L'hotel era rimasto come lo aveva lasciato: spoglio. Essendo quella una zona commerciale, la gente si accontentava di un letto comodo, del resto se ne fregava abbastanza. Ringrazio l'hostess, che era diversa dall'ultima sebbene non la ricordasse nitidamente. Prese la chiave della stanza 18, pagò ottanta euro per due notti e si diresse verso le scale che portavano dritto al primo piano. Giunto alla stanza, non senza difficoltà(dopo un corridoio dispersivo c'era una stanzetta esterna che portava in un angolo dove all'intento si trovavano alcune camere collocate senza alcun criterio logico) guardò quel numero placcato color oro, ritenendo se quella fosse stata la scelta giusta. Giulio non si era ancora svegliato e appena lo avesse fatto, sicuramente lo avrebbe chiamato. Sperava nella sua indulgenza, sebbene non fosse stato totalmente corretto. Aprì la porta, constatando che in quel hotel le camere erano tutte uguali. un soggiornino piccolo, con un cucinotto alla destra. Un frigo, che al suo interno aveva acqua e birra bionda, prodotta dallo stesso proprietario. Lui se la beveva piacevolmente, sebbene non amassi quel tipo di gusto troppo dolce per un alcolico. Sistemò i suoi effetti personali, ripensando alla notte scorsa, a Silvia, alla poesia che probabilmente la gente aveva già collegato ad un'ipotetica persona. Adesso aveva l'esigenza di stare isolato, riflettere perchè il guaio in cui si era cacciato era pericoloso. Quando interrogò quelle persone, più di una volta aveva lasciato nella sua dimora tutti i suoi beni accessori. Era gente sinistra, che avrebbero potuto aggredire e derubare, più di una volta aveva ritenuto potesse accadere. Ma la sete di vendetta aveva sorpassato ogni tipo di logica, anche laddove la paura poteva fare da padrone. Adesso no, nessuna rivincita, doveva essere lucido e razionale.
*chiamata:numero sconosciuto*
Sobbalzò dal letto, come se qualcuno si fosse intufolato dalla finestra che mostrava la città. Pensò subito a Giulio, anche se erano le nove e in vita sua non lo aveva mai visto sveglio a quell'ora. Lo prese dalla tasca e vide la scritta, gelando. Attese un attimo, con il cuore in gola, poi rispose.
"Pronto?"
"Ciao Nat" La voce era inconfondibile.
"Roby?"
"Ascolta sarò breve e diretto: Vieni qui tra due ore, non un minuto in più o in meno. Ti spiegherò meglio quando verrai. A dopo."
"Aspetta ma per..." E la linea venne staccata.
Con le mani tremanti, andò in balcone. Prese una sigaretta, che ci mise un po' ad accendersi. Aveva bisogno di pensare.
STAI LEGGENDO
Unicità
Cerita PendekNathan è un giornalista sportivo italo-americano che soffre tremendamente i turni estenuanti di lavoro. Tuttavia, dopo una tappa al suo bar preferito, scoprirà che anche una routine monotona come la sua,può essere spezzata. Parte 2: Nathan decide di...