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Capitolo 12

..Presi una lama

La poggiai all'altezza della punta del mio orecchio, sulla mia guancia.

Feci un respiro.

Premetti con forza iniziando a incidere.
Chiusi gli occhi dal dolore.

Una linea rossa segnò il percorso della lama sino all'angolo della mia bocca.

Riaprii gli occhi e diedi uno sguardo veloce allo specchio.

Poi feci lo stesso dall'altro lato.

"Simmetrico è meglio" pensai.

"Adesso si che sono perfetto" ancora dissi dentro la mia testa.

Mi avvicinai al bordo della finestra, non mi curai nemmeno di rifletterci o di farlo con cautela.

Mi buttai e basta.

Adesso potevo sorridere e basta, per sempre.

[...]

Newt's pov:

Mi svegliai di soprassalto, zittito.

Sudavo, non capivo. Perché dovevo farlo?
Perchè porre fine così velocemente la propria vita. Ridurla uno straccio, fregandosene di chi ami e di chi ti vuole bene. Perché dare retta ad un sogno?

Avevano dato dello stupratore violento a thomas, il mio thomas. Non potevo fare finta di nulla, non conciato in quel modo, sempre tremante, restando immobile a tacere e d essere taciuto per cosa.. l'orientamento?

Devono starci loro? Non possono fregarsene di chi vogliammo essere e ammutolirsi senza farci sapere la loro opinione del cazzo? Come a noi non frega di quello che ci dicono perché ad un omofobo deve importargli della mia relazione?

Era ingiusto.

Ancira in dormiveglia decisi di alzarmi, non del tutto, mi misi a sedere, sbadigliando, stropicciandomi gli occhi pizzicanti. Mugolai solo, la casa era silenziosa, si udiva solo il mio respiro, aperti finalmente gli occhi non potetti non percepire una persona.

Tommy ronfava sul fianco destro, accoccolato vicino a me, il musetto lo aveva coperto dalle mani mentre le gambe muscolose e eicoperte dal jeans della sera precedente lo copriva leggermente, lasciando scoperte le caviglie e i piedi nudi.

Sorridendo col fiato sospeso, stritolai gli occhi ancora non volenterosi al darmi una mano, sulla punta della lingua vagabondava un lieve urlo, volevo svegliarli di soprassalto, sorridergli e baciarlo.

Non lo feci.
Sorrisi solamente, e mi appoggiai a lui, accoccolandomi, avvicinai i nostri volti e lo baciai sulla punta del naso, soddisfatto di avere una persona così.

'Persona.. non fidanzato' pensai.

Ripensandoci più e più volte, non riuscii più a pensare positivo, non ci eravamo detti perfino 'ti amo'. Eravamo amici, degli scopa-amici del cazzo.

Non volevo.. così glielo dissi, il più piano possibile da credere e sperare di averlo detto tra me e me.

Chiusi gli occhi, una lacrima amara scese, percorrendo il viso, trapassando il labbro per arrivare a terra, risi appena e sperai.

<<non ti girare.. non ti girare, ti prego>> sussurrai la preghiera, zittito dalle mie stesse parole.
Lo avevo detto, e non me ne pentivo.

Thomas's pov:

Mi girai verso di lui, ammutolito.

Come faceva ad essere così bello, delicato come un gatto. I gatti sono i primi a sapere non solo cos'è il vero senso della famiglia ma anche i primi ad aver sofferto. Più delle persone, c'ho che l'uomo gli ha fatto era imperdonabile.

Neverending Story - Storia InfinitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora