1 dicembre 2039
«Che c'hai a papà?» Manuel studia i movimenti di suo figlio e come al solito non può fare a meno di notare l'estrema somiglianza tra di loro, palese in aspetto ma ancora più evidente nell'atteggiamento. Si nutre della sua stessa impazienza e ha occhi da cui si leggono nitide le pagine stropicciate delle sue emozioni.
«Non voglio andare dai nonni, voglio stare con te!» piagnucola mentre schiaccia con forza il quarto o quinto giocattolo dentro ad uno zainetto minuscolo che rimane comunque più grande di lui ogni volta che lo mette sulle spalle, che quasi non si capisce chi dei due porti l'altro. Manuel ha provato a comprargliene di nuovi, delle dimensioni giuste e con fantasie ispirate ai cartoni animati che tanto adora, ma suo figlio che ha ereditato pure la sua stessa testardaggine li ha puntualmente rifiutati, preferendo quel pezzo di stoffa logoro che apparteneva a lui da bambino.
"Così ti porto ovunque con me papà" questa la sua decisa sentenza ad ogni proposta di un nuovo acquisto. D'altronde Manuel lo ha cresciuto da solo, un po' come sua madre aveva fatto con lui, innescando così un legame simbiotico, di sopravvivenza reciproca, la ragione d'esistere l'uno dell'altro.
«Fammi sentire Jacopì, perché non vuoi andare dai nonni?» lo sa perfettamente che per Jacopo distaccarsi anche solo delle ore da lui equivale a sentirsi perso. Già normalmente hanno poco tempo da spendere insieme e trascorrere dieci pomeriggi consecutivi distanti è un colpo basso.
Ma non può fare altrimenti, deve risparmiargli almeno questa sofferenza.
«Perché nonna Anita vuole insegnarmi il francese, nonno Dante pensa solo alle parole crociate e nessuno gioca con me. Io mi scoccio! Ti prego papà, portami con te.» congiunge le sue tenere mani in segno di preghiera e sfodera lo sguardo da cucciolo abbandonato migliore in circolazione, insegnatogli dal padre stesso per ottenere qualsiasi cosa.
In realtà tutto quello che conosce glielo ha insegnato lui, con meticolosa premura.
«Non funziona con me 'sta faccetta che fai, malandrino.» gli stritola le guance paffute, il suo modo dolce di dimostrargli affetto. Jacopo scoppia a ridere e a Manuel scoppia il cuore di gioia, il suo sorriso sdentato è un toccasana per il benessere.
Scoppia un po' anche di paura, quella secondo cui momenti del genere, di una quotidianità colma di spensieratezza, potranno non tornare. Così come avanza però la scaccia via, è meglio che non prenda il sopravvento.
«Ieri nemmeno lo zio Simone ha voluto giocare con me, i nonni dicono che è simpatico ma a me non pare simpatico per niente.» stavolta a far scoppiare il cuore di Manuel è una bomba atomica la cui energia è prodotta da una reazione a catena di sensazioni passate, a farla esplodere tra le tante è la perdita e il dolore da essa scaturito. Lo sente nuovamente bruciare sulla sua pelle.
Impiega dei secondi a razionalizzare, lascia spazio ad una serie di interrogativi.
«Simone? Hai conosciuto Sim...zio Simone?» si limita a pronunciare questo, gli altri che hanno ricominciato a martellargli il cervello li richiude con prepotenza nel cassetto del dimenticatoio.
Non può permettersi, soprattutto in questa situazione, di farsi condizionare da loro.
«No, ho sentito una voce sconosciuta parlare con nonno e sono corso in salotto perché mi stavo annoiando. Nonno mi ha detto che era zio Simone, allora io mi sono presentato come mi hai insegnato tu. Ho detto "piacere, sono Jacopo Ferro" e gli ho chiesto di giocare con me ma lui non mi ha risposto, ha solo detto al nonno che era di fretta ed è andato via.» Manuel pensa al fatto che è dal diciotto settembre di sei anni prima, il giorno in cui suo figlio è arrivato al mondo, che Simone rifiuta qualsiasi forma di contatto con lui, persino di vederlo in fotografia. Questa cosa gli è andata bene la maggior parte delle volte, le feste saltate, compleanni svolti in due occasioni diverse, i viaggi di famiglia separati, ha compreso senza esitare.
STAI LEGGENDO
Sedici
Fanfiction«A sedici anni ti ho aspettato, in sedici anni ti ho amato e perso, dopo sedici anni e per sedici giorni ti ho ritrovato.» Sotto il cielo stellato Manuel si appropria del modo di dimostrare un ti amo di Simone e pronuncia un ultimo "vengo con te". D...