Belle And The Prince

Capitolo 16 -Nightmare-parte 1

Madison 

«No James, non capisci» sento qualcosa sotto la mia guancia vibrare. É qualcosa di molto solito e fermo. Solo dopo qualche secondo riesco finalmente a capire di avere la testa tra il petto e il collo di Dylan, ancora abbracciati dalla notte passata.

Non capì nulla di quello che accadde in quel momento, solo dopo ho aperto leggermente gli occhi e la stanza in cui dormivo era finalmente chiara.

Provo a non muovermi e di capire se la persona con cui stava parlando Dylan era mio fratello o un altro James. Non mi sono svegliata con la sua voce essendo che stava sussurrando, ma per i suoi addominali contratti a ogni parola. La sua maglietta nera aveva lo stesso profumo della notte passata, era morbida e anche se avrebbe dovuto riporre a galla emozioni tossiche, mi fa sentire meglio.

Non riesco a non pensare di come Dylan si sia preoccupato per me. «Okay ma fammi sapere» cantina non notando io sia sveglia. Anche se sussurra, ho capito che c'è qualcosa che gli dà fastidio.

«No ma che dici? Sono solo preoccupato, tu non l'hai vista stanotte» ora non ci sono più dubbi, sta parlando di me a mio fratello. Sbuffa e posa il telefono sul comodino. Sussurra qualcosa tra sé che non ho capito e mette una mano sui miei lunghissimi capelli biondi.

Faccio finta di dormire ancora aspettando qualche minuto mentre nel frattempo mi metto a pensare. Pensavo a quanto cose cambiarono in pochissimo tempo e di come il nostro legame ha subito una piega migliore anche se in certe situazioni sembravamo cane e gatto. Mi volto nella sua direzione e lo vedo guardare il soffitto.

Non si è minimamente accorto del mio risveglio e del mio movimento verso di lui. Probabilmente sta pensando a qualcosa di molto serio per non notarmi. Ne approfitto per osservarlo e per contemplare il suo bel faccino. I miei occhi chiarissimi notarono i suoi graffi sulle braccia, il livido sotto l'occhio destro e il labbro spaccato. I graffi sono ancora in fase di guarigione, non si erano formate neanche le croste. Sposto poi lo sguardo sul suo leggerissimo strato di barba e i capelli corvini scompigliati dalla notte.

Storce le labbra e prende un grosso respiro, abbassa lo sguardo e i suoi occhi nocciola entrano a contatto con i miei curiosi a squadrarlo, sento mille insetti nel mio corpo che mi irritarono parecchio. Leggevo sempre dei libri delle famosissime "farfalle nello stomaco" ma non credevo che fossero quelle che sentivo ogni volta con lui, preferivo vomitare tutte quelle emozioni.

«Ti sei svegliata» sgrana gli occhi appena lo noto. Ha ancora la mano sui miei capelli e inizia poi a fare su e giù facendomi stringere il labbro trai denti. Non ho mai voluto mostrarmi vulnerabile con nessuno e con Dylan ero uscita troppo allo scoperto in pochissimo tempo.

Annuisco e mi metto dritta con la schiena. Mi ripeto mentalmente quello che mi sono promessa da tutta la vita, mi metto in piedi e lo guardo. «Quello che hai visto stanotte dimenticalo» Non sono tanto convinta. So bene che dire una cosa del genere non è corretto nei suoi confronti, ma tentar non nuoce.

Dylan sorprendentemente non si è messo a urlarmi contro come credevo, ma si morde il labbro divertito mentre annuisce. Si mette dritto con la schiena e si appoggia alla testata del letto. «Hai così tanta paura di farti vedere per quella che sei che cerchi di far finta che non sia successo nulla» non capivo il motivo del suo divertimento. Mi continuo a chiedere cosa avessi detto o fatto da dargli quella reazione, ma non trovo risposte.

Muovo la testa e lo incito a spiegarsi meglio. «Hai capito perfettamente a cosa mi riferisco» la sua comunicazione paraverbale mi fa capire di quanto lui si infastidiva a spiegarsi meglio. Era vero, avevo intuito perfettamente cosa voleva dire, ma non sono certa si riferisse solo alla scorsa notte. «Spiegati nel dettaglio» provo a ritornare a essere la solita cazzuta anche se dentro di me, l'unica cosa che volevo era solo piangere.