Capitolo Venticinque: l'Ex Numero Uno

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Una volta in ospedale Kacchan venne portato d'urgenza in sala operatoria, dove rimase sotto ai ferri per quasi una giornata intera. Aveva perso enormi quantità di sangue, l'uso spropositato del quirk aveva lesionato gravemente mani e braccia e i vari colpi alla testa erano quelli che avevano reso i medici più preoccupati.
Quando il chirurgo uscì dalla sala operatoria era visibilmente stanco e preoccupato. Si diresse a passo sicuro verso di me e mi condusse in una saletta appartata.

— Signor Midoriya. Credo sia meglio che si sieda. Il suo compagno, nonché l'eroe Dynamight, versa in condizioni gravi. Le varie ferite alla parte superiore del corpo, fra cui le ustioni al torace e alle braccia, sono state la parte più facile. Se si riprenderà avrà una mobilità ridotta del braccio sinistro.
— Come se?!

Il medico alzò la mano per impedirmi di interrompere.

— Lo so che è preoccupato, ma non sono ancora arrivato alla parte preoccupante.

Il medico aspettò che i miei feromoni si calmassero, notando come fossero agitati e carichi di ansia.

— Nell'eventualità che Bakugō Katsuki si svegli sarà completamente sordo dal lato destro, mentre avrà solo il 50% della capacità uditiva dalla parte sinistra. Dopo la dovuta fisioterapia, come medico, consiglio caldamente il ritiro dell'eroe Dynamight per evitare che vada incontro a morte certa.

Mi sedetti su una delle seggiole in plastica che c'erano nella stanzetta. Mi premetti gli occhi stanchi con i palmi delle mani e cercai di regolarizzare il respiro.

— Fra quanto si risveglierà?
— Non lo sappiamo con certezza. Deve avere pazienza signor Midoriya. Per ora, se vuole, può vederlo.

Mi alzai di scatto dalla sedia e uscii dalla stanza dirigendomi a grandi falcate verso quella di Kacchan. La porta era chiusa, ma dall'interno si potevano sentire i rumori dei macchinari.
Entrai e chiusi la porta piano. Mi avvicinai al letto in cui Kacchan era steso.

Katsuki era avvolto da bende e cerotti, la mascherina per l'ossigeno gli copriva naso e bocca. Lo avevano ripulito dal sangue e ora il suo volto era ben visibile, anche se pallido. Presi la sua mano nelle mie, cercando di non toccare tutti i fili e tubicini che erano attaccati al suo braccio. La mano di Kacchan si strinse appena e subito feci saettare il mio sguardo sul suo viso. Gli occhi rossi erano semichiusi, adombrati da un velo di stanchezza infinita. Mi sorrise sghembo e poi si riaddormentò.

Uscii dalla sua stanza con gli occhi gonfi dal pianto e feci entrare zia Mitsuki e zio Marasu che erano appena arrivati. Non mi intrattenni in chiacchiere perché vidi alle loro spalle le figure in divisa della commissione eroi con Todoroki e Kirishima.

— Ci dispiace sapere che il suo compagno versa in queste condizioni. Terremo la stampa e i curiosi lontano. Ora però Eroe Deku deve seguirci.

Feci un cenno col capo e mi misi in coda del duo di Beta. Kirishima mi strinse una mano sulla spalla e notai che nel suo volto non c'era il solito sorriso, anche lui era preoccupato.

Arrivammo in uno degli uffici della commissione eroi in trenta minuti d'auto. Avrei preferito restare al fianco di Kacchan, ma non potevo astenermi dalle mie responsabilità. La commissione eroi era radunata al completo e mi irrigidii notando la figura che vi era seduta al centro: i lunghi ciuffi biondi gli incorniciavano il viso, l'aspetto leggermente scheletrico non rendeva giustizia alle grandi imprese che quell'alpha aveva compiuto.

— Giovane Midoriya, siedi.
— A-All Might... I-io!
Siedi.

Mi sedetti all'istante cercando di trattenere i miei feromoni meglio che potessi, nonostante fossi marchiato nulla poteva contro l'incredibile forza dell'alpha che avevo difronte.

L'Alpha e l'OmegaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora