Nathan aveva terminato le correzioni, l'articolo era pronto a prendere vita e volare dentro la coscienza della gente. "La truffa della famiglia Botolo", seguito da un sottotitolo:"Quello che la gente non sa di una delle famiglie più malsane e potenti di tutta Italia." Tuttavia c'era sempre quel dettaglio che lo rendeva inquiete
cosa avrebbe pensato silvia?
Lei non era scappato al suo destino, lo aveva accettato da perfetta inetta. Non ha mai dimenticato quella controversa serata, contrapponendo il ricordo di lei all'arroganza del suo vecchio e attuale ragazzo. Quel pezzente, che per evitare casini non aveva nemmeno sporto denuncia. Aveva frequentato per qualche mese il bar di Roby che con il suo solito sorriso sagittabondo indulgeva le ragazze a passare con lui qualche fugace nottata. Alcune volte dopo la chiusura si fermavano e il barman sfoggiava con vanto le sue conquiste. Nathan ascoltava, timido ed apprensivo. Aveva imparato che quando beveva, era meglio lasciar parlare il suo interlocutore. Che fosse vodka o le sue amate birre artigianali, Nathan si riversava sempre dal locale per le tre di notte ubriaco. L'effetto dell'alcol gli permetteva di estendere ogni suo senso. Si affondava nei ricordi, pensando a quella magica serata, dove riuscì ad eliminare tutti quei filtri che metteva dinanzi ad ogni relazione sociale. Ancora oggi, i blocchi erano presenti e nitidi, anzi erano addirittura peggiorati. Dopo Silvia aveva frequentato una stagista dell'azienda per cui lavorava, la Binetti Editori. Si chiamava Sonia, e per tanti aspetti assomigliava alla sua amata, capelli biondi, snella e con un sorriso a trentadue denti. Gli piaceva perchè era genuina e solare, proprio come silvia. Dopo alcune uscite, comprese che la cosa non avrebbe mai funzionato: erano al cinema a guardare "Uniti per il rosso" un film che a prima vista Nathan pensò fosse a stampo comunista. Lei incontrò un suo vecchio compagno di scuola( per lui invece era probabilmente una vecchia fiamma) e chiacchierarono allegramente. Vide costantemente il riflesso dei suoi occhi luccicanti, la continua posizione aperta del suo corpo ( aveva studiato un breve corso sul lunguaggio del corpo) addirittura aveva notato un leggero ingrandimento dell'iride blu. Tutte cose che quando stavano assieme non aveva mai visto.Parlavano per ore, argomenti di ogni tipo anche se era sempre lui a prendere l'iniziativa. Era un'amore che non sarebbe mai sbocciato, e lui ne divenne cosciente da una semplicemente conversazione fra lei ed un estraneo. Le aveva comunicato che non aveva intenzione di continuare la frequentazione, Sonia acconsentì senza batter ciglio, d'altronde ne era consapevole. Dopo questa breve parentesi durata due mesi non aveva avuto alcun tipo di relazione, nemmeno delle più minime. La sua routine divenne ripetitiva e monotona, si svegliava per le sette, andava al lavoro per scrivere gli articoli del giorno dopo, rinveniva verso le cinque e mezza del pomeriggio per poi ozieggiare in quel maledetto bar che ormai detestava con tutto sé stesso. Passò dalle birrette con silvia, a scolarsi bicchieri lisci di vodka in sequenza. Aveva poi avuto problemi d'insonnia, riuscendo a dormire regolarmente solo il giovedì( il suo giorno di riposo) e durante le pause pranzo, in cui rincasava per riposare un po'. Il rapporto con la Binetti e con il suo vecchio datore di lavoro Amato, si sgretolò rapidamente e finì per essere licenziato al termine del suo contratto. Tuttavia non fu quello che lo spinse a smettere di bere, ma una sera che difficilmente rimuoverà dall'archivio dei suoi ricordi: erano le due e mezza di notte, Nathan aveva bevuto almeno una bottiglia di Vodka Mertirio, a detta di Roberto una delle migliori per qualità. Aveva intravisto nella via interna che prendeva la sera per evitare di essere visto da conoscenti, anche se la gente del posto sapeva benissimo che prendeva quella strada lì, una coppia a braccetto. Che fosse un flash o una semplice allucinazione, vide la sua bella Silvia parlare allegramente con il suo acerrimo nemico Nicolò. Lei sorrideva felice, aveva un vestito elegante blu che risaltava quei suoi occhi da cerbiatto, così li chiamava Nat. Preso dalla rabbia aggredì l'uomo placcandolo e colpendogli ripetutamente il torace e sebbene non se lo ricordasse totalmente, anche la faccia. Era scappato in preda al panico, gridando "ti amo" all'ologramma di silvia. Il giorno dopo controllò qualche notizia sul quotidiano locale e ne rimase sollevato quando non si accennò a nessun tipo di rissa. La resa dei conti avvenne la settimana successiva, quando davanti a casa sua si presentarono tre uomini, due enormi e possenti e l'altro molto più minuto. Oltrepassò il cancello del suo modesto attico preso in affitto e chiese cortesemente a quei signori a cosa fosse dovuta la loro presenza. Quello più piccolo mostrò solo i segni presenti nel torace e una lieve cicatrice sul labbro. Quando Nathan prese coscienza di quale fosse il motivo, tentò di scappare senza fortuna. Venne aggredito, percosso e ripercosso fino a perdere i sensi. Si sveglio nella casa della signora Bianchi che lo curò personalmente. Adorava quella donna, ma inventarsi una bugia sull'accaduto fu troppo difficile. Le confessò tutto, singhiozzando ed ammettendo le sue debolezze. Lei gli raccomandò di migliorare, che dio dona a tutti una seconda possibilità. La sua, iniziò da quel giorno smettendo totalmente con quella bestiaccia che lo ancorava al suo passato, da un attimo seppur unico.
Ora era davanti al computer. con in mano dati ed articoli che incastreranno uno dei suoi protagonisti più parlati all'interno di quella macchina chiamata mente. Si sentiva sciocco , tremendamente. Erano passati tre anni da quella sera, possibile che ancora ci rimuginasse? che non accettava in cuor suo che una come lei non l'avrebbe mai potuta possedere? Ricorda ancora le poesie scritte, quelle docili che dedicava a lei, o quantomeno all'ideale che lui si è fatto. In tre anni pensava, le persone cambiano
ma lei no
Questa speranza lo ha motivato e martoriato allo stesso tempo. E se fosse solo una stupida incapace di prendere decisione drastiche? probabilmente è una delle tante persone che si fa tramortire dal fluire degli eventi. Ma sti cazzi, sarà ricca in culo. Non aveva mai avuto il coraggio di scriverle, di mandarle una lettera, un regalo. Aveva sempre preferito chiudersi nel guscio dei suoi ricordi, dove sentieri sterili portavano sempre alla stessa destinazione: il rimpianto. Ha sempre cercato di scacciare quell'idea con il messaggio lasciato da lei la mattina seguente:
"Grazie di tutto, non dimenticherò mai quello che è successo e l'occasione di aver conosciuto un ragazzo d'oro come te. Sarai sempre nel mio cuore, sarai un frammento che godrà della sua inestimabile unicità. Ti ho amato e il mio cuore questo lo ricorderà sempre." Silvia❤️
Lo custodisce gelosamente nel portafoglio, dove da una parte mette le banconote. Nelle pause lavorative, gli capita spesso di riguardare quella lettere, d'altronde adesso il posto è molto più distante rispetto a quello precedente. La Binetti lo aveva diffamato ovunque, considerandolo poco professionale e pure scarso tecnicamente. Aveva prosciugato ogni singolo mese di disoccupazione trovando tramite una vecchia conoscenza la Bright Wrote, una multinazionale che lavorava su commissione verso giornali nazionali maggiori. il suo attuale datore di lavoro, Giulio Venuti, possiede il dono di rendere le persone a proprio agio. Nathan era molto teso all'epoca e grazie alla sua clemenza riuscì ad aiutarlo ma soprattutto, a salvarlo .Dopo qualche mese Nathan capì perfettamente che notizie avrebbe dovuto scrivere e soprattutto a chi destinarle: la pancia del popolo. In breve tempo giornali come Libero e Messaggero lo avevano contattato per alcuni articoli commissionati, in virtù anche di una sua crescente popolarità, derivata da quelle poesie che occasionalmente componeva.Si era iscritto su Folign, un social dove tutti condividevano le loro scritture e in poco tempo il suo nome aleggiava in forum di ogni tipo. Aveva modificato la parola silvia con Martina, sintatticamente funzionava meglio. Utilizzava questa balla per autoconvincersi.
Adesso aveva davanti una bomba, che con un click farebbe esplodere letteralmente l'opinione pubblica. Aveva lavorato al caso per mesi, chiedendo permessi e favori da gente che il bastardo lo conosceva. Informazioni, trattati e pure dei appalti mai rivelati, tutti documentati con video e foto. Avrebbe caricato tutto sul suo blog, che vantava numerosi scritti, la didascalia del suo sito recitava: "venite nel magico mondo della mente". Bene, pensò lui, adesso verrete nella parte più oscura, quella che mi ha reso un ubriacone malconcio pieno di rimpianti. Aveva chiesto il permesso a Giulio, chiedendosi se ciò avrebbe influito sul lavoro, di gran carriera gli rispose che se tutto ciò è documentato obiettivamente non c'erano problemi, è il naturale ruolo di un giornalista arrivare alla verità. Lo aveva abbracciato, scherzando sul fatto che casomai avesse avuto bisogno di un mental coach sapeva bene a chi riferirsi. Erano amici, per davvero.
Riguardò velocemente per l'ultima volta, controllando eventuali file sfuggiti dal vortice dei suoi reperti. Tutto apposto, disse fiero del suo risultato. Quella era la sua vendetta, quello stronzo misogino non l'avrebbe passata liscia, doveva riprendersi ciò che era suo, darle un messaggio, stavolta reale e concreto.
Scrollò le ultime pagine, salì con la rotella del mouse andando al titolo. In alto a destra la parola PUBBLICA. Ci cliccò sopra, la bomba esplose. Gli brillarono gli occhi.
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Unicità
Short StoryNathan è un giornalista sportivo italo-americano che soffre tremendamente i turni estenuanti di lavoro. Tuttavia, dopo una tappa al suo bar preferito, scoprirà che anche una routine monotona come la sua,può essere spezzata. Parte 2: Nathan decide di...