Capitolo Ventuno

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Arrivato alla mia agenzia corsi nel mio ufficio, accesi il computer e mi misi a fare delle ricerche sull'ex numero uno, Endeavor. L'incontro con Todoroki mi aveva lasciato più domande e dubbi che soddisfazioni:

1. Perché Hawks si sarebbe rivolto a Todoroki Senior?
2. Perché nascondersi lì quando avrebbe potuto semplicemente andarsene?
3. Perché Tokoyami e gli altri erano così sicuri che lui fosse lì?

Certo, Todoroki Enji era il nonno del neonato, era un Alpha, che si fosse recato da lui per un bisogno di protezione? Ma allora perché non chiedere aiuto a noi o allontanarsi dalla città? Perché restare dove Dabi lo avrebbe potuto trovare?

— Perché quel coglione bruciato è il suo alpha. L'istinto gli impedisce di allontanarsi.

La voce profonda di Kacchan mi fece fare un salto sulla sedia girevole, facendomi perdere almeno diec'anni di vita.

— WAH-CHAN! Cosa ci fai qui? Quando sei arrivato?
— Sono qui da dieci minuti buoni, ad ascoltare il tuo parlottare senza senso.

L'alpha biondo si sedette in una delle sedie davanti alla mia scrivania e si mise comodo. Non indossava il costume, era vestito normalmente, come se fosse appena andato a farsi un giro per negozi. Mi fissava di sbieco, studiando il mio umore.

— Perché sei incazzato, Nerd?
— Co-cosa? Non sono arrabbiato. Stavo solo ragionando sull'incontro con Todoroki...
— Mmm, vuoi parlarne?
— Kacchan, lo sai che non posso.

Katsuki alzò gli occhi al cielo scocciato.

— Non ti sto chiedendo di dirmi cosa vi siete detti, solo che se hai dei dubbi posso aiutarti con una strategia.
— Non hai altro di meglio da fare? Qualche altro crimine su cui lavorare?

Il biondo schioccò la lingua seccato e fece per andarsene. La sua mano era già sulla maniglia e mentre mi dava la schiena le sensazioni cupe che mi avevano colpito la sera prima, tornarono.

— Aspetta!

Lui fermò i suoi movimenti, ma non si voltò a guardarmi.

— F-forse potresti essermi d'aiuto... Si, forse potresti aiutarmi.
— Cosa posso fare per te?

Kacchan si era voltato e mi offriva uno dei suoi rari sorrisi. Mentre si sedeva iniziai a raccontare di come Todoroki cercasse quasi di escludermi dal caso. Quello stesso caso che io avevo cominciato.

— Kacchan, secondo te Todoroki sapeva di Hawks e del fratello?
— No, non credo. Però una cosa è certa: quella famiglia è piena di segreti e bastardi del cazzo. Se posso darti un consiglio Izuku: trovate prima il pennuto e poi usate lui come esca. Io farei così.
— Ma Kacchan, Hawks ora ha un figlio a cui pensare. Non mi sembra il caso di esporlo a questo rischio...

L'Alpha biondo si sistemò sulla sedia, portando i piedi sulla scrivania. Mi limitai a guardarlo male mentre proseguivo il mio discorso.

— E poi non credo che ci aiuterebbe. Se come dici tu il suo istinto gli impedisce di allontanarsi da Dabi, sempre il suo istinto gli impedirà di aiutarci a trovarlo.

Gli occhi rossi di Kacchan si fecero seri. I nostri sguardi si incrociarono e sentii le gote pizzicare.

— Deku, sei proprio stupido a volte. Anche se Hawks ha chiesto al bastardo bruciato di marchiarlo non significa che sia un legame d'amore. Lo ha detto anche quello stronzo al Tartaro: era solo un legame per tenere l'omega più forte sotto controllo, un modo per avere il culo salvo dagli eroi.

Non stavo propriamente ascoltando quello che diceva. Osservavo come i muscoli delle braccia si tendevano mentre li portava dietro alla testa, o come il pomo d'adamo si muoveva quando parlava. O come il rosso del tramonto autunnale andava a dare un tocco rosato ai suoi occhi.
Appoggiai il mento su una mano e continuai a fissarlo.

L'Alpha e l'OmegaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora