Er nata per quel mondo. Ma non vi appartenevo.
La mi anima mi chiedeva di andarmene. Non era quella la mia casa.
Volevo scappare, ma non ero sicur adi poterlo fare. Le responsabilità mi ancoravano li attaccata alla Terra come se fossi una prigioniera ed ero stata io stessa ad ammanettarmi.Erano passati 10 anni e David era stato sconfitto, io avevo trahettato tutte le anime disperse e ora regnava la serenità.. o comunque il massimo di serenità che ci si può aspettare dagli essere viventi.
Mi chiedevo come avrei fatto a capire quando il mio compito sarebbe terminato o se la paura di commettere nuovi errori mi avrebbe pe rsempre condannata ad essere lì.
Non volevo più morire. Tuttaltro. Volevo finalmente vivere.
In quel momento nell'aria sento una dolce voce canticchiare "I wonder what is like to be loved by you" e non posso fare a meno di pensare a Ranahsh. Molto tempo prima mi aveva chiesto di sposarlo senza pensarci due volte lo avevo rifiutato. Non mi ero pentita all'epoca, avrei potuto pentirmi ora? No, continuavo ad essere ancora convinta della mia scelta e se a volte per curiosità pensavo a come sarebbe potuta continuare la nostra storia se avessi preso una scelta diversa, non riuscivo mai a darmi una risposta. La mia mente si ribellava al pensiero di essere incarcerata non solo da wuesto mondo, ma anche da quell'uomo e quando formulavo questi pensieri mi ricordavo perchè non avrei potuto sposarlo. Non lo amavo e non lo avrei mai amato.
Avevamo provato a rimanere amici, ma nonostante la sua sostanziale longevità non avevamo molto in comune da condividere e ben presto smettemmo di tenerci in contatto.
Tempo faceva da spola quando non era impegnato a vivere le sue avventure e ci raccontava a turno come stava uno e cosa faceva l'altro.Soffiai sulla tazza di caffè davanti a me. Nonostante il tempo freddo, era da molto che contemplavo la bevanda aspettando che si stiepidisse a sufficienza da poterlo bere. Ero seduta al mio tavolino preferito, nel mio bar preferito e finalmente il cameriere, un ragazzo biondino con non più di 25 anni, mi portava una fetta do torta.
Mi sorrise e mi chiese di dargli un feedback quando l'avessi assaggiata. Ogni settimana mi faceva assaggiare uno special prima di aggiungerlo al menù così da poter aggiustare la ricetta secondo i miei consigli. Era divertente e comunque non avevo molto altro da fare tra un trapasso di anime e un altro, quindi avevo accettato con piacere di prestarmi a quegli esperimenti.Di fronte al caffè c'era una libreria. Era piccola e un pò polverosa. Il proprietario era da morto da meno di un a settimana e non mi ero ancora abituata all'idea che non l'avrei più vista aperta e che presto sarebbe stata sgomberata per essere rivenduta a qualcun altro.
Avrei voluto comprarla e continuare a portare il lavoro del vecchio signore che la accudiva come se fosse il guardiano di un grande tesoro e non un libraio, ma non avevo soldi e non sapevo come funzionavano queste cose.
Avevo paura di rendermi ridicola. Paura.. sorrisi a quella parola. Un tempo non ricordavo neppure cosa fossero le emozioni e in quel momento avevo addirittura paura. Che strana la vita.Il cameriere si sedette di fronte a me, molto probabilmente aveva già finito di riorganizzare dentro e stava solo aspettando che io finissi il mio caffè e la torta per andarsene.
"Scusa, non ho ancora assaggiato la torta, ma dall'aspetto sembra buonissimo. Stai migliorando con le decorazioni." Sorrisi a mo' di scuse e di incoraggiamento.
"Non c'è problema, prenditi il tuo tempo, mi fa piacere sapere la tua opinione e non vorrei metterti fretta." Rise e risposi con un sorriso vero. Il suo atteggiamento era sfacciato nonostante le sue parole educate.
Mi decisi a prendere un pezzo della torta e.. "Mmm.." riflettei per un momento sul sapore.
C'era un ingrediente molto speciale. Ma non ne ero sicura.
"Mathias.. é marmellata di rose?" chiesi incerta. Sapeva che la adoravo e ritrovarla in uno dei suoi dolci in modo così inaspettato era come regalare un peluche gigante a una bambina. Man mano che la continuavo il mio sorriso si allargava. Era un dolce spettacolare. Sarebbe sicuramente diventato il mio preferito.
"Hai indovinato. Ti piace?" Chiese un pò ansioso della risposta. Non alzai neppure lo sguardo troppo presa dalla torta e semplicemente annuii.
Lo sentii sospirare e rise di nuvo. " Morte non so quanto dolci ti ho fatto assaggiare e ho ancora il timore che tu possa dire qualcosa di letale sulle mie creazioni."
Questa volta lo guardai alzando un sopracciglio "Voleva essere una battuta?" Iniziò a ridere a crepapelle e io tornai ad ignorarlo.
Quando finii di mangiare tornai a prestargli attenzione e vidi che mi stava fissando. "Era semplicmente perfetta, non avresti potuta farla meglio, complimenti!"
"Grazie." Mi disse con un sorriso e continuò a fissarmi. " Come mai stavi guardando la libreria prima?"
"Stavo pensando che mi sarebbe piaciuto comprarla e iniziare una carriera da libraia.. Stupido vero?"
"Perchè dovrebbe esserlo?" Rsipose serio.
"Credo ti sia dimenticato che io sono Morte e.. io non faccio queste cose."
"Ti sbagli. Non hai mai fatto queste cose, ma non significa che non puoi iniziare ora." Era serio, ma gentile e così mentre mi serviva altra torta e altro caffè nonostante il suo negozio fosse chiuso, mi convinse nelle due ore successive a comprare il locale. Mi avrebbe prestato parte dei soldi e insieme alla comunità magica mi avrebbero fatto ottenere un mutuo.
Suonava così ordinario, forse proprio quello fu il primo giorno di una vita ordinaria, ma magica allo stesso tempo.FINE
NOTE DELL'AUTRICE
Questa storia non è una storia d'amore, nè una storia d'azione, ma è una storia che racconta la ricerca di stessi. Il più grande nemico, come lo è spesso nella vita, siamo noi stessi, e qui l'essere "vivente" più emblematico di tutte le storie riesce a trovare se stessa, forse proprio grazie a personaggi più "cattivi" di quanto può esserlo lei con se stessa quando si nega la sua vera natura, si simentica di chi è e smette di sognare anche solo un futuro ordinario.
Forse la speranza e il coraggio le sono stati portati via all'inizio, ma non se li è ripresi ed è stata lei a condannare se stessa.
Lei alla fine si riunisce alla sua essenza più profonda e questa non è la sua storia, ma solo il prologo di come inizierà la sua vera storia piena di avventure quotidiane e anche di più particolari.Forse un giorno racconterò di come ha sconfitto Davis, di chi è Mathias, di cosa sta facendo nel frattempo Ranahsh e di tutti i nuovi amici che avrà, man mano che il Destino li farà incontrare per aiutarli. Ma per ora ci basterà sapere che Morte è di nuovo completa ed è pronta a vivere.
Grazie per essere arrivati fin qui.
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Una dolce Morte
خيال (فانتازيا)"Vivere" è una parola molto grande. Implica azioni e sentimenti. Vivere per sempre è una gran fatica, ma esistere per sempre non lo è. Il problema sorge quando si capisce di essere in una notte senza fine e di voler vedere l'alba. In questa storia l...