Capitolo 22

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"Ma che cosa stai dicendo? Sei pazzo?" Dico io incredula "Senti Lucy adesso devi andartene, non puoi stare qui" dice spingendomi verso la porta. Ma qualcuno sta già bussando "Cazzo" impreca prendendomi per il polso e chiudendomi dentro l'armadio della sua camera "Non ti muovere da qui. Fino a quando non ti chiamo io" dice e io confusa annuisco.

Prendo il mio telefono e scrivo un messaggio a Chris

Vieni subito.

Aspetto una sua risposta e dopo cinque minuti arriva.

Sono quasi arrivato, ho sentito tutto.

Grazie al cielo.

Non so cosa sta succedendo là dentro.
Non so perché Dylan si comporta così.
Non so perché sono chiusa dentro un armadio.

Sento la conversazione tra Dylan e uno sconosciuto, sarà il capo della Slote Gang.
"Dylan, che ti avevo detto riguardo a lei?" Dice lo sconosciuto "Devi cercare di guadagnarti la sua fiducia, cosa c'è che non capisci" sbotta "Lo so, ma non è facile dato il carattere che ha" dice lui e io ruoto gli occhi al cielo.

Ma non capisco... Perché non gli ha detto che io so che Dylan è il co-capo della Slote Gang? Perché non gli ha riferito che sono a casa sua dentro il suo armadio?

Questa è la possibilità perfetta per rapirmi e usarmi a loro piacimento, ma lui non lo sta permettendo...

Ma perché?

Troppe domande che non otterranno presto una risposta...

Sento che la porta si apre e poi si chiude dinuovo e dei passi venire verso l'armadio dove sono rinchiusa.

Mi sale il panico.

E se è lo sconosciuto? E se dylan gli avrà detto che sono chiusa qui?

Mi preparo per tirargli un pugno appena apre la porta dell'armadio.

Ma non appena la apre rimango sorpresa nel trovare Dylan.

"È tutto apposto, sei al sicuro ora" dice.

"Dylan ma cosa stai dicendo? Prima fai di tutto per mettermi i bastoni tra le ruote, collabori con la Gang più pericolosa di New York che vuole da me solo la morte e che ha ucciso i miei genitori e adesso mi aiuti?" sbotto io spingendolo "Senti Lucy, può sembrare strano ma le mie non sono cattive intenzioni!" Afferma lui "Si certo come no" Dico io cercando di uscire dalla stanza, ma lui me lo impedisce bloccandomi per il polso e facendomi girare verso di lui.

"Un anno fa, il capo della Slote Gang ha fatto irruzione dentro casa mia. Convivevo con la mia ragazza, lui l'ha uccisa perché lei gli doveva dei soldi da troppo tempo. Due colpi di pistola, davanti ai miei occhi. Mi disse che se volevo sopravvivere dovevo entrare nella sua Gang. Accettai, ma non perché volevo vivere, ma perché volevo prenderli per il culo e vendicarmi. Sto aspettando il momento più adatto." mi spiega, facendomi trattenere il fiato.

Non è possibile...

Non può essere vero.

"E ti aspetti che io ti creda?" Dico "Non me lo aspetto. So che cosa ti ha fatto passare e di certo non mi aspetto che ti ti fida di me. Ma questa è la verità, che tu ci creda o no." dice lui.

"Dimostramelo" Dico io, così lui apre il cassetto del comodino e prende una scatola e me la porge. "Aprila" dice e faccio ciò che dice.

Apro la scatola e vedo un mucchio di cose: un anello, degli orecchini di perle, un cerchietto per capelli, una foto raffigurante una ragazza bionda e infine un orologio ricoperto di sangue.

"Di chi sono?"Chiedo "Di lei" intende la sua ragazza brutalmente uccisa.

Forse è davvero questa la verità? Forse lui non è come penso?

"Mi credi adesso?" Mi chiede.

Titubante alzo lo sguardo verso i suoi occhi e mi convinco che sia la verità leggendo dentro di essi: tristezza, rimorso e... lacrime.

"Come si chiamava?" Chiedo e lui mi guarda accennando un piccolo sorriso.

"Si chiamava Juliette."

A Touch of CaosDove le storie prendono vita. Scoprilo ora