Capitolo 6 -Vorrei-

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Madison

«Madison come fai a saperlo?» chiede mio fratello visibilmente sorpreso.

«Ti ho fatto una domanda» vedendo come mio fratello e il suo amico non vogliono rispondere, prendo la mia seconda pistola incastrata precedentemente all'interno del blazer e la punto a entrambi. Adesso una pistola è puntata su Dylan e una su James.

«Madison ti prometto che se abbassi le pistole ti racconto»
«No, racconta anche se hai una pistola puntata» rimango ferma come una statua e penso al tradimento che mi hanno fatto.

«Aspetta prima dimmi cosa ti ha detto Marcus» dice Dylan mettendo una mano in avanti.
«Che vi siete trasferiti da Los Angeles e che stavate con vostra nonna» non capisco il perché della sua domanda.

«Stronzo bastardo» dice mio fratello e non capisco perché dica così...

«Ti spiego. I miei fratelli e mia sorella stavano veramente con mia nonna, tranne io. Sono sempre rimasto qua» okay non sto capendo più nulla.

«E perché non sei mai venuto a un incontro e hai aspettato che arrivassero i tuoi fratelli?» il moro serra la mascella e quasi mi fa quasi accasciare al suolo.

«Perché io non vivevo con mio padre. Non volevo avere niente a che fare con tutta questa cosa fino a qualche giorno fa. Cazzo ho detto troppo» alla fine parla a denti stretti e si mette una mano sopra gli occhi buttando la schiena sulla sedia.

Mi chiedo perché non voleva conoscere gente simile a lui, economicamente parlando, ovvio. Immagino che a farlo avvicinare con il padre siano stati i suoi fratelli.

«E tu come lo conoscevi da prima?» adesso è il turno di mio fratello.

«Perché ci conosciamo da quando sono nato» risponde Dylan nella stessa posizione di prima.

«Io vi sparo»
«Madison le nostre mamme erano amiche e si vedevano spesso. Fino a quando tu hai compiuto due anni Dylan, Marcus e Samantha venivano a casa nostra regolarmente» dice finalmente mio fratello.
«Anche Samantha e Marcus?»
E la risposta di mio fratello è un "sì" con la testa.

«Cazzo»

«Per tua informazione Dylan capisce l'italiano perfettamente. Ti ricordo che entrambi i suoi genitori sono italiani»
«Mia mamma era italiana» mette in chiaro la parola "era" il moro. Non ricordo cosa è successo a sua madre, chiederò dopo a James.

«Ma perché sei qua idiota?» mi riferisco a Dylan.

«E tu perché mi insulti senza motivo e hai fatto finta di dormire prima?» si alza e si mette alla mia altezza. Sono alta 170 cm e porto i tacchi ma non arrivo lo stesso alla sua altezza.

«Ti insulto perché mi hai portata a casa facendomi aspettare quasi un'ora e non ho fatto finta di dormire, ero paralizzata» questo tu per tu mi irrita.

«Madison era troppo tardi e ha dormito nella stanza degli ospiti» interviene mio fratello. Lo uccido con solo lo sguardo e mi volto di nuovo verso il moro. Ci guardiamo negli occhi per minuti interminabili-o almeno credo- per poi essere interrotto dal campanello.

Esco dalla stanza senza aver fatto colazione e mi dirigo verso lo studio di mio padre per parlare della macchina ma quando arrivo noto che sta parlando con un signore. Non avrà meno di cinquant'anni, ha un sorriso perverso e quando mi vede libera la visione dei suoi denti gialli che mi fanno venire un conato di vomito. Non insulto certo chi ha problemi e malgrado li lavi rimangono gialli, ma lui credo non sia neanche cos'è uno spazzolino...

Belle And The PrinceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora