parte 2

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Antonio: puoi raccontarci quella storia, di cui parlavamo prima?

Camilo: Antonio, quando una persona dice "è una lunga storia" vuol dire che non ne vuole parlare.

Antonio: oh, scusa non lo sapevo.

Io: tranquillo piccolo, se vuoi posso raccontarla, certo sempre se vuoi ascoltarla.

Antonio: si ti prego.

Io: ok, sedetevi -i due fecero come dissi e si sederono davanti a me- allora, inizierei con il dire che ho molti più anni di quanti ne dimostro, ormai io vivo qui da 150anni e qualche mese.
50anni fa arrivarono i conquistadores, e spinsero una popolazione di brava gente qui, andai a vedere che stava succedendo, provai ad aiutare ma un uomo, un padre che aveva appena avuto tre bambini, si sacrificò per salvare quella gente, io rimasi immobile, non riuscì a muovermi, la moglie, non che la madre dei tre gemelli, cadde atterra disperata, un urlo straziante scquarciò il silenzio che si era creato.
Ad un tratto vidi uno spirito accanto a me, era lo stesso uomo che era appena morto, mi ricordai una cosa che potevo fare, vedete io ho un dono, così gli dissi "vuoi passare oltre o vuoi continuare a stare con loro e dargli forza?" Lui, scelse la seconda opzione, così gli toccai la spalla e poi divenne come polvere dorata e si diresse verso una candela che la donna a terra poco prima teneva in mano, sulla candela apparve una farfalla, poi la terra cominciò a tremare e si crearono le montagne che ci circondano. Da allora si creò quel villaggio laggiù ma credo che voi lo sappiate, visto che venite da lì, non ho mai scoperto che fine hanno fatto la donna e i tre bambini ma spero che stiano bene, sapete io vivo qui da molto e non sono mai andata oltre la mia radura, per mangiare, gli animali mi procurano i diversi alimenti. Per l'acqua non c'è alcun problema e certo avvolte la solitudine si fa sentire ma ho i libri che mi tengono occupata, e stare qui è bello anche perché è silenzioso, ma alcune volte ci sono delle feste molto rumorose che arrivano dal vostro villaggio, tutti gli abitanti si riuniscono in una casa e poi festeggiano per tutta la notte e da qui si sente tutto ed è una tortura, in quei giorni mi scoppia la testa e penso sempre che vorrei farla finita ma non posso.

Camilo: mi dispiace, comunque che cosa intendi con " io ho un dono"?

Io: non so come spiegarlo vedi, la mia famiglia era nomade e molto tempo prima che arrivassero i conquistadores, fummo attaccati, la mia famiglia si sacrificò per me, mi abuelo*, mis  primos*, mis padres*, mi hermano, si sono sacrificati per me, si erano messi d'accordo e non lo sapevo, ero la più piccola della famiglia, loro sono morti per me, loro sono morti per colpa mia...poi...non so...

Gli occhi iniziarono a farsi lucidi e le lacrime iniziano a scendere senza controllo, mi alzai e andai vicino all'acqua, e mi sciacquai il viso provando a tornare normale, ma in vano le lacrime continuano a scendere.

Antonio: se non te la senti non devi continuare per forza

Disse il bambino a avvicinandosi a me asciugandomi le lacrime con le sue manine. quel gesto da parte sua mi fece fare un sorriso.

Io: nonostante tu sia più piccolo di me e abbia al massimo cinque anni, mi ricordi il mio fratellone. Scusate hem io farei una piccola pausa prima di riprendere a parlare e rispondere alle vostre domande,l. Volete qualcosa da mangiare?

Camilo-Antonio:si perfavore.

Io: seguitemi.

Li condussi in una delle scale per salire sulla casa, prima andai io, poi Antonio e per ultimo camilo, così che avrebbe preso il fratello se sarebbe caduto. Arrivati in cima sani e salvi li feci accomodare in cucina, in tre secondi preparai delle arapes e le servi.

Camilo: wow queste arapes sono molto più buone di quelle di tia Julieta, non gle lo dire -rivolto ad Antonio- allora t/n perché sembri una sedicenne se hai più di 150 anni?

il miracolo originale ||  CAMILO × READER ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora