Parte Settima

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Strinse il legnetto che aveva in mano.
Sapevo di averlo convinto, ma capivo che stesse ancora prendendo tempo.

Il suo sguardo era rivolto a terra. Probabilmente stava pensando a qualcosa.
Avrei insistito ancora, per battere quel ferro che mi sembrava caldo. Non volevo che ci ripensasse e scegliesse di non mostrarsi a me.

Ma all'improvviso lo vidi scrivere di nuovo qualcosa sul pavimento.

-"Promettimi che non scapperai", scrisse.

Se quel bacio di poco prima, non mi aveva fatto capire abbastanza, quel suo comportamento mi sembrò dirmi esplicitamente che non ero la sola ad aver provato dei sentimenti forti.

Presi del tempo, perché quel pensiero, mi riscaldò l'anima. Era una situazione assurda, ma ero felice. Per la prima volta.
Il mio desiderio di piacergli, si era trasformato nella consapevolezza di esserci riuscita.
Mi sentii inebriata da quella sensazione.

Anche se quell'uomo sembrava aver così tanta paura nel mostrarsi, io ero certa che potesse stare tranquillo. Niente di quello che avrei visto, mi avrebbe allontanato.
Non c'era neanche una minima ipotesi che potessi farlo.

Mi avvicinai a lui, che però fece un passo indietro, ricordandomi di non aver risposto, almeno a parole, alla sua domanda.

~"Te lo prometto", dissi subito, cercando di recuperare il tempo perso.

~"Ma non capisco perché tu abbia così paura", aggiunsi, stando in piedi davanti a lui, ancora seduto a terra.

-"Perché se non decidi di restare, io ho perso l'unica occasione di stare con te" disse, d'un fiato, quella persona misteriosa.

Fu la prima volta che usò la sua voce per comunicare.
Quella voce, fu per me, un fulmine che squarciò il silenzio che c'era stato fino a quel momento.
Mi sentii folgorata.

Non riuscirei mai ad esprimere lo sgomento che provai difronte a quella sorpresa.
Mi bastò sentire quella melodia per capire il motivo per cui non avesse mai parlato.
In realtà, non capii solo quello, ma tutto. Velocemente i tasselli del puzzle, si riunirono chiari davanti ai miei occhi.

Il tutto si consumò in frammenti di secondi.
Non appena finì di pronunciare quelle parole, si alzò in piedi, si tolse il cappuccio ed abbassò anche la bandana.
Come se non fosse ancora chiaro, mi ritrovai davanti alla soluzione del mio enigma.
Mi si bloccò il fiato e di scatto, portai una mano davanti alla bocca che era rimasta spalancata.

Ripercorsi la mia vita a ritroso, in brevi istanti che si susseguirono davanti ai miei occhi, isolandomi dal contesto.

Quegli stessi istanti, mi sembrarono infiniti. Ebbi tutto il tempo di valutare, di analizzarmi, come non avevo mai fatto.

Di quella persona, non sapevo niente fino a poco prima, ma qualcosa dentro di me, probabilmente aveva sentito un'attrazione inconfondibile. Era come se la chimica del mio corpo, avesse riconosciuto quella persona, prima della mia razionalità.

Non ero mai stata innamorata di Andrew, ma l'unica sensazione che poteva lontanamente avvicinarsi a quel sentimento, l'avevo provata per Emily.

Ricordavo quanto strano mi era sembrato all'epoca, desiderare di toccare la sua pelle, di godermi la sua dolcezza. Però il nostro rapporto, trasformandosi poi in qualcosa di fraterno, aveva sviato fortunatamente quei pensieri e aveva messo a tacere le mie paure.

Infatti, avevo avuto paura di uno scandalo enorme. Avevo avuto paura di essere in grado di provare qualcosa per una donna.
E se qualche anno prima, ne avevo avuto solo il timore, ora ne avevo la certezza.

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