Rimasi con mio cugino in giardino, gran parte della mattinata.
Cercai di fargli aprire gli occhi sulla situazione che si stava consumando al villaggio, per via delle decisioni del re.
Dovetti più volte fare un passo avanti ed uno indietro, per non esprimermi a tal punto da far scoprire il mio personale coinvolgimento.
-"Buongiorno Andrew!" esclamò Paul, distogliendo lo sguardo dalla conversazione che stavamo avendo.
-"Siediti qui con noi" aggiunse subito dopo, invitandolo a prender posto al tavolo attorno al quale avevamo passato già un paio di ore.
Era una giornata davvero piacevole. Per quanto facesse freddo, il sole riusciva a scaldarci benissimo e non sembrava neanche fosse inverno.
Il tavolo era ad un angolo del prato e veniva inondato del profumo dei bucaneve orgogliosamente in fiore.
Lo scenario era in netto contrasto con l'argomento della nostra conversazione ed anzi, più di una volta mi sentii in colpa, ancora così tanto privilegiata, rispetto alle persone che stavano inevitabilmente soffrendo.
-"Buongiorno a voi.. Mi siedo volentieri" rispose Andrew col sorriso.
Fui felice di vederlo e decisi di incalzare ancora di più con quel discorso, sicura che anche lui mi avrebbe appoggiata, nei limiti del rispetto che aveva verso la figura di mio cugino.
~"Come ti dicevo, se la gente soffre, ne risente anche il regno" presi a dire dal nulla, ritrascinando Paul in una conversazione da cui voleva quasi scappare.
~"Non siamo così stupidi da non capire che il regno senza il suo popolo, crolla", continuai decisa.
Mio cugino alzò gli occhi al cielo, mentre Andrew corrugò la fronte e si portò una mano al mento, come per ascoltare più attentamente.
-"Quello che dici è vero, ma è anche vero che il popolo ha bisogno di disciplina. Se lasciamo passare tutto, se ne aporofitteranno. Che re è un re che non impone le sue regole?" rispose convinto Paul, che intanto si era messo in piedi, con le braccia stese sullo schienale della sedia, rivolto verso di noi.
~" Ma un popolo che soffre è pronto a ribellarsi a prescindere dalla disciplina. E poi non mi sembra produttivo, scatenare una guerra per un ladruncolo da quattro soldi!" dissi concitata.
-"Se posso permettermi..", mi interruppe il mio promesso sposo.
-"Se posso permettermi, il popolo in verità stava già attraversando un momento di grave carestia. Il ladruncolo non penso sia stato un simboll di ribellione, ma di disperazione e necessità" disse.
I miei occhi si riempiono di soddisfazione nel guardare quella persona che da sempre era d'accordo con le mie idee.
Andrew era stato uno delle poche persone a farmi scoprire la sensazione di essere compresa. E non mi aveva deluso neanche in quella circostanza.
Mio cugino abbassò lo sguardo e mi sembrò riflettere.
Certamente in una gerarchia come la nostra, io avevo più voce in capitolo di Andrew, ma nello stesso schema sociale, un uomo viene comunque prima di una donna e quindi le sue parole risuonarono più potenti delle mie.O magari fu perché mio cugino conosceva il mio punto di vista, da anni ormai e quindi le mie frasi gli sembravano più una difesa di ideali che un'esposizione di fatti concreti, mentre il parere di una persona integra e razionale come Andy, lo mettevano difronte alla realtà.
-"In più vi dico che il popolo è molto legato al suo re, ma stremato dalla fame e dalla disperazione, è pronto a qualsiasi cosa. E non basta tutto l'esercito a fermare la rabbia di uomini che cercano di proteggere le loro famiglie" aggiunse, sicuro di ciò che diceva.