Partenza

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Partenza

Il villaggio era in fermento. Ormai la notizia della guerra aveva raggiunto tutti ormai, si erano creati due blocchi distinti, chi partiva per scappare chi invece si attrezzava per andare a combattere. Un rappresentante per ogni famiglia era d'obbligo nel gruppo di chi andava in guerra, ma solo se c'erano almeno due maschi in famiglia.

Chi aveva solo figlie femmine o non ne aveva affatto aveva il diritto di scegliere senza pressioni. Molti scelsero di scappare quindi, ma altri specie giovani volevano combattere, alcuni ragazzi litigavano con i propri genitori per poter seguire i fratelli o il padre in guerra.

Il capo villaggio Ralatar era a capo del convoglio che si sarebbe diretto a nord. Lui era troppo anziano per combattere, riusciva a mala pena a gestire il villaggio con l'aiuto della propria famiglia, i suoi quattro figli scelsero di andare tutti in guerra, lasciandolo solo con la moglie e le due figlie femmine.

Furono loro due a organizzare la carovana che sarebbe partita.

Dalla parte opposta del villaggio il vecchio Kir era invece colui che avrebbe portato la rappresentanza di Vinokel in guerra.

I Beriani avevano quest'organizzazione militare. Ogni villaggio una quota, ogni quota un capo. Il capo avrebbe impartito gli ordini agli uomini durante le battaglie ed era responsabile del loro comportamento.

Addestramento, equipaggiamento, disciplina erano tutti incarichi del capo quota.

Kir era un uomo di mezza età, aveva già combattuto in passato come mercenario a sud. Aveva spalle larghe e una statura sopra la media non ancora curvata dall'età. La scelta di Ralatar nel nominarlo capo era scontata e tutti l'accolsero benevolmente sapendo che un capo esperto poteva significare una possibilità in più per i propri figli di sopravvivere. Alcune madri furono contente di riabbracciare i propri figli quando Kir li rispedì letteralmente a calci indietro perché troppo giovani. Anche Jonnu si becco un pugno in faccia che lo fece stramazzare a terra quando rispose male ad un suo ordine. Ricevette cosi l'incarico di partire con gli ultimi rifornimenti, quindi sarebbe stato fra gli ultimissimi a lasciare il villaggio. Insieme ai guerrieri più vecchi e quelli più giovani.

In due giorni fu tutto pronto.

Trecento quindici guerrieri in tutto.

Kir mandò cinquanta come scorta alle carovane delle famiglie e gli disse che potevano ancora scegliere se tornare o meno. Quel gruppo era composto per lo più da secondi e terzi geniti che volevano solo un po' di gloria quindi per lui non era una grossa perdita. Alcuni erano ingenui altri poco più grandi di ragazzi.

Il villaggio era semi deserto. Alcune persone erano già partite per conto proprio altre stavano in casa a preparare gli ultimi bagagli.

Arkel arrivo a piedi e non trovo quasi nessuno.

Aveva preparato tutto, sarebbe partito fra poche ore come scorta ma voleva prima parlare con Yvet.

La raggiunse nella stalla, era intenta a sistemare l'unico covone di paglia rimasto.

«Sono partiti?»

Lei si girò e poso il forcone «Il gruppo di guerrieri è partito sta mattina presto, alcuni sono rimasti per salutare le famiglie. Entro domani anche tutti gli altri diretti a nord partiranno.»

«Tranne te...»

«No...anche io...non posso lasciare il mio fratellino solo.»

«Perché non volevi partire allora?» Arkel si avvicinò e lei lo guardò negli occhi.

«Per non lasciare solo qualcun altro»

Non disse altro, getto il forcone a terra e si fermo un istante a guardarlo. Sembrava volesse avvicinarsi sempre di più ma in un istante si girò per voltarsi.

La Quercia StortaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora