Parte Terza

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-"Principessa venga qui" mi disse
Arnold, affacciandosi furtivamente da uno degli ingressi delle cucine reali.

Io ed Emily ci guardammo attorno e non vedendo occhi indiscreti, ci infilammo in cucina.

-"Oggi ho preparato due creme, ma dovrò servirne solo una. Voglio servire quella che più piace a Lei principessa, non me ne voglia il re" confessò Arnold, senza troppi indugi, attorcigliando tra le mani la punta di uno dei suoi baffi.

Quell'omone di quasi due metri, tutta arte e simpatia, era il cuoco di Corte. Era dal suo genio che venivano create le meraviglie di cui tutta la famiglia reale si deliziava.
Arnold mi voleva bene perché mi aveva visto crescere. Avevo da sempre avuto una passione per l'ambiente in cui lavorava e più volte, sin da piccola , mi ero rifugiata in quelle cucine, mostrandomi per quella che ero: una bambina curiosa, a cui piaceva stare tra la gente.
Così, sulla base di un rispetto ereditato dalla famiglia a cui appartenevo , erano venuti fuori rapporti che si mantenevano per quello che ero io come persona, più che come principessa.
Mi dava una soddisfazione immensa tutto ciò.

Il cuoco mise le creme in due ciotoline diverse, all'interno delle quali adagiò anche un paio di cucchiaini, permettendo l'assaggio sia a me che ad Emily.

Non ci diede nessuna informazione sul gusto che avremmo trovato. Era quella la parte entusiasmante.

Le due creme all'aspetto sembravano identiche. Stesso colore, stessa consistenza.

Le assaggiammo entrambe, sotto l'occhio vigile di Arnold, che fremeva in attesa di un nostro commento.

~" Tu quale sceglieresti?", dissi guardando Emily.

La mia dama ci mise un po' a rispondere.

~"Rispondi senza pensare a me, tanto non mi condizionerai, io ho già scelto. È solo curiosità", le dissi per spronarla, mentre battevo sul palmo della mano sinistra, il cucchiaino che stavo stringendo.

-" Preferisco quella alla vaniglia", rispose allora lei, sicura.

Le creme, infatti, al gusto, si erano rivelate una alla vaniglia e l'altra al limone.

~"Sempre d'accordo con me!" esclamai come a dire : "lo sapevo!", per sottolineare la nostra sintonia.

Arnold sorrise sotto i baffi e ci guardò fiero, come si guardano due nipoti.

-"Vada per la vaniglia allora", disse soddisfatto, mentre ci indicò di uscire dal suo regno.

Salutai Emily ed entrai in sala, aspettando il re e la regina.

Durò tutto poco, visto che i miei genitori furono ben presto in partenza.

-"Camila, se hai bisogno di qualcosa, sai dove trovarci" mi disse il re, ponendo una mano sulla mia spalla.
Annuii.

-"Approfitta di questo tempo per esercitarti. Tu sai" aggiunse a voce bassa, avvicinandosi al mio orecchio.

La storia era sempre la stessa, l'ossessione ritornava puntuale, ma apprezzai davvero quella discrezione.

Il suo umore era disteso. Il re probabilmente era felice di trascorrere qualche giorno lontano dal palazzo, in compagnia dell'unica persona che amava veramente.

Mi avvicinai e diedi un bacio a mia madre, la quale mi sorrise e ricambiò l'affetto dandomi una pacca sulla spalla.
Pensai che in fondo eravamo tutti felici. Me lo raccontai,anzi, probabilmente per non sentirmi troppo in colpa della gioia che provavo nel vederli allontanare, per poter fare ciò che volevo.

Era questo un problema del mio carattere. Per quanto soffrissi di ciò che non potevo fare, allo stesso tempo, appena tentavo di liberarmi, mi sentivo in colpa.
Era il senso di colpa, in realtà ad imprigionarmi e non ci sono catene più resistenti di quelle che ci poniamo da soli.

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