Capitolo 8: Business, memories and surprises.

3.4K 135 7
                                    




" Signore, l'ho cercata per tutta la mattina, ma non sono riuscita a contattarla, che fine aveva fatto?" La voce sottile di Ross mi dà il benvenuto in ufficio. Indossa un tubino blu elettrico che contrasta con il colore rosso acceso dei suoi capelli, lasciati sciolti sulle spalle: è agitata, lo noto da come si muove a scatti mentre cerca di seguire il mio passo veloce tra i corridoi dello studio, il ticchettio dei suoi tacchi sul pavimento in legno ci segue come una musica di sottofondo, che mi sta dando sui nervi.

Apro la porta del mio ufficio e la richiudo alle mie spalle facendola sbattere rumorosamente e spaventando leggermente Ross, che presa alla sprovvista, fa un piccolo salto all'indietro.

" S-Se ho scelto un momento sbagliato po-posso tornare, signore."  Azzarda abbassando la voce intuendo il mio stato d'animo.

" No. Resta." Le ordino anche se non sono proprio dell'umore adeguato per sentire altri problemi da risolvere. Mi siedo sulla poltrona in pelle sprofondando nello schienale.

" Ok, come vuole." È spaventata, non è ancora abituata ai miei sbalzi d'umore, ci farà l'abitudine con il tempo. Prendo una penna e inizio a farla girare tra le mani attendendo che inizi il suo reso conto.

" Hanno chiamato gli avvocati dello studio legale della Nord Avenue, chiedono una collaborazione per uno dei loro casi, qui ci sono tutte le informazioni che le occorrono." Appoggia una cartellina sulla mia scrivania restando a qualche passo di distanza per lasciare un certo spazio tra noi.

È decisamente spaventata.

" I fascicoli riordinati sul caso Reed si trovano nel primo cassetto della sua scrivania." Fa un secondo di pausa, come se stesse pensando se andare avanti o fermarsi.

" Hai finito?" Domando alzando un sopracciglio sapendo perfettamente che non poteva essere vero.

" N-no non esattamente." Manda giù della saliva forse per inumidire la gola secca: brutto segno.

" Muoviti Ross, parla, non ho tutta la mattina." Tocca insistentemente lo scollo del tubino, poi finalmente sembra aver trovato il coraggio di continuare.

" S-signore, la madre di Hopkins ha rilasciato un'intervista ai giornali." In quel momento sbianco violentemente.

" Dimmi che è un cazzo di scherzo Kent." Fa cenno di no con la testa abbassando lo sguardo sulle sue mani.

" Mi sembrava  di aver detto al suo avvocato di non respirare nemmeno senza il mio espresso consenso e sono sicuro di non aver autorizzato nessuna fottuta rassegna stampa." Mi trattengo dall'urlare con tutte le forze che ho, ma a considerare l'espressione di Ross non sembra che ci sia riuscito.

" Lei signore lo aveva chiesto a Chris, ma poi l'ha licenziata e nel passaggio dei compiti deve essersi persa questa richiesta. Di conseguenza non è stato detto nulla ai legali della signora Hopkins." Sbatto la mano sulla scrivania in mogano facendo vibrare anche le pareti dell' ufficio.

" Pregate il vostro Dio che questa vostra cazzata non abbia causato problemi irreparabili perché altrimenti siete fuori. Tutte." Mi alzo e vado verso la scrivania della mia segretaria che mi vede arrivare come una furia e si affretta a lasciarmi il suo posto alzandosi in piedi dalla sedia.

Non faccio nemmeno il giro del tavolo, ma prendo il telefono sedendomi su un angolo.

" Il numero dello studio legale degli Hopkins." Lei capendo perfettamente la situazione, senza indugiare nemmeno un secondo sfoglia la rubrica e in un attimo mi mette davanti il numero da chiamare, appoggio la cornetta tra orecchio e spalla e compongo il numero, rischiando di rompere il telefono ad ogni tasto.

Baci al cioccolatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora