22.

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I due ragazzi erano stesi sul letto e si stavano facendo i grattini. Alessandro si era cambiato mettendosi una tuta e la stessa cosa fece Riccardo.

<<Allora? Cosa volevi dirmi?>> chiese Alessandro curioso.

<<L'altro giorno stavo parlando con mio padre dell'idea di andare a vivere da solo. Perché ormai mi sto creando la mia vita, sono sempre pieno di impegni e sarebbe molto più comodo vivere da solo, anche se a lui dispiacerebbe non avermi più tra i piedi>>

<<Quindi stai pensando di prendere una casa in affitto?>>

<<Sì, ma non qui a Brescia>>

Ad Alessandro si illuminarono gli occhi <<vuoi prenderla a Milano?>>

<<Sì, stavo pensando di prenderla a Milano. D'altronde vengo lì almeno una volta a settimana e se non vengo a Milano sono comunque nei dintorni>>

<<Amore ma è fantastico, quando pensavi di prenderla?>>

<<La prossima settimana volevo vedere un paio di case, ho visto un po' di annunci di affitti e alcune già mi piacciono. Però volevo chiederti se ti andasse di farmi compagnia e vedere con me ste case>>

<<Certo che vengo con te>> gli disse Alessandro baciandolo <<perché non me ne hai parlato prima?>>

<<Volevo dirtelo di presenza e non sapevo come potessi reagire>>

<<Come volevi che reagissi? Come la persona più felice al mondo>> gli disse abbracciandolo e nascondendo il suo viso nell'incavo tra la spalla e la testa.

Riccardo rise per la reazione che stava avendo l'altro <<Che bello che sei quando sei felice>> gli sussurrò accarezzandogli la schiena.

Alessandro alzò la testa per guardarlo negli occhi <<Mi fai sempre sentire speciale, grazie Riccardo>>

<<Non devi ringraziarmi>> rispose Riccardo venendo interrotto dalla vibrazione del telefono <<aspetta, fammi prendere il cellulare>> disse alzandosi dal letto e rispondendo alla chiamata.
Il più grande si soffermò a guardare ogni suo movimento: il sorriso che aveva nel rispondere alla chiamata, il suo camminare avanti e indietro mentre passeggiava per la stanza ascoltando l'interlocutore, il prendersi il labbro inferiore e giocarci stringendolo tra le dita, lo sguardo che gli lasciava ogni tanto, i capelli scompigliati ma allo stesso tempo così perfetti. Soffermarsi su tutti quei dettagli lo faceva sentire vivo, dopo anni stava ricominciando ad amare, eppure quel sentimento gli sembrava così nuovo. Più volte durante quel mese si era chiesto se avesse mai amato una persona così come amava Riccardo e si era sempre risposto che no, non aveva mai provato un sentimento così grande e intenso.
Riccardo finì di parlare al telefono e si accorse dello sguardo dell'altro fisso su di lui.

<<Sei inquietante quando mi guardi così>> gli disse scherzando.

<<Scusa, mi ero perso a pensare>>

<<A che pensavi?>>

<<Te lo direi ma la conversazione virerebbe troppo allo sdolcinato>>

<<Ho capito, stavi pensando a quanto sono fottutamente fantastico>> disse Riccardo indicando se stesso con un sorriso sul volto.

<<Sì, più o meno>> gli rispose Alessandro ridendo e tirandogli un cuscino.

<<Ehi, niente violenza in questa stanza!>> esclamò il più piccolo prendendo il cuscino e tirandolo addosso ad Alessandro <<Comunque era Giulia al telefono>>

Capirsi con uno sguardo | Blanco & Mahmood |Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora