Stress. L'unica parola che mi gira nella testa da quando il mio turno è finito. Vorrei insultare tutte quelle persone che anni addietro, consideravano il giornalismo un luogo di poche fatiche e di semplice corruzione. Adoro ciò che faccio, ma non sopporto l'assidua ricerca di informazione anche laddove non esiste. Finisco sempre col creare fake news verosimili, in mancanza di dati sufficienti... Mi duole ammetterlo, ma in un mondo dove i mass media hanno perennemente bisogno di essere saziati, è l'unica via percorribile. Ma dopo le 7, tutto questo "magone" finisce. Prendo la mia Abarth 500 del 2013 e mi dirigo al mio pub preferito, il Darren. Si trova a circa quattro isolati dal mio ufficio e lo trovo estremamente comodo perché si trova nel tragitto che quotidianamente faccio per tornare a casa. Proprio così l'ho scovato: Un edificio quadrato di 100 mq scarsi, perennemente pieno di persone, spesso universitari. Mi chiedo come un pub simile sia così popolare, considerando l'estetica e la posizione non proprio strategica. Suppongo rimanga una di quelle domande metafisiche a cui è quasi impossibile dare risposta.
Mi dirigo all'interno del locale e il titolare del Darren, Roberto, mi saluta energicamente appena vede la mia figura. Lui è il "barman", l'uomo prestante fisicamente sempre con la risposta pronta e il sorriso a trentadue denti. Non mi stupirei se si portasse a letto le clienti universitarie, anzi mi sorprenderei del contrario. Mi avvio all'interno e mi siedo al mio abituale tavolo 4. Roberto mi nota e con la sua solita diligenza mi viene a prendere l'ordine.
Roberto" Buonasera bello, cosa ti porto oggi."
NATHAN" Qualcosa che stani la mia cocente depressione post-lavoro."
ROBERTO" Tu e la positività siete un ossimoro."
Accenno un sorriso, lo stress priva me di qualsiasi emozioni ma trovo l'auto-ironia un modo ottimale per superarlo, d'altronde era una bella battuta.
ROBERTO"D'accordo, ti porto il solito."
"Il solito"era una birra artigianale importata da non so quale paese, di sei gradi e mezzo, che trovo veramente di buon gusto io che non amo la birra particolarmente. Ma ultimamente, cos'è che amo veramente? Do uno sguardo rapido al locale e trovo tutto assurdamente uguale al giorno prima, dopotutto, i locali vivono di routine e di clienti fissi. Tuttavia, al bancone, c'è una figura che non avevo mai visto prima nel pub. E' una ragazza, bionda di bassa statura intorno al metro e sessanta, un top bianco e un pantalone a zampa nero con del AF1 dello stesso colore. Mi colpiscono d'impatto gli occhi, che trovo vagamente familiari ma che non riconosco. Ciò mi turba profondamente, come quando in un discorso fra amici dimentichi quello che volevi dire.Mentre Roberto mi consegna la birra artigianale, nota subito il mio intento nei confronti della ragazza.
ROBERTO"Bello, quella ha già un posto prenotato nel mio letto."
NATHAN"Ne conosci il nome?"
ROBERTO"Si chiama Silvia, abbiamo accennato due parole di sfuggita perché avevo dei clienti da servire."
NATHAN"Sarai pieno di tipe fino al midollo e ti sei fissato di una nanetta?"
ROBERTO"La nanetta pare tosta però, e la cosa mi eccita."
NATHAN" E non rinunceresti nemmeno se te lo chiedessi?
ROBERTO"Certo, ma è prevista una maggiorazione di 2 euro al prezzo base."
Scappa via ridendo, io mi chiedo come faccia a cogliere sempre le mie emozioni, probabilmente sarà il sesto senso da barista. Silvia, non mi fa venire in mente nulla di chiaro. Associo il nome ad una ragazza delle medie che non mi degnava nemmeno di uno sguardo di sfuggita. Tuttavia, ero sicuro di conoscerla e che dovessi solamente fare uno sforzo aggiuntivo. Si alza, e vedo in primo piano i suoi glutei sodi coperti dal nero del suo pantalone. Condivido il pensiero di Roberto, la ragazza emana sesso e penso di aver avuto un principio d'erezione. D'altronde, in amore la mia situazione non è proprio rosea salvo qualche "scappatella" occasionale dove più che soddisfazioni sono sorte preoccupazioni dovute alla mia prestazione sessuale. Ma non voglio scavare nella mia coscienza, non adesso. Devo solo trovare l'ingenuità per potermi mettere vicino a lei ed abbozzare un discorso generico. Solo il pensarci accresce l'aspettativa, questo ovviamente non è un bene. Chiedo un aiuto a Roberto:
NATHAN" Devi aiutarmi, voglio andarci a parlare."
ROBERTO" facendo?"
NATHAN"Vado in bagno e tu per "errore" mi prendi la birra e la ritiri. Successivamente, vengo davanti al bancone e ti chiedo dell'accaduto e tu me ne consegnerai una nuova."
ROBERTO"Va bene, ma ti fai troppi "magheggi" secondo me."
NATHAN"Probabilmente hai ragione, ma sono troppo poco istintivo per andarci a parlare senza uno stratagemma."
ROBERTO" Sappi che dovrai pagare due birre."
Scappa di nuovo sorridendo, stavolta più di circostanza. Io e Roberto, due mondi paralleli.
STAI LEGGENDO
Unicità
Short StoryNathan è un giornalista sportivo italo-americano che soffre tremendamente i turni estenuanti di lavoro. Tuttavia, dopo una tappa al suo bar preferito, scoprirà che anche una routine monotona come la sua,può essere spezzata. Parte 2: Nathan decide di...