Capitolo 12: Addii improvvisi.

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Quando mi alzo dal letto vedo la luce rossa del tramonto filtrare dalle tende della mia camera, guardo Monroe distesa sul materasso, immersa in una nuvola di lenzuola.
Dorme ancora e approfitto di questi pochi istanti per studiare il suo profilo morbido e delicato: è meravigliosa.

Sto per sfiorarle con la mano la guancia ma preferisco evitare per non  svegliarla; decido invece di andare verso il bagno per fare una doccia veloce.
Apro l'acqua e aspettando che diventi calda vago con la mente pensando al pomeriggio appena passato.
Sento il suo profumo addosso, qualcosa mi dice che le mie lenzuola continueranno a profumare di zucchero per i prossimi giorni e mi costringeranno a pensare a lei.
Dopo la notte in albergo ero convinto che sarei riuscito a dimenticarla in fretta come avevo già fatto con decine di donne prima: sarebbe stata l'avventura di una notte, una dolce conquista da annotare tra le altre. Invece eccomi qui.
Alzo lo sguardo sul mio riflesso nello specchio.
" King, sei proprio un coglione."
Scuoto la testa e senza aspettare ancora, entro nella doccia, annegando i miei pensieri  nell'acqua bollente.

****

Mi rigiro tra le lenzuola con i muscoli di tutto il corpo che gridano a causa del troppo piacere. Apro gli occhi appesantiti dalla stanchezza, trovandomi ricoperta da lenzuola che non sono le mie. Sbadiglio e nascondo la testa nel cuscino quando le immagini del pomeriggio appena passato mi tornano alla mente una per una.

Il miglior sesso della tua vita Monroe.. mi suggeirsce la parte peggiore di me.

Inspiro profondamente, inalando quell'inebriante profumo che avevo imparato ad associare alla sua pelle.
Fuori è buio, non ho idea di che ore siano.
Al mio fianco non c'è nessuno, ma dal bagno sento provenire il rumore dello scrosciare dell'acqua della doccia.
Per qualche istante l'idea di raggiungerlo sotto l'acqua mi stuzzica, ma la stanchezza vince e mi ributto tra i cuscini e le lenzuola di seta. Socchiudendo gli occhi, ripenso al pomeriggio appena passato.

Non posso crederci, come diamine ho fatto a ritrovarmi in questa situazione? Avevo detto basta ai ragazzi per un bel po'. Era una delle promesse che mi ero fatta prima di partire per New York, e adesso? È bastato il primo tipo belloccio per farmi perdere completamente la testa.

Dio, dio, dio che casino.

Tutto questo porterà solo guai. È una sensazione e di solito le mie sensazioni non sbagliano.

L'acuqa della doccia si spegne e i miei sensi sono di nuovo tutti in allerta, la chiave nella prota del bagno si gira e questa volta sono ancora nel suo letto. Terribile errore.

Il rumore di una porta che si apre, piedi nudi sul pavimento di legno.
" Mi fa piacere vedere che questa volta non te la sei data a gambe, zuccherino, ero quasi preoccupato."
" È il letto che mi ha trattenuta, non farti strane idee avvocato." Rispondo ridendo, sentendo quel nomignolo che a poco, a poco, sta quasi iniziando a piacermi.
Quando esce è completamente nudo se non per un piccolo asciugamano legato sul giro vita, troppo, troppo basso davvero.
Il mio sangue si riscalda sul momento e il mio io interiore mi dice di darmi una benedettissima controllata, non posso reagire in questo modo solamente vedendo un bel corpo.

" Ti piace quello che vedi?" La sua voce mi fa alzare lo sguardo sulle sue labbra. Errore numero due Monroe. Complimenti.

Si avvicina come un predatore si avvicina alla propria preda, mi fissa negli occhi mentre si avvicina al letto.
Il materasso sprofonda sotto il peso delle sue braccia, mi raggiunge a carponi, fino ad arrivare esattamente con la testa sopra la mia. Piccole gocce d'acqua gli scivolano dal ciuffo di capelli umidi e mi bagnano leggermente le guance.
" Mi stai bagnando."  Mi guarda per un istante e sorride.
" Non credevo ti lasciassi andare a confessioni così lascive, una dolce bambolina come te... Questo linguaggio non ti si addice." Con una scherzosa pacca sulla spalla, lo costringo a spostarsi al mio fianco.
" Sei un cretino."
" Forse... Mi hanno detto di peggio."
Mi mordicchia dolcemente il lato del collo, facendomi emettere brevi, involontari sospiri.
" Indossi solamente un asciugamano Aaron, non sfidare il mio autocontrollo. Sono sicura che un uomo come te ha la serata impegnata, non puoi passarla a letto con una squattrinata pasticciera."

La sua mano scivola languidamente sulle lenzuola fino a raggiungere il bordo appena sopra il mio seno. Con fare alquanto lascivo accarezza quella parte di pelle estremamente sensibile, fino a spostare del tutto il leggero pezzo di tessuto e iniziare a torturare uno dei miei seni.
" Un uomo impegnato con me, se gli viene chiesto con gentilezza, può liberarsi dai suoi numerevoli "impegni". "

" Stai aspettando che ti chieda per favore King?"

" Sì zuccherino."

" Scordatelo." Mi pizzica uno dei capezzoli e io sobbalzo per la sorpresa e.. Non solo.

" Per l'esattezza dovresti dirmi: Aaron, liberati per favore dai tuoi appuntamenti e resta qui a scoparmi." Scoppio a ridere sentendo quella frase come la cosa più ridicola che mi abbiano mai detto.

" Aspetta e spera."

" So essere molto persuasivo se voglio, zuccherino." In un attimo il lenzuolo che mi copre, si ritrova scompigliato poco più sotto delle mie caviglie, lui è sopra di me, io sono completamente nuda.

Mi squadra con il fuoco negli occhi, io inarco la schiena verso di lui chiedendogli silenziosamente di più. Voglio sentire le sue mani sul mio corpo.

" Ferma bambina, tu non vuoi chiedere? Bene, allora facciamo a modo mio."

La sua testa sprofonda tra le mie gambe facendomi urlare per il piacere immediato: sa toccare le corde più profonde del mio piacere. In pochi attimi credo di essere già sul punto di venire.

" No! Scordatelo. Non sognarti di venire. Non te lo lascerò fare per un bel po'."

" Spero tu stia scherzando Aaron King. Non puoi lasciarmi a metà! Non così!"

" Ti sembro tipo che scherza su un orgasmo?"

" Spero per la tua incolumità di sì. Avvocato." Un sorriso malizioso gli passa negli occhi.

" Chiedi per favore."

" Vaffanculo."

" Come vuoi tu." All'improvviso si alza dal letto e va verso un armadio, mi appoggio sui gomiti cercando di capire quali siano le sue intenzioni. Mi da le spalle e non riesco a vedere nulla, poco dopo si volta tirando fuori una camicia e una giacca elegante.

" Cosa stai facendo?" Domando stupita.
Alza lo sguardo su di me quasi con disinteresse. " Mi preparo, lo hai detto tu sono un uomo molto impegnato."
Rimango sbigottita per qualche istante.

" Non fai sul serio." Alza le spalle e infila la camicia offrendomi una perfetta visuale del suo petto scolpito che inizia a nascondere chiudendo bottone dopo bottone.

" Ho da fare, zuccherino. Se vuoi restare a cena la domestica ti preparerà qualcosa."
Si avvicina a me e mi stampa un bacio sulla tempia lasciandomi a bocca aperta.

" Se vuoi aspettarmi ci vediamo dopo, altrimenti... Ci si becca in giro zuccherino." Butta la giacca su una spalla e se ne va senza aggiungere altro, lasciandomi insoddisfatta, sola e incazzata nella sua stanza da letto.






" Io dico che potresti usare quella tua splendida bocca per fare qualcosa che non sia insultare il povero inoffensivo qui presente."

Baci al cioccolatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora