Capitolo 4: Lavoro senza preavviso.

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Esco di fretta da quel negozio raggiungendo la moto parcheggiata a pochi metri di distanza.
Prendo le chiavi dalla tasca e mi siedo velocemente sulla sella indossando il casco nero opaco, metto le mani sul manubrio ma prima di partire mi prendo qualche istante per osservare da lontano la figura di quella splendida ragazza che stavo baciando pochi istanti fa.

Sta camminando avanti e indietro per il piccolo locale, non riesco a vedere la sua espressione perché è in contro luce e quello che appare è unicamente una sagoma nera, una meravigliosa sagoma nera che profuma di zucchero a velo e vaniglia.

Non era questo il finale per la serata che avevo immaginato, sinceramente non so nemmeno io quello che mi aspettavo per questa serata quando sono entrato lì dentro, so soltanto che quando sono passato qui davanti e ho visto la luce accesa non ho saputo resistere, avevo desiderato baciarla per talmente tanto tempo in quella giornata, che appena ho visto una possibilità l'ho colta senza pensarci due volte.

Per quanto ne so può essere fidanzata, può avere un figlio, di lei non conosco nemmeno il nome, eppure sono certo che se chiunque mi chiedesse di riconoscere il suo profumo tra un milione, non avrei alcun problema ad indovinare quello giusto.

Sto impazzendo.

Questa è l'unica conclusione possibile.

La desidero talmente tanto che sto diventando completamente pazzo, credevo che baciandola questo strano tormento sarebbe passato, invece ora mi ritrovo a volerla più di prima.

Avevo azzardato troppo però.

Presentarmi in piena notte senza alcun motivo non è stata la mossa giusta, devo recuperare in qualche modo.

Fisso di nuovo la sua figura dentro al negozio: si è fermata, ora è appoggiata al bancone e ha le mani tra i capelli, chissà se le è piaciuto il bacio, chissà se sente la stessa cosa che sto provando io in questo momento.

Non credo dato che l'ultima cosa che ha fatto prima che uscissi è stata tirarti uno schiaffo...

La mia mente sa essere fottutamente fastidiosa quando vuole.

Ci saremmo rivisti, dovevo rivederla. Solo che ancora non so come fare.

Parto in un attimo e sfreccio tra le affollate strade di New York diretto verso casa: solo un semaforo blocca la mia corsa.
Appoggio una gamba atterra attendendo che diventi verde, ma un piccolo camioncino bianco con una scritta sulla fiancata attira improvvisamente la mia attenzione: Ristorante da Boe, servizio catering e per asporto.

Servizio catering...

Ed ecco l'illuminazione.

Il semaforo diventa verde e io riparto mettendomi al lato della strada. Mi fermo vicino ad un parcheggio, prendo il cellulare dalla tasca e compongo velocemente il numero della mia segretaria.

"Linda, domani mattina per le nove, chiama la pasticceria dove ho prenotato il dolce per l'anniversario dell'ufficio. Ho bisogno di un servizio catering per una festa che si farà a casa mia ..." ci penso qualche istante, il primo giorno libero che ho, dovrebbe essere dopodomani.
"Dopodomani. Non dare il mio cognome per la prenotazione, dei dettagli si occuperà Ross, quindi alla pasticceria dai pure il suo: è assunta come mia prima assistente temporaneamente, finché non trovo una sostituta adatta al lavoro. Buona serata."

Senza attendere una sua risposta metto giù il telefono e riaccendo la moto.

Molto bene bambolina ... ci rivedremo prima di quanto tu possa immaginare.

**

" Vieni piccola, vieni da me." Due braccia forti e calde mi tengono i polsi fermi sul materasso, una voce profonda mi sussurra all'orecchio.

Baci al cioccolatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora