Capitolo 4

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Era sorto il sole da un bel po', Iris non ricordava l'ultima volta che aveva dormito così bene. La serata non era andata come se la immaginava, certo portare un cafone, ladro di posti, all'ospedale non era assolutamente nei suoi piani, però doveva ammettere che quel ragazzo aveva qualcosa che la risvegliava, non sapeva cosa, ma quando lo vedeva, sentiva come una forza dentro di lei, un calore, non riusciva a capire... Probabilmente il suo comportamento le faceva venire solo il nervoso e la voglia di prenderlo a sberle.

Lascio andare questi pensieri e si tirò su dal letto. Andò in cucina, e trovo un foglietto di sua mamma "chiamami". Iris si fece un thè freddo e chiamò sua madre.
"Ciao amore, divertita ieri sera? Non ti ho sentita rientrare"
"Si, la serata non è stata male, e non sono rientrata tardi" ovviamente Iris non raccontò il fatto del ragazzo e dell'ospedale a sua madre, si sarebbe preoccupata e avrebbe fatto un sacco di domande a cui non voleva rispondere.
"Tesoro cosa hai deciso per quelle ripetizioni? Ho il numero della Gismondi, te lo mando così la chiami?"
"Si ok, mandamelo così sento un attimo. Grazie a dopo"
"a dopo, bacio"

Iris non aveva più pensato alle ripetizioni, però era giusto contattare la professoressa, e sentire la situazione e se ne valeva la pena. Subito le arrivó il contatto della Gismondi. Si promise che finita la colazione l'avrebbe chiamata.

Il telefono squillava, Iris stava per riaganciare, quando sentí una voce calda che rispose "pronto".
"Buongiorno prof. sono Iris Montini, come sta?"
"oh! Iris, che piacere sentirti, tutto bene e te? Come va la facoltà? Ti piace? So da tua mamma che sei bravissima, la migliore. "
"Be, mia madre esagera, però è tutto bellissimo e ho scelto la facoltà giusta, mi piace veramente tanto"
"Non credo che esageri, sei sempre stata la prima della classe, non mi sorprende che potessi esserlo anche all'università."
"Si be, però qui non sono l'unica, molti altri studenti sono eccellenti. Comunque, so che vorrebbe che dessi ripetizioni ad un ragazzo."
"Si, lui si è trasferito l'anno scorso, è intelligente, solo che come tutti gli adolescenti, si perde un po', nelle altre materie alla sufficienza ci arriva senza problemi, ma nella mia, non c'è verso, non capisco se non la comprende, se non la vuole imparare, boh! Così ho pensato che tu, la mia migliore studentessa, potessi dargli una mano almeno fargli passare l'esame per andare in 5°."
"Va bene, ci proverò." facendo un sorrisetto imbarazzato.
"Grazie mille Iris. Ti lascio il suo indirizzo, così vai direttamente da loro. Io li chiamo e gli avviso che vai. Ancora grazie, sei proprio una brava ragazza"

Il presentarsi a casa di queste persone la terrorrizava un po'. Non aveva mai dato ripetizioni, e cominciare con un ragazzo di 17 anni, la preoccupava un po'.
Alzò la testa e si fece coraggio, alla peggio se non fosse andata lo avrebbe detto e se ne sarebbe tirata fuori, però almeno non poteva aver dato dimostrazione che ci abbia provato.

Si preparò, shorts, t-short, infradito, una bella coda di cavallo, e voilà! Pronta per insegnare. Prese le chiavi del motorino, impostó google maps, e partí. Destinazione, via Garibaldi 91.

Non ci impiegò molto ad arrivare, parcheggiò, il palazzo che aveva davanti era molto alto, non ricordava di essere mai venuta in questa parte della città. Andò verso il portone, con il dito cercò sul citofono il nome "Fiore - Guglielmi" e lo suonò. Una voce metallica rispose.
"Si?"
"Sono Iris Montini"
"Si, ciao, sali 4°piano"

Iris aveva il cuore che le pulsasa a una velocità tale, da farle sembrare che gli uscisse dal petto, neanche per gli esami era così in ansia e sotto stress. Arrivò al piano e trovò la porta semi aperta, si avvicinò e bussò. Una signora, arrivò alla porta, non era molto alta, aveva i capelli neri con qualche segno di ricrescita, un viso stanco e preoccupato. Fece segno di accomodarmi.
"Ciao cara, io sono Sofia, la mamma di Samuel. È un piacere conoscerti e sono molto felice che tu abbia accettato di aiutarlo." "Samuel, vieni!" urlò
"Buongiorno, è un piacere far la sua conoscenza"

La signora ed Iris si diressero in cucina, poco dopo apparve un giovane ragazzo dai capelli scuri, occhi verdi, un viso angelico, con uno sguardo perso, vuoto.
"Ciao sono Iris tu?"
Rispose svogliatamente
"Samuel"
La mamma di Samuel intervení.
"Bene, Iris, è stato un piacere, io ora devo andare a lavorare, ti pagherò 10 l'ora, segnati le ore e al fine settimana ti pagherò. Non farti abbindolare. Samuel sii bravo, ascolta Iris e applicati ne va della tua formazione."

Sofia se ne andò e ci lasciò soli in cucina.
"Bene Samuel, vai a prendere i libri così cominciamo."
"Senti non c'è bisogno che fingi, non dirò nulla. Puoi andartene se vuoi."
Iris non se lo aspettava, era rimasta di stucco.
"Mi spiace deluderti Samuel, ma non sono quel tipo di ragazza, prendo le cose seriamente, dunque ora vai a prenderti i libri così iniziamo."

Dopo pochi minuti, che stavamo studiano, sentirono la porta aprirsi, e successivamente in cucina con loro apparse LUI, "il ladro di posti". Iris appena lo vide, sentí subito un certo calore divamparle sulla pelle sulle guance, le pareva che facesse più caldo del normale, la gola era secca, pareva non bevesse da ore.
"Fratellino, chi è la tua nuova amica?" e nel frattempo le fece un occhiolino.
"Iris, la ragazza che mi da ripetizione."
"Ah ecco!" e le sorrise.
Iris non sapeva che dire, sembrava che il suo cervello non riuscisse a formulare una qualsiasi parola, in quel momento si sentiva una stupida e avrebbe voluto nascondersi.
"Vi lascio allora, non vorrei disturbarvi oltre"
Diede una pacca sulla spalla a suo fratello e fece un sorrisetto con l'occhiolino a Iris e se ne andò.

Iris si sentí sempre più stupida non riusciva a capire che cosa le stesse succedendo. Poco dopo chiese di andare in bagno. Nel mentre che stava per aprire la porta, qualcuno dall'interno faceva la stessa cosa; Iris se lo ritrovò davanti, a pochi centimetri dalla sua faccia.

"Ciao biondina, stavi cercando me per fare amicizia?" fece un sorrisetto ammicante "Ovviamente no, non ci crederai mai, ma non tutte le ragazze che incontri vogliono fare questo genere di amicizia. E smettila di sentirti dio sceso in terra." entrò nel bagno e sbattè la porta. Si rinfresco il viso, era ancora più paonzzo e il caldo che provava già aumento incredibilmente, fece un bel respiro e guardandosi allo specchio si disse di calmarsi. Riaprí la porta del bagno e lui era lì. Lei rimase sorpresa, a sto giro non sapeva cosa dire per non fargli capire che in realtà gli sbavava dietro. "Sai biondina, sei strana." le si avvicinò all'orecchio, questo per Iris era uno gioco scorretto, trovava eccitante il modo in cui le si avvicinava e appena i loro corpi si trovavano vicini, ogni parte del suo corpo emanava una sottospecie di scossa elettrica che l'attraeva a lui. Per un attimo si chieds se anche lui provava la stessa cosa oppure no. "Non puoi resistermi per sempre, io lo so e tu anche lo sai. Lascia che la natura faccia il suo corso" fece un sorrisetto malizioso. Il suo fiato divenne corto, ma un'energia le arrivò alle braccia e alle mani che lo fece spingere via.

Andò in cucina prese le sue cose, salutò Samuel, dicendogli che si sarebbero visti un altro giorno e che doveva andare. e scappò.

Nel tragitto in motorino fino a casa, Iris non riusciva a capire che cosa fosse successo, non riusciva a credere che un bell'imbusto come lui facesse dei giochetti simili con lei, e lei non riusciva a credere che il suo corpo li volesse fare. Era interdetta. Aveva paura di tutta la situazione, oltretutto lei faceva le ripetizioni a suo fratello Non sapeva cosa fare, aveva dato la sua parola alla professoressa, alla signora Sofia. Fece un respiro profondo, si convinse che era una semplice cotta, che bastava ignorare tutto e il gioco era fatto, e poi quante possibilità cerano che lo avrebbe visto fuori da quella casa, non si erano mai visti, eppure lei ha vissuto qui da tutta la vita, eppure lui non l'aveva mai visto. Si convinse definitivamente, doveva stare calma e prendere le cose con freddezza, alla fine l'estate dura poco.

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