3.

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«no sofia, non ci siamo.» era di nuovo a lezione, davanti la celentano e adesso stava facendo una coreografia modern, la seconda che le era stata assegnata.

nella sua vita aveva sempre e solo fatto classico, aveva paura che questa cosa potesse essere un grande limite per lei.
aveva paura che la maestra cambiasse idea su di lei.
giulia stabile, sotto richiesta della maestra, tornò a spiegarle i passi e poi lei cercò di eseguirli meglio possibile.
a fine lezione vide la faccia della maestra, per niente soddisfatta e sospirò buttandosi a terra, non appena la maestra andò via.

«tranquilla, ce l'hai il portamento di modern, ce la farai» e detto ciò, giulia anche uscì dalla sala.

si alzò da terra e poi si diresse anche lei verso l'uscita ed entrò poco dopo di sala relax. era veramente affranta, se non avrebbe imparato quella coreografia come poteva imparare tutte le altre che avrebbe dovuto fare in seguito?

«va tutto bene?» si voltò nel vedere crytical lì, neanche se ne era accorta. annuì velocemente andando a prendere le proprie cose.

«qualcosa mi dice che non è così» continuò e a quel punto posò lo sguardo su di lui.

«sono un disastro, non riesco a ballare il modern e forse è stato un errore»

«ma va che dici, abbiamo tutti una prima volta, prima o poi sono sicuro che toccherà anche a me affrontare una grande sfida.
l'importante è non arrendersi» lo ringraziò soltanto mentalmente perché non riusciva a parlare in quel momento.

francesco aveva proprio ragione.

poco dopo il suo amico andò via e lei finì di sistemarsi per andare anche lei in casetta.
ancora era tutto così assurdo per lei, forse magari doveva chiedere aiuto ad uno degli altri in casetta, l'avrebbero forse aiutata a ballare. ma chi? nessuno ballava modern se non forse cosmary ma non era l'ideale dato che alla celentano non convinceva.
arrivò poco dopo entrando dentro la casetta, lo sguardo basso, sinceramente non voleva proprio vedere nessuno, era in uno di quei momenti in cui voleva stare sola.
quei momenti purtroppo c'erano troppo spesso da ormai un anno.

«come è andata?» alzò lo sguardo vedendo carola lì davanti a lei, sospirò appena.

«tutto ok» disse solamente, volendo andare via da lì il più velocemente possibile.

«ti va di parlare un po'? quello sguardo lo conosco» disse la mora abbozzando un sorriso. senza dire niente, per una volta, acconsentì a ciò e seguì carola verso il divano, quello prima delle camere.
«che succede?»

«sono un disastro con il modern, la maestra prima o poi si renderà conto che non sono adatta e mi caccerà» disse tutta di un fiato, carola aveva sentito ogni minima cosa in silenzio e la guardò comprensiva.

«ti posso capire, anche io molte volte ho questi sconforti. sai che mi fa andare avanti? a parte le parole delle persone più strette a me qui dentro ma anche il voler realizzare il mio sogno a tutti i costi. pensa che sei qui e se ci tieni veramente supererai anche questo» cercò di sorridere e poi si ritrovò carola che l'abbracciava.

rimase per un momento impassibile, di certo non era pronta agli abbracci, non li amava particolarmente.
poi ricambiò per non farle capire che non li amava molto. sciolto quell'abbraccio si rese veramente conto che carola era la persona che si aspettava. era proprio gentile come quando la vedeva in tv, era così ovvio il motivo per il quale luigi la guardava in quel modo.

«grazie carola io-»

«che fate? non ditemi che parlate di danza classica» fu interrotta proprio da luigi e si girò a guardarlo. arrossì leggermente, stava sorridendo e luigi aveva veramente un sorriso bellissimi.

distanti e diversi || luigiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora