15. 2 dicembre 2039

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2 dicembre 2039

«Dottor Balestra capisco che sei mattiniero ma arrivare alle sette mi sembra alquanto esagerato» Simone occupa una sola sedia in un tavolo per quattro persone al bar dell'ospedale vuoto, sta bevendo l'ennesimo caffè per non lasciarsi inghiottire dalla stanchezza. I suoi occhi saturi di lacrime sono riusciti a spegnersi solo per poche ore. Occhi che focalizzano il loro campo d'indagine sul collega che davanti al suo pallore mostra chiari segni di preoccupazione.

«Simo ti senti bene? È successo qualcosa?» Manuel, è successo Manuel, ecco cosa è successo.

«Alex sto bene, ho coperto il turno di notte e lo sai meglio di me che qui non si dorme.» diciotto anni prima era stato il suo fidanzato per poco più di un mese, per gli anni a venire un grande amico e da quattro anni anche collega. E' un'impresa impossibile mentirgli, Alex ha imparato a riconoscere le sue verità.

«Ieri non avevi il turno di notte e il turno di mattina inizia alle otto. Quindi la cazzata me l'hai raccontata, adesso mi dici che succede?» si accomoda accanto a lui e tira fuori da un sacchetto bianco, un secondo cornetto alla crema che ha le sembianze di uno scambio. Un cornetto per una confessione.

«Ieri Manuel è stato a visita da me, ha un linfonodo ingrossato.» fa una fatica immensa e sono le uniche parole che è in grado di emettere, deduce che Alex capisca. Simone però nota un atteggiamento sospetto, lui non è sorpreso, anzi «ma tu questo lo sapevi già, vero?» Alex mantiene un profilo basso, non sentenzia, se la rabbia vuole scatenarla contro di lui la accoglie tutta purché si sfoghi.

«Tu lo sapevi e non mi hai detto nulla? Ma come ragionate tu e mio padre? Mi va anche bene che non lo avete fermato, ma addirittura non avvisarmi? Ci avete pensato un solo istante a come mi sarei sentito io? C'ho passato dieci anni della mia vita insieme a lui e voi avete seriamente pensato che avrei reagito bene a questa cosa? Spiegamelo Alex perché non capisco.»

Simone è conscio che anche se lo avesse saputo prima, la reazione sarebbe stata la medesima nel momento in cui l'avrebbe visto entrare nel suo studio. Si aggrappa all'illusione che sarebbe stato diverso. Per canalizzare la sua frustrazione su qualcosa all'infuori di sé stesso. Un meccanismo di difesa per proteggersi dal peso insormontabile che si trascina da ore, un composto originato dalla stessa materia di cui è fatto il dolore.

«Proprio perché hai passato dieci anni insieme a lui dovresti sapere meglio di me che quando Manuel si mette una cosa in testa nessuno gli fa cambiare idea. Io c'ho provato e riprovato e alla fine ho deciso di rispettare la sua scelta, quella di non dirti nulla, perché non sono solo amico tuo ma sono anche amico suo. Poi sii onesto, dirtelo avrebbe cambiato qualcosa?»

«Se lo avessi saputo prima...forse mi sarei rifiutato di prenderlo in cura.» è una grande menzogna dettata dall'ansia iniettata nelle sue pupille, Alex la legge.

«Quando Manuel è venuto da me aveva nei suoi occhi la tua stessa paura, quella di non farcela. Ma nei suoi come nei tuoi c'è anche una speranza, la sua è quella di essere curato da te e la tua è quella di curarlo. Ieri avresti potuto sbattergli la porta in faccia e salvaguardarti. Non lo hai fatto. E sai perché? Perché lo ami ancora, anche se ti ostini a negare. Proprio per questo smettila di piangerti addosso e fai quello che devi fare.»

«Che devo fare?» Alex gli offre la risposta più ovvia ma difficile da accettare «il dottore Simone, devi fare il dottore» gli torna ancora in mente quella promessa di sedici anni fa, impegnarsi solo per salvarlo e la sofferenza assume l'aspetto della determinazione «ma quando sei fuori da questo ospedale, e ti viene la voglia di stargli accanto, non privartene.»

1 gennaio 2024

Simone si è svegliato con l'impellente voglia di preparare la colazione a Manuel, d'altronde la nonna glielo ha sempre detto che dedicare il primo pensiero del mattino a qualcun altro è un atto di amore incondizionato. E l'immagine di Manuel accoccolato accanto a lui con gli occhi chiusi e il respiro affannato, quell'amore incondizionato glielo ha fatto scorrere nelle vene.

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