifferente. Perché Iris era così, non guardava solo l'aspetto fisico, ma anche l'aspetto intellettuale, comico. Cosa aveva questo ragazzo, visto cinque minuti, da sconvolgerla tanto.

Il suo viaggiò mentale si fermò, quando una voce metallica annunciò l'arrivo a destinazione. Finalmente arrivò a casa. Prese la valigia e si diresse all'uscita, per un attimo i suoi occhi cercavano quel ragazzo, e da sola si malediciò, e si disse a ste stessa di non fare la sciocca, e di lasciar perdere il ragazzo perché tanto non lo avrebbe mai più rivisto.

Scese dal treno e cercò qualche membro della sua famiglia ad aspettarla, invece con stupore vide le sue due più grandi amiche, Rossella detta "Rosy" e Ludovica detta "Ludi". Appena si videro si corsero incontro e si abbracciarono fortissimo non si vedevano da quando Iris partì per la facoltà.

Le tre amiche dopo il diploma, presero strade diverse. Rosy non aveva voglia di proseguire gli studi così decise di lavorare nel ristorante dei suoi e aiutarli con la contabilità visto che era uscita da ragioneria. Rosy era una ragazza molto ingamba, bella, capelli a caschetto biondi, occhi verdi, ma era molto pigra, non le piaceva impegnarsi in niente neanche nelle relazioni o nello sport, ogni volta che c'era da tirarsi su le maniche, lei mollava tutto dicendo che non faceva per lei. Ludi, invece era l'opposto, era mora con gli occhi nocciola, aveva sempre una gran voglia di fare, era brava in ogni sport, anzi era brava in tutto, non c'era cosa che non le riusciva, anche lei però decise di non andare all'università, diceva che c'erano troppe cose che avrebbe voluto fare e non sapeva decidersi, così si prese un'anno sabatico, trovò qualche lavoretto qua e là, aspettando l'ispirazione. Iris era l'unica ha essere a metà delle due, amava quello che faceva e ci metteva tutta la passione, però se una cosa non la voleva fare non c'era verso di farle cambiare idea.

Finito il lungo abbraccio si ricomposero e si incamminarono per portare Iris a casa dai suoi, che non vedevano l'ora di abbracciarla.

Arrivate a casa di Iris, le tre amiche si misero d'accordo sulla serata.

Rosy disse "Io lavoro, finirò per mezzanotte, vi posso raggiungere quando ho finito."
Ludi "Ok, benissimo. Iris che vuoi fare?"
Iris "Non saprei, sono un po' stanca non ho voglia di fare chissà che cosa per sta sera, io direi che potremmo andarci a bere qualcosa dopo cena, magari in quel locale che frequentavamo, il Saloon, aspettare Rosy e poi nanna. Che ne dite?"
le due amiche all'unisono fecero si con il capo e si salutarono.

Iris entro finalmente a casa e abbracciò la sua mamma per prima e poi il suo papà.

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