|| Notte in Bianco ||

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Capitolo 1

Ho sempre vissuto la vita razionalmente, senza dar conto al cuore che giorno dopo giorno smetteva di battere.
Vedevo i ragazzi della mia età godersi la vita, io mi sentivo costantemente fuori luogo, la domanda che mi perseguitava era “cos'avessi di sbagliato”.

Preferivo leggere un libro anziché andare in discoteca, guardare una serie  su Netflix invece che prepararmi per uscire con i ragazzi, fissare le stelle e non guardare lo specchio per ripetermi in modo costante “sei fottutamente giusto”.

Parcheggiai l'auto nel vialetto, spensi il motore e buttai la testa sulla testiera del sedile, sbuffando.
Due ore di viaggio, in agosto, con trentasette gradi fuori che nella lentezza del traffico da bollino nero diventavano all'incirca quaranta, a fatica stemoerati dall'aria condizionata della mia Jeep Wrangler nera.

Thomas scese di fretta per sgranchirsi le muscolose gambe che sbucavano dai pantaloncini color verde militare che ben contrastavano con la sua pelle poco abbronzata e liacia mentre si passava una mano tra i folti capelli mori.

Lo guardai, non mi muovevo. Solo il mio cuore batteva, forse in maniera strana o esagerata, come faceva da un bambino che rompeva le regole ed entrava nei labirinti dei famosi giardini di londra diventare così fottutamnte bello, muscoloso, alto e divertente. Mi conosceva da quando ero piccolo, da tempo, avevamo sentimento amichevole che poco a poco erano diventati una cosa nuova, che avevo paura di provare. Così me ne stavo fermo davvero, ogni volta, a guardare la sua figura possente, dominante.

Thomas nuotava da 3 anni, le sue spalle erano larghe, le sue braccia muscolose, le mani con le quali prese i borsoni erano forti, venose, grandi.

"Spero anche il suo cazzo" osai pensare fra me e me. Zittito notai come il mio forzuto amico mi stava portando le poche valige; la casa era fatta a due piani, tutta in legno, con qualche tratto in roccia; i mobili, però, avevano quel tratto raffinato e lucente come se fosse la casa di un ricco.

Presto entrammo nella baita e una volta posate i borsoni a terra ma ancor prima di chiuderci la porta alle spalle e togliere i teloni sopra i mobili, Thomas si tolse la maglia dalle maniche pezzate di sudore e nuovamente mi bloccai.

Che corpo assolutamente bello, tonico, con pettorali scolpiti e capezzoli che erano bottoni scuri con il quale avrei volentieri acceso il suo piacere; automaticamente vidi il suo sguardo, cercando di evirate sensazioni piacevoli e maliziosi. Sentivo un calore che mi avviluppava l'intestino e sapevo che quella sensazione avrebbe presto raggiunto il mio cazzo e l'avrebbe risvegliato.

Inizia a togliere i teli dal divano dalle poltrone, mentre lui apriva le finestre. <<C'è odore di morte>> esclamativo aprendo la porta finestra che da sul terrazzo del soggiorno; la vista era mozzafiato, una distesa di acqua azzurra per il lava davanti ai nostri occhi e ne rimasi rapito. A svegliarmi da questo torpore il rumore degli sportelli dell'angolo bar che venivano sbattuti da unaffannato diciottenne in cerca di cibo.

<<Non credo ci sia molto sai.. hai finito tutto durante il viaggio>> blaterai io, prendendolo automaticamente in giro, lui fece una smorfia, mostrò la lingua e la mosse da sopra a sotto velocemente, ma presto dovetti cambiare visuale. Quella lingua la desideravo ovunque, faccia, petto, gambe, culo. Ovunque.

<<Tranquillo Newtie, conosco questa casa come le mie tasche->> blaterò, immediatamente sbattè la testa contro l'interno di uno sportello sussurrando un dolce "ahia". Ma sapeva davvero, Dal fondo di uno degli armadietti tirò fuori una bottiglia di Gin, <<che cosa ti frulla in mente Edison?>> dissi io, in modo provocatorio, lui mi guardò, mandandomi fuori di testa.

Neverending Story - Storia InfinitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora