CAPITOLO 9

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Quando ripresi i sensi, non aprii subito gli occhi, cercai di esplorare l'ambiente in  un mi trovavo, dato che non mi potevo fidare molto di persone che, come me, avevano dei poteri. Ero sdraiata su un letto, e il fatto strano era che mi sentivo benissimo. Poi sentii dei passi, in lontananza che si avvicinavano, fino a quando non riuscii a distinguere almeno 2 voci, una più giovane e una più vecchia:-non possiamo aspettare che si svegli, quella lì è troppo pericolosa, ho visto, poco prima che precipitasse, un'aura oscura attorno a lei- disse la voce più giovane-No, Alessandro, dobbiamo lasciare che l'effetto del mio incantesimo finisca, e poi, mi sembra impossibile ciò che lei ha visto, dto che se fosse stata una discendente avrebbe potuto oltrepassare senza problemi il portale,...-rispose la voce che mi era parso appartenesse al più vecchio- e allora come lo spiega il fatto che sia venuta qui?- chiese spazientita la voce giovane- Non ne ho idea, ed è per questo che dovremmo trattarla come se fosse una semplice mortale- spiegò la voce più vecchia- Ora, se non tu dispiace, ritorno al mio ufficio per cercare di scoprirlo, e anche tu dovresti tornare alle tue lezioni, arrivederci...- detto questo, sentii di nuovo il rumore di passi che si allontanavano, e, quando dii sicura di essere sola, aprii gli occhi e la prima cosa che vidi era il soffitto, era alto almeno 5 metri, non sembrava affatto come appariva da fuori, infatti anche la stanza dove mi trovavo era troppo grande, ma non ci trovai nulla di strano, anche perchè ormai di cose strane ne avevo già viste. Mi alzai dal letto, mi misi il mantello, che mi avevano tolto e la prima idea che mi venne in mente fu di scappare, e optai per quella, dato che non mi potevo assolutamente fidare dopo la conversazione che avevo appena sentito: quindi presi l'arma più pericolosa che trovai, ovvero un cucchiaio. Andai in giro per i corridoi, dove c'erano delle stanze, per ogni stanza c'era un letto uguale al mio, e sembrava che fossero tutte vuote, poi trovai una porta, la aprii piano, cercando di capire dove portava, e, per fortuna, si affacciava direttamente su un giardino. Scappare sarebbe stato più semplice del previsto, ma proprio quando stavo per uscire, una voce familiare mi sorprese alle spalle-Cosa pensi di fare?-  era la voce giovane che avevo sentito prima, quindi mi girai di scatto, e gli dissi, col cucchiaio puntato verso di lui- Chi sei? Cosa vuoi? Dove siamo? Perché sono qui? Mi vuoi ammazzare? Sei un nemico? Che ore sono? Qual è il tuo cognome? Per chi lavori? Mi vuoi rapire? Quanti anni hai? Hai intenzione di lasciarmi andare? Perchè mi avete tolto il mantello? Sei uno dei mostri? Perchè non te ne sei andato? Lasciami andare, ok? Vuoi farti male? Perchè mi hai fatto spaventare e mi hai seguito?..

La mia vita avventurosamente noiosaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora