Capitolo 2: Come tutto ebbe inizio

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" Fantastica udienza avvocato, complimenti." Ammicco verso Ross appena esco dalla sala del tribunale e la ragazza al mio gesto arrossisce talmente tanto che il colore delle guancie diventa un tutt'uno con il colore dei lunghi capelli ondulati.

Lavora con me da due anni, è brava, ma non posso assumerla come prima assistente, ha sempre provato dei sentimenti per me e non vorrei doverla licenziare per un comportamento inappropriato durante l'orario lavorativo: significherebbe rovinarle la carriera futura e non sarebbe giusto.

" Le serve qualcosa Mr King?" teneva lo sguardo basso ed evitava di incontrare i miei occhi per la maggior parte del tempo che passavamo assieme. Questo era un altro dei motivi per cui non poteva essere la mia assistente.

" Sì, finisci le commissioni che spettavano a Chris, poi vai pure a casa. Ci vediamo questa sera per la festa."

" Sì, signore." Con un lieve cenno del capo si congeda e la guardo mentre con la ventiquattrore tra le mani si allontana. Ha un bel corpo, non posso negarlo, la gonna nera aderente le fascia perfettamente le gambe, messe in risalto dalle scarpe in vernice nera con il tacco, tuttavia le manca quel pizzico di pepe che cerco nelle donne che frequento solitamente.

" Ross" la chiamo. Lei si volta e mi guarda con gli enormi occhi azzurri aspettando che le dicessi qualcosa.

Vedo la mia macchina parcheggiata davanti alla strada che mi attende.

" Il dolce, per questa sera, non ti preoccupare. Vado io. Tu fai il resto." Noto un'espressione leggermente delusa comparire sul suo volto che per qualche attimo si era illuminato di una piccola speranza.

Alza la mano in segno di saluto e ricomincia a camminare verso la sua auto.

Percorro di fretta gli ultimi gradini ed entro in macchina salutando Colin con una pacca sulla spalla, il mio autista mi guarda sorridendo.

" Dalla sua espressione capisco che è andato tutto bene."

" Esattamente Colin. Esattamente. Devo andare a prendere il dolce per questa sera, sai per caso in che pasticceria Chris lo aveva fatto preparare?"

" Ho accompagnato io la signorina a sceglierlo, quindi so dove andare. Arriveremo tra dieci minuti avvocato." Mi appoggio con la schiena al sedile in pelle nera, guardo il telefono: sono arrivate dieci mail che decido di controllare una volta arrivato a casa, ora voglio solo riposarmi un po'.

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Ho il viso, le mani e il grembiule ricoperti di farina zucchero e cioccolato.

In compenso ho finito la torta.

La guardo ammirata del mio stesso lavoro e mi prendo qualche attimo per complimentarmi con me stessa, è venuta proprio bene, non avrei potuto sperare di meglio.

È bianca, le decorazioni sono fatte in cioccolato fondente nero che crea un magnifico contrasto con tutto il resto: la base quadrata le dà un aspetto elegante e raffinato, il ripieno è molto buono e lo posso affermare con certezza dato che ne ho mangiato metà facendolo.

Due fragole sulla cima chiudono il tutto dando un tocco di colore.

" E' magnifica Mon, complimenti!" la voce di Margot mi fa abbandonare la contemplazione della torta e tornare al presente.

" Sì, devo ammettere che è venuta bene. Ci sono clienti di là?" chiedo lavando le mani.

La vedo appoggiarsi allo stipite della porta in un gesto teatrale e portarsi la mano sulla fronte come in punto di morte.

" Grazie a Dio no! L' ultimo è andato via poco fa, non ho avuto un attimo di pace per tutta la mattinata, voglio morire. Se tenessi alla mia salute, la smetteresti di attirare così tanti clienti con le tue torte." Non riesco a non ridere per quella piccola scenetta.

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