6. Fraternizzare col nemico

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Venne svegliato da una secchiata d'acqua in faccia.

Ok, forse è un po' esagerato: è possibile che quella non fosse una vera e propria secchiata ma semplicemente il contenuto di una qualsiasi bottiglia d'acqua di medie dimensioni, anche perché sarebbe stato alquanto strano se nell'auto che avevano sequestrato ci fosse stato un secchio casualmente a portata di mano.

Ciononostante, per quanto riguardava Loki (ancora intontito dalla lunga dormita) quella avrebbe potuto benissimo essere una secchiata, e vista e considerata la sua tendenza verso il melodramma cercheremo di non infierire ulteriormente.

Il succo della questione è che l'ingannatore si svegliò con i capelli bagnati e sputacchiando acqua, cosa che bastò a farlo scattare immediatamente sull'attenti e a farlo tornare lucido. Naturalmente in quel brevissimo intervallo di due secondi la sua mente aveva già dedotto e individuato il sospettato più plausibile per quel brusco risveglio.

«Io ti ammazzo, Odinson!»

Ancora prima di aprire gli occhi Loki aveva un pugnale in mano e lo stava puntando alla gola di Thor, il quale era in piedi fuori dalla macchina e se ne stava appoggiato al finestrino abbassato della portiera. Il dio del tuono non sembrava sorpreso da quella reazione, ma neanche preoccupato: in realtà, aveva tutta l'aria di starsi mordendo l'interno della guancia per non sogghignare.

La cosa, se possibile, fece infuriare Loki ancora di più.

«Ti prego, ricordami perché non dovrei farti fuori in questo preciso istante»

Thor non batté ciglio, limitandosi a spostare lentamente la lama del pugnale dal proprio collo.

«Siamo permalosi la mattina, eh?»

«Vuoi provare tu a svegliarti bagnato fradicio!?»

«Oh andiamo. Era soltanto uno scherzo. E tu ami gli scherzi, dico bene?»

Dalle labbra di Loki sfuggì un ringhio gutturale, più adatto a un lupo infuriato che a un essere umano. Thor lo ignorò e si allontanò dall'auto, tornando ad osservare la strada.

Loki lasciò sbollire la rabbia e nel mentre si guardò intorno per aggiornarsi sulla loro condizione: la macchina era ferma sul ciglio di una strada deserta, ed era pieno giorno. Il sole era alto nel cielo, cosa che gli faceva pensare fosse ormai mezzogiorno, se non primo pomeriggio. Aveva sul serio dormito per dodici ore?

Si slacciò la cintura e scese dall'auto per andare a fare i conti con l'idiota che disgraziatamente gli era toccato come compagno di viaggio.

«Che diavolo è successo? Perché siamo fermi? Dove siamo?»

«Per la prima domanda, ho guidato tutta la notte mentre tu dormivi. Per la seconda, abbiamo finito la benzina. E per la terza... non ne ho la minima idea.»

«E perché non mi hai svegliato?»

«L'ho fatto adesso, mi pare.»

Loki trasse un bel respiro, chiamando a raccolta tutta la sua pazienza. «No. Perché non mi hai svegliato prima? Senza dubbio me la sarei cavata meglio di te ad orientarmi.»

Thor scrollò le spalle. «Si stava bene senza la tua voce a disturbarmi.»

Non disse che aveva preferito lasciarlo dormire perché aveva la netta sensazione che se lo avesse svegliato prima del necessario lo avrebbe visto collassare di nuovo molto presto: qualcosa gli diceva che Loki non avrebbe apprezzato un commento del genere, e lui stesso aveva qualche problema ad accettare che le cose stessero così. C'era qualcosa che non andava se non provava godimento nel veder soffrire il suo acerrimo nemico.

Enemy's Love / Thor and LokiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora