O forse no?

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Mi alzo dal letto, cercando per la stanza i miei vestiti sparsi in giro. Devo andarmene da qui. "Ci si becca in giro" ha detto, quel cretino glielo faccio vedere io come ci becchiamo in giro. La prossima volta che mi si avvicina, gli buco lo stomaco con una forchetta da dessert, poi vediamo chi ride dei due.
Brutto stronzo egoista che non è altro.
Dove diamine è il mio reggiseno?
Infilo velocemente i pantaloni e la maglietta, la giacca sulle spalle e fanculo anche il reggiseno.
Vado velocemente in bagno per darmi una sistemata davanti allo specchio: il profumo del suo bagnoschiuma riempie la stanza, pessima scelta la mia. L'ennesima di questo sbagliatissimo pomeriggio.
Pettino i capelli con le dita, dandomi un aspetto appena appena accettabile. Ringrazio Dio di essermi vestita bene almeno, ho un aspetto meno trasandato di quanto ci si potrebbe aspettare.
Credo di aver lasciato la borsa vicino all'entrata, esco dalla stanza di soppiatto cercando di ricordarmi la strada per arrivare all'ingresso. Questa casa è un labirinto!
Quando vedo il divano e la mia borsa tiro un sospiro di sollievo e corro a prendere il cellulare.
" Meg, vieni a prendermi ti prego"
"Ehi, ehi, dove sei cos'è successo?"
" A casa ti racconto tutto, ma ora ho bisogno di un passaggio immediato. Adesso ti mando la mia posizione per messaggio, fai in fretta."
" Agli ordini capo. Sto arrivando."
Chiudo la telefonata e mando il messaggio a Meg.
Santa ragazza. Per fortuna esiste.
Chiudo la giacca ed esco di casa, la aspetterò sul marciapiede.
Quando esco dal palazzo, l'aria fredda mi investe, facendomi rabbrividire fin dentro alle ossa, incrocio le braccia sul petto, maledicendomi per non aver cercato di più il reggiseno.
È una serata bellissima, è quella parte della giornata in cui il cielo è ancora chiaro, ma il sole è già tramontato da un po'. Il colore dell'aria dà un aspetto molto romantico a New York.
Guardo l'ora: sono le sette e tre quarti. Meg dovrebbe essere appena partita, ci metterà venti minuti ad arrivare.
Tanto vale che mi sieda.
Trovo una panchina proprio lì accanto e mi siedo.
Fisso le macchine passare e per un attimo mi trovo a pensare alla mia vita prima di New York, dove abitavo io non c'erano strade in cui passavano così tante macchine, dove abitavo io c'erano i pick-up dei vicini, ricoperti di terra, dove abitavo io c'era il profumo dell'erba tagliata, dove abitavo io era tutto così diverso.
La mia vita era così diversa...
In fin dei conti non avevo mai vissuto un pomeriggio come questo, con un uomo appena conosciuto, in una casa mia vista prima e che probabilmente non rivedrò più.
In fin dei conti ero stata fidanzata con la stessa persona dai tempi del liceo.
In fin dei conti mi stavo per sposare...

Un clacson mi risveglia dai miei pensieri, alzo la testa credendo di trovare davanti a me il sorriso di Meg, ma sembra che oggi le cose non vogliano proprio andare come dico io.
Un'auto nera lucida con finestrini oscurati si ferma sul ciglio della strada, mi guardo attorno cercando di capire se quel clacson non fosse per qualcun altro, tuttavia, quando il finestrino si abbassa, vedo il volto di Aaron con un mezzo sorriso soddisfatto.
Mi alzo in piedi con tutta la rabbia che ho in corpo pronta a sputargli in faccia quanto fosse stato maleducato e sgarbato da parte sua lasciarmi da sola in una casa che non conoscevo senza nemmeno offrirsi di darmi un passaggio a casa e dicendo soltanto "ci becchiamo in giro" quando prima che possa aprire bocca, è lui a parlare.
" Zuccherino, allora hai fatto in tempo, mi fa piacere. Sei anche puntuale. Venendo qui stavo avvisando il mio socio che forse avremmo dovuto aspettare un po' prima che tu scendessi. Si sa che le donne non sono famose per prepararsi velocemente. Sali su, la cena ci aspetta."
Lo fisso con gli occhi sbarrati in un misto di incredulità e istinto omicida, non ho il tempo per assimilare tutte le sue parole che lo sportello della macchina si apre e Aaron scende, offrendomi la mano per salire.
" Io spero che tu stia scherzando." Gli sussurro all'orecchio passandogli accanto.
" Ti sembro tipo che scherza?" Ribatte lui in un ghigno malefico.

" Mr. Keen, lei è la mia fidanzata: Monroe. Questa sera si è dolcemente offerta di accompagnarmi alla cena dello studio."

Oh Porca puttana.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jan 22, 2017 ⏰

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