Parte Undicesima

31 2 1
                                    

-" Sono due bambini iperattivi. Non stanno fermi neanche un minuto e fanno disperare mamma e papà", disse ridendo.

Era come se fosse orgogliosa di loro.

-"Ma in senso buono eh", aggiunse subito, come se non si fosse capito.

Sorrisi a mia volta.

-"In realtà il loro arrivo, ha portato così tanta gioia in famiglia, che se non ci fossero stati, sicuramente l'atmosfera dopo l'incidente di papà, sarebbe stata più dura da sopportare. Invece sai, quando ci sono bambini, il tempo passa", continuò.

-"A te piacciono i bambini?" chiese poi subito, interrompendo il suo discorso e puntando l' indice verso di me.

~" Sì, anche se proprio non so cosa significa avere un fratello", risposi, prima di stendermi di nuovo.

Lauren prese un cuscino e se lo mise sotto la pancia, stendendosi anche lei.

-" Ma ci saranno bambini a Palazzo, no?" domandò, aspettando una risposta.

~"Beh, sì, ovvio, ma qui è diverso" dissi, sinteticamente.

Lauren si fermò a guardarmi, facendo silenzio, come per invitarmi a continuare.

Se io avevo imparato un po' le abitudini delle persone comuni, frequentando il villaggio di tanto in tanto, lei non poteva avere idea di come funzionassero le cose da noi.

~" Qui è diverso perché i rapporti umani sono completamente distorti rispetto a quelli che conosci tu.
I bambini ci sono, ma non passano tempo con gli adulti. O meglio, non con noi. Sono educati ed accuditi da persone selezionate per le loro competenze. Non è come da voi, i bambini non giocano con i genitori, né vi passano tempo in altri modi. Siamo molto rigidi ",
raccontai allora.

-" Dev'essere bruttissimo! Come può una madre non prendersi cura del proprio figlio? " chiese lei corrugando la fronte.

Mi misi su un fianco, per guardarla negli occhi.

~" Pensa che finché non ho visto la differenza con le famiglie del villaggio, per me questa era la normalità " le confessai.

Lauren mi guardò restando in silenzio.

~" Quanto devo sembrarti fredda per considerare questi tipi di rapporti umani la normalità? " le chiesi, pensando di averla stupita.

Allora la ragazza stese un braccio e mi sistemò una ciocca di capelli dietro all'orecchio sinistro.

-" La normalità è fatta di ciò che conosciamo. Non è una nostra colpa. Dovresti apprezzarti per il coraggio che hai di voler conoscere quello che c'è fuori queste mura",mi rispose concreta come sempre.

Mi faceva sentire bene, semplicemente.

Sorrisi, per quella sorta di complimento che mi aveva fatto.

Rimase a guardarmi ancora un po'. Sentivo i suoi occhi percorrermi e scrutarmi.

-"Sei molto bella, sai?"  disse d'un tratto, rompendo il silenzio e facendomi piombare in un imbarazzo inatteso.

Se io ero bella, allora lei lo era dieci volte di più. Ma non glielo dissi.

Mi coprii la faccia con una mano, per nascondere il  rossore, mentre con l'altra la spinsi via da una spalla, come per dirle "smettila di farmi imbarazzare".

-"Che c'è?" disse lei col sorriso, avvicinandosi a me ed iniziando a farmi il solletico.

Cercai di divincolarmi, ma quei tocchi rapidi e mirati, mi fecero perdere tutta la forza.

Lauren continuò divertita, finché non ci abbracciammo e rotolammo, l una sull'altra, in preda alle risate.

Capitai sopra di lei e ci guardammo ancora e  ancora, più intensamente di prima.

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Mar 11, 2022 ⏰

Aggiungi questa storia alla tua Biblioteca per ricevere una notifica quando verrà pubblicata la prossima parte!

The Estrabao Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora