Strecatto andò a fare la spesa, come richiesto, ma prima di tornare a casa decise di passare da sua zia, per spiegarle come mai non aveva dormirti a casa, non preoccupandosi del fatto che Cico si sarebbe arrabbiato con lui.
«Titina! Scusami ora ti spiego tutto!» disse Strecatto, sedendosi.
«Si spiegami perché non ci ho capito niente!» esclamò Titina, mentre preparava il caffè.
«Mi hanno assunto come babysitter nella villa di Cico Tobbi!» esclamò Strecatto, sorridendo.
«Cico Tobbi? L'imprenditore?» domandò Titina.
«Si esatto! Faccio il babysitter dei suoi fratelli!» rispose Strecatto.
«Mi fa piacere, meglio questo lavoro, piuttosto che consegnare la frutta!» disse Titina, sorseggiando il caffè.
«Esatto, mi sa che ora devo tornare, o Cico si arrabbierà!» esclamò Strecatto.
«Uhh, Cico? E dimmi Stre, è carino?» domandò Titina.
«Titina! È il mio capo! E poi è fidanzato» rispose Strecatto.
«Peccato, beh io ora devo aprire il negozio, usciamo insieme?» domandò Titina.
«Certo!» rispose il violetto, prendendo le borse da terra.alla villa.
«Stre Stree!! Greta ma dove è finito Strecatto!Non mi ha neanche pulito lo studio!» esclamò Cico.
«Signore è andato a fare la spesa, gliel'ho chiesto io» rispose Greta.
«Quanto tempo fa è uscito?» domandò Cico.
«Circa un oretta fa» rispose Greta, guardando la porta.
«E ci vuole tutto questo tempo per fare la spesa?» domandò Cico.
«Gli ho anche raccomandato di fare presto, possiamo solo aspettare che torni» rispose Greta.
«Va bene Greta sta tranquilla, dopo gli parlo io» disse Cico, sedendosi sul divano.
«Va bene, io vado a preparare il pranzo» disse Greta, andando poi in cucina.time skip: 10 minuti dopo
«Sono a casa!» esclamò Strecatto.
«Era ora, ti sto aspettando da quasi due ore» disse Cico, alzandosi dal divano, avvicinandosi al violetto.
«In realtà è un ora e venti minuti» sussurrò Strecatto.
«Non ho capito? Se non ti è chiaro, te lo spiego, a me non interessa il tempo, a me importa che tu non hai avvisato e non hai dato retta a Greta! Non hai neanche pulito lo studio!» lo rimproverò Cico.
«Il fatto è che alla cassa c'era una fila lunghissima e io-» provò a giustificarsi il violetto, fallendo miseramente.
«Pensi che io sia stupido?» domandò Cico, avvicinandosi.
«No c'è insomma, forse un po' la facci-» sussurrò Strecatto, ma si fermò notando la presenza del rosso vicino a se.
«Scusami? Puoi ripetere?» domandò Cico.
«Niente non ho detto niente! Vado a posare la spesa!» provò a giustificarsi Strecatto, che si avviò in cucina, ma venne nuovamente bloccato da Cico.
«No tu ora vieni qui. Dove sei stato?» domandò Cico.
«Al supermercato» rispose il violetto.
«Stre questo l'ho capito dimmi la verità, dicendo bugie peggiori solo le cose» disse Cico.
«Va bene...sono andato...da mia...zia» rispose Strecatto.
«E chi ti ha dato il permesso di andarci? Avresti dovuto chiedermelo, perché oggi non avevi ore libere, nel tuo orario di lavoro non puoi permetterti di assentarti quanto ti pare ok?» domandò Cico.
«Va bene mi...dispiace» rispose Strecatto, guardando per terra.
«Per questa volta ti perdono, ora vai a pulire lo studio» disse Cico.
«Grazie! Ora vado subito!» rispose Strecatto.nello studio
Strecatto iniziò a pulire lo studio di Cico, con anche la presenza del proprietario. Il ragazzo mentre puliva fece incantare Cico che iniziò a pensare a quanto quel ragazzo, anche se arrivato la sera precedente, quanto speciale sia, in qualche modo che neanche lui si spiegava, il violetto lo rendeva felice, ma subito il rosso distolse lo sguardo, risvegliandosi dai suoi pensieri.
«Signore ho finito!» esclamò Strecatto.
«Sicuro?» domandò Cico.
«Ovvio! Non le lascio mica lo studio sporco, ora vado che devo pulire il salone!» rispose Strecatto, sorridendo.
«Va bene, vai» disse Cico.Eppure Cico voleva che rimanesse lì, non si spiegava bene il motivo, ma voleva la presenza del violetto stargli accanto.
«Allora vado, se ha bisogno di qualcosa mi chiami!» esclamò Strecatto, uscendo dallo studio.
«Va bene» rispose Cico.
Il rosso si sentì strano, appena il violetto se ne andò si sentì completamente solo...vuoto, la sua presenza gli faceva piacere per un motivo che neanche lui si spiegava. Così decise di andare in salone.
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𝓲𝓵 𝓶𝓲𝓸 𝓯𝓻𝓮𝓮𝔃𝓮𝓻
Romanceper scrivere questa storia mi sono ispirato a una serie che ho visto, Flor. Ci tengo a precisare che a scrivere alcune scene, mi ha aiutato una mia amica. La storia non contiene parolacce o scene troppo esplicite per rispetto di Cico e Strecatto :...