5. Fuori controllo

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«Questo posto è deprimente» si lamentò Thor, osservando da sopra il tetto di un edificio il piccolo paese midgardiano in cui erano stati scaraventati.

Lui e Loki si erano rifugiati lassù per avere un po' di tranquillità dopo la fuga dalla caffetteria e una visione più ampia di quel luogo terrestre. Il sole stava iniziando la sua discesa nel cielo, mentre il tardo pomeriggio faceva spazio alla sera e le strade si facevano meno trafficate. L'azzurro intenso sopra le loro teste era stato sostituito da un tenue arancione rosato.

Loki sbuffò, mettendosi comodo su una delle sedie a sdraio che avevano trovato lassù. La sensazione di debolezza non l'aveva ancora abbandonato e la corsa che avevano fatto per sfuggire dalla cameriera di certo non aveva aiutato. Dovette serrare le labbra per non lamentarsi: odiava sentirsi così impotente, ancora di più se ciò lo rendeva dipendente dalla presenza di Thor Odinson.

«Che c'è, la Terra ha degli standard troppo bassi per voi Asgardiani e i vostri palazzi dorati? Personalmente io la trovo piacevole»

«Ci credo, voi Jotun vivete nelle caverne o in castelli di ghiaccio, non mi sembra il massimo del comfort»

«E la colpa di chi è?»

Thor si morse la lingua per non ribattere. Era consapevole che privando gli Jotun dello Scrigno dei ghiacci Odino li aveva condannati a un'esistenza di miseria e povertà, ma c'era da dire che Laufey se l'era proprio andata a cercare. Quello era l'unico modo per assicurarsi che il re di Jotunheim non si facesse venire strane idee in futuro, riorganizzando un esercito e dichiarando nuovamente guerra ad Asgard.

"I responsabili di questo crimine saranno puniti... ma non c'è bisogno di trascinare con loro un'intera razza"

Eppure Odino gli aveva rivolto quelle stesse parole dopo l'attacco di Loki ai sotterranei: si vede che all'epoca non erano sembrate così importanti.

«Allora, Odinson? Qualche idea su dove trovare informazioni riguardo questa fantomatica Acqua della Vista?»

«Non so dove sia la fonte, non conosco nessuno che l'abbia vista coi propri occhi. L'unico ricordo che ne rimane sono le storie e le leggende che un tempo gli uomini cantavano su di noi e sui Nove Mondi»

«Tutto qui? Bene»

Loki si tirò su, appoggiandosi sui gomiti, e per un secondo gli si mozzò il respiro, il mondo prese a girare vorticosamente davanti ai suoi occhi. La magia del suo seidr ribollì nelle sue vene, lottando per emergere ma costretta alla sottomissione dalla volontà di Odino, dandogli l'impressione che un fuoco lo stesse divorando dall'interno. Poi la sensazione sparì, lasciandosi dietro nient'altro che una profonda stanchezza.

Dannato corpo mortale.

«Suppongo» continuò Thor, ignaro della sofferenza dello Jotun. «Che potremmo iniziare a cercare in qualche biblioteca. Lì dovranno pur esserci dei libri con le storie di Asgard»

Loki fece un verso strano, a metà tra un mugugno e uno sbuffo, il genere di verso che fa chi non si fida della propria fortuna e quasi quasi preferirebbe che la soluzione al problema fosse intricatissima e irraggiungibile. Con quello almeno avrebbe saputo come comportarsi, si sarebbe sentito più a suo agio.

«È troppo semplice»

«Meglio così. Prima troviamo l'Acqua della Vista, prima potremo liberarci l'uno della presenza dell'altro»

«Questo mi piace»

In quell'istante la porta che conduceva sul tetto si aprì, e a varcarne la soglia fu, sorpresa delle sorprese, la stessa midgardiana eccentrica con gli occhiali che avevano incrociato per strada poco prima. Ora non aveva l'aria stanca. Anzi: stava canticchiando una melodia tra sé e sé, ma si bloccò quando si rese conto di avere compagnia. Non appena riconobbe gli intrusi sul suo tetto i suoi occhi si spalancarono per la sorpresa.

Enemy's Love / Thor and LokiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora