Pt.47

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«Ha provato a scendere poverina ti stava cercando, non ti trovava, e guardala è morta poverina!» disse Malala, mentre le accarezzava la mano.
«Porto dell'acqua! No alcool anzi no meglio un ambulanza!» esclamò agitato, Strecatto.
«Per favore calmatevi! È solo svenuta!» urlò Cico, calmando entrambi.
«Oh signore grazie per aver dato altri cinque minuti di vita alla mia bambina!» disse Malala.
«A proposito, voi due che ci fate vestiti così? Tu non dovevi incontrare un cliente?» continuò Malala, notando i due vestiti elegantemente.
«Malala non è il momento» rispose Cico.
«Ah si non è il momento? La mia Delfina sta per morire e voi ve ne andate chissà dove, almeno aspettate la sua morte!» disse Malala.
«Non siamo andati da nessuna parte, ora basta parlare di questo, chiamo un medico» rispose Cico, nervoso dalle domande di Malala.
«No, andate via, lo chiamo io che voi sareste capaci di ucciderla...è spaventoso santo cielo» disse Malala, prendendo il telefono in mano.

«Santo cielo, povera la mia Delfina, guarda che uomo che si ritrova al suo fianco! Lei sta morendo e tu sei vestito da gala per andare chissà dove!» continuò Malala, girando in tondo.
«Malala per favore è solo svenuta, calmati» rispose Cico, non sopportando più quella donna.
«Non è detto, dobbiamo ancora aspettare cosa dice il medico!» continuò Malala.
«Allora come sta Delfina?» chiese Strecatto, dopo essersi cambiato.
«Almeno questo squattrino ha avuto la decenza di cambiarsi, non come te! E tu poi con che coraggio mi vieni a chiedere come sta la tua vittima!» urlò Malala.
«Malala stai esagerando» rispose il rosso.
«No Cico ha ragione, lascia che si sfoghi» rispose il violetto, abbassando il capo.
«Smettila di fare l'innocente, riconosco quel sorriso da ipocrita! Iena!» continuò Malala, urlando.
«Malala! Fa attenzione a come gli parli» rispose Cico, alzando a sua volta la voce.
«Va tutto bene» cercò di tranquillizzarlo Strecatto.
«Oh il medico!» esclamò Malala, vedendo uscire il medico, che in realtà era un loro complice.
«Signori mi dispiace dirvelo, ma Delfina è entrata nello stadio finale della malattia, penso dovremmo ricoverarla» disse il medico, facendo preoccupare tutti.
«No! No in una stanza piccola di ospedale no» urlò Malala, dando un calcio al medico non facendosi notare ovviamente.
«Malala che ti piaccia o no farò ricoverare Delfina» rispose Cico.
«Beh Cico possiamo anche praticare un ricovero domiciliare!» disse il dottore.
«In che senso?» domandò Strecatto.
«A te che importa!» urlò Malala.
«Malala ti prego! Come possiamo fare dottore?» domandò Cico.
«Beh Delfina dovrà rimanere nel letto, e voi dovreste controllarla spesso, e vedere come passa la notte, se la passa» rispose il dottore, facendo un occhiolino a Malala.
«No la mia bambina no!» urlò Malala, fingendo di piangere.

«Non posso più tirarmi indietro Piada, devo per forza sposarmi Delfina» disse Cico, stando seduto, avanti alla porta della camera di Delfina.
«Ma non sei obbligato a farlo Cico!» rispose Piadina.
«Piadina non ti sto chiedendo un consiglio ma un po' di sostegno!» disse Cico, gesticolando.
«Allora come sta?» domandò Strecatto, arrivando insieme a Malala.
«Come sta?» domandò Malala, al medico.
«Un pochino pochino meglio, ma la malattia sta avanzando purtroppo» rispose il dottore.
«Santo cielo la mia piccola sta morendo...sta morendo» disse Malala, fingendo di star per svenire.
«Malala sta attenta!» esclamò il violetto, aiutandola.
«Lasciami! Me la so cavare da sola!» rispose Malala, staccandosi da Strecatto.
«Malala sta cercando di aiutarti!» disse Cico.
«Si lo so Cico, ma tutta questa situazione mi fa star male!» rispose Malala, fingendo di piangere.
«Cosa possiamo fare per aiutare Delfina?» domandò Cico.
«Ci vorrebbe un miracolo, o dovreste portarla fuori, a fare un giro sotto il sole e con dell'erba!» rispose il medico.
«Cico portala a fare un giro in campagna!» disse Strecatto.
«Brillante idea! Quanto è premuroso quel ragazzo!» esclamò Malala, facendo girare gli occhi al cielo al violetto.

Cico bussò alla porta della camera di Delfina, voleva parlarle.
«Mamma sei tu?» domandò Delfina.
«No sono io, Cico» rispose il rosso, avvicinandosi alla sedia affianco al suo letto.
«Cico scusami, il fatto è che non vedo bene» disse Delfina, ovviamente fingendo.
«Come ti senti?» chiese il rosso, sedendosi.
«Bene, finché riuscirò a respirare bene» rispose Delfina, fingendo di avere la voce sforzata.
«Il dottore ha detto che ti farà bene stare un po' all'aria aperta, stare al sole e al fresco, quindi ti volevo portare a fare un giro in campagna» disse Cico.
«Ah, tu vuoi portarmi lì perché il dottore ritiene che sia giusto, o tu vuoi che io venga» chiese Delfina.
«No desidero che tu venga perché io lo voglio» rispose Cico, guardando per terra.
«Mi piacerebbe venire, ma non so se ne ho la forza» disse Delfina, fingendo di respirare pesantemente.
«Si certo che ne avrai la forza, la avrai perché io ti aiuterò!» disse Cico, prendendole con una mano il braccio e con l'altra sorreggendole il capo.
«E un giorno in campagna ti darà molte energie e voglia di vivere!» continuò il rosso, aiutandola a sedersi sul letto.
«Io adoro che mi coccoli, lo adoro, ma perché lo fai?» domandò Delfina, sempre con lo stesso tono di voce.
«Perché siamo stati insieme per molto tempo e perché...ti volevo chiedere una cosa» farfugliò Cico, con la voce rotta dalla tristezza, stava per piangere.
«Cosa?» domandò Delfina.
«V-volevo chiederti di sposarmi» rispose Cico, trattenendo le lacrime che minacciavano di uscire.
«Tu me lo stai chiedendo perché sono malata vero? E perché sto morendo no? Dimmi la verità!» chiese Delfina, alzando di poco la testa.
«Se io non stessi per morire, me lo chiederesti lo stesso?» continuò Delfina.
«Si...io voglio che ci sposiamo, cosa mi rispondi?» rispose il rosso.
«Di...no» disse Delfina, sorridendo.
«Cosa?»
«Non posso accettare!» rispose Delfina, stendendosi nuovamente.
«Come non puoi accettare! Ma se è quello che hai sempre desiderato!» esclamò Cico, sorpreso.
«Si ma non posso, non ti vedo convinto» disse Delfina.
«Ma...ma di cosa hai bisogno per vedermi convinto?» farfugliò Cico.
«Convincimi! Dimmi che vuoi essere mio marito, e che muori dalla voglia che io sia tua moglie» disse Delfina, iniziando a manipolarlo.
«V-voglio essere tuo marito...e-e muoio dalla voglia...che tu sia...mia moglie» rispose balbettando Cico, già pentito di tutto ciò.
«No no! È tardi!» esclamò Delfina.
«Che cosa è tardi? Ho fatto tutto quello che volevi!» rispose Cico, agitandosi ma rimandando ugualmente con un tono di voce adeguato.
«Non posso sposarmi con te perché non mi fido di te!» disse Delfina.
«Perché no? Perché!» domandò Cico.
«Perché provo una grande vergogna Cico!» rispose Delfina.
«Vergogna di cosa?» domandò nuovamente il rosso.
«Per ciò che ho visto nei giornali Cico!» rispose la donna.
«Per favore dimenticalo! È stato un errore!» esclamò Cico.
«Un errore molto grande per me!» disse Delfina.
«Per favore dimenticalo! Fidati di me!» continuò Cico.
«L'unica cosa che desidero nella vita è sposarmi con te!» disse Delfina.
«Va bene e allora sposiamoci!» rispose Cico.
«Ad una sola condizione» disse Delfina.
«Quale?» domandò Cico.
«Che ripari pubblicamente l'umiliazione che mi avete fatto passare tu e Strecatto» rispose Delfina.
«Va bene» disse Cico, stampandole un bacio sulla fronte.

𝓲𝓵 𝓶𝓲𝓸 𝓯𝓻𝓮𝓮𝔃𝓮𝓻Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora