3. Overwhelmed

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Per più di una settimana le giornate trascorsero velocemente e senza i drammi che Taehyung aveva temuto di causare.

Si tenne impegnato aiutando Jin in casa, costringendolo a lasciare che gli desse una mano a lavare i pavimenti e finendo per scivolare sulle piastrelle bagnate della cucina trascinando con sé anche Seokjin. Provò ad usare un paio di volte la tastiera in camera sua e a ricordarsi qualche spartito che sapeva piacesse anche a suo cugino, e tentò - inutilmente - di disegnare qualcosa che lo soddisfacesse. Non aveva saltato un solo allenamento, ignorando i propri muscoli che chiedevano almeno un giorno di riposo e seguendo Jin in piscina per tutti i giorni seguenti alla prima volta in cui aveva conosciuto Hoseok.

Come Taehyung aveva già immaginato, Hoseok e Namjoon erano una presenza quasi costante a casa di Jin. In una sola settimana erano state più le volte in cui era stato svegliato dalla voce del suo nuovo allenatore che dalla sveglia che aveva impostato sul telefono, questo tralasciando il fatto che avesse preso la cattiva abitudine di svegliarsi più verso ora di pranzo che all'ora di colazione.

Era sollevato di avere spesso i due ragazzi che giravano per casa, nonostante la propria apparente incapacità di comunicare come un normale essere umano. Taehyung si sentiva infinitamente riconoscente del fatto che loro e Jin fossero quasi sempre presenti, che fosse per costringerlo ad accompagnarli a prendere il cibo d'asporto perché lì non c'erano fattorini o per discutere a fondo dell'allenamento che Hoseok aveva preparato per lui e la sua nuova squadra; Taehyung era contento di rimanere in silenzio ad ascoltare le conversazioni tra Jin e Namjoon, che sfociavano quasi sempre in bisticci che vedevano spesso quest'ultimo come parte vincente mentre seppelliva Seokjin in abbracci che avrebbero atterrato qualsiasi persona con le spalle più strette di suo cugino, ed era contento di poter rimanere lì accanto a ridere assieme a Hoseok come se avesse fatto parte del loro gruppo da sempre.

Ma il vero motivo per il quale Taehyung era contento era che ogni momento in cui la sua mente era occupata a ridere o a ricordarsi e a prepararsi psicologicamente a tutte le serie dell'allenamento successivo, equivaleva ad un attimo momentaneamente libero dai pensieri soffocanti che non avevano smesso di tormentarlo nemmeno a quella quota. 

La proprietaria del post che Taehyung aveva segnalato gli aveva scritto per messaggio privato il giorno stesso in cui il post era stato rimosso, prendendolo in giro per la segnalazione, accusandolo di codardia e giustificando il suo gesto come qualcosa che solo un gay senza spina dorsale avrebbe potuto fare. Questo prima che l'account della ragazza venisse bloccato dall'applicazione a seguito di un'altra segnalazione di Taehyung al suo profilo.

Forse aveva reagito in maniera un po' troppo drammatica a tutta quella situazione, ma a quel punto il suo orgoglio era stato ferito abbastanza da decidere di lenire l'umiliazione della propria fuga e delle chiacchiere della gente con il breve attimo di soddisfazione che aveva provato nel vedere la pagina del profilo della ragazza che non si caricava nonostante continuasse ad aggiornarla. Si era goduto quei cinque o dieci secondi di potere e gratificazione prima che il senso di colpa lo investisse in pieno, portandolo a cercare freneticamente su internet come ritirare una segnalazione e recuperare un profilo bloccato.

Ma ormai lo aveva fatto e quella ragazza se l'era meritato, anche se Taehyung aveva aggiunto quel piccolo peso al macigno che gli gravava sulle spalle. 

Stava riflettendo su quello e mille altri motivi per i quali avrebbe preferito non tornare più in città quando Seokjin lo chiamò dal soggiorno. Scosse la testa nel risvegliarsi velocemente dallo stato di trance in cui era caduto senza nemmeno accorgersene e afferrò il borsone mentre si alzava dal letto, raggiungendo di corsa  Jin che lo stava aspettando per andare in piscina.

"Ti eri perso?" lo prese in giro Jin alzando un sopracciglio, la spalla appoggiata allo stipite della porta aperta.

"Sembra di sì." borbottò infilandosi le scarpe ed allacciandole freneticamente mentre cercava di non far scivolare il borsone a terra, rivolgendogli un sorriso nel rialzarsi "Ok, ora possiamo andare."

Icarus - TaeKookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora