SILVIA

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Saranno passati 10 minuti da quando lei è andata in bagno. Sono abbastanza frustrato della situazione e non so assolutamente cosa fare, mi sento totalmente a disagio. Vedo arrivare Roberto al bancone e cerco conforto:

NATHAN" Roby probabilmente ho fatto cilecca."

ROBERTO" Come mai pensi questo? Lei dov'è?

NATHAN" E' in bagno da diverso tempo e la nostra conversazione non era proprio avvincente."

ROBERTO" Fidati di me, avrà avuto un imprevisto e starà parlando con qualcuno, per quale motivo avrebbe dovuto nascondersi in bagno da te? Sei il solito paranoico."

Inutile dire quanto avesse ragione. Tuttavia ero turbato, perché non riuscivo a razionalizzare il flusso degli eventi e come comportarmi di conseguenza. Lei mi piace, rivederla ha rievocato tutti i sentimenti nascosti da chissà quanto tempo, come una ferita riaperta.

Dopo una decina di minuti, lei esce dal bagno. Noto immediatamente i suoi occhi gonfi e un fazzoletto bagnato tra le mani. Ha appena pianto. Si avvicina a me nel modo più presentabile possibile  e mi chiede scusa per la lunga attesa:

SILVIA"Scusami ma ho avuto un problema."

NATHAN"Tranquilla, stai bene adesso?"

SILVIA"Mi piacerebbe dirti di sì ed usare altre frasi di circostanza ma non riesco proprio a fingere."

NATHAN"Puoi parlarmene quanto vuoi."

Una regina sconfitta, ecco l'immagine perfetta per lei. Nelle mie più assidue riflessioni non ritenevo possibile che persone così potessero avere momenti di debolezza. Ma la realtà è molto più semplice da spiegare: il cervello è un muscolo(non anatomicamente) che per quanto allenato, gestito e razionalizzato agisce spesso senza logica rischiando di farci subire le sue gesta. Certe emozioni, scelte, sofferenze sono inspiegabili, addirittura difficile capirne la provenienza o le radici. Vi è mai capitato di chiedervi perché siete tristi o l'origine della vostra tristezza? La ripongo tra quelle domande metafisiche a cui è difficile dare risposta.

SILVIA"non c'è molto da spiegare, ho una relazione con un ragazzo anche se difficilmente si può definire tale. E' un ragazzo di un'azienda affiliata alla nostra, puoi benissimo immaginare il motivo per cui io e lui stiamo insieme."

NATHAN"una relazione commerciale insomma."

SILVIA"Esattamente. Non riesco a reggere questa situazione. Tra noi due non esiste nemmeno un "principio" d'amore e finisce spesso per tradirmi. Io per onore e rispetto non lo faccio, ma è difficile convivere con ciò. Prima mi ha chiamato urlandomi contro di non essere a casa e sono scoppiata in un pianto isterico, disperato. Odio lui e tutto ciò che mi sta attorno, che non mi appartiene. Scusami per il lamento..."

Aveva assolutamente bisogno di sfogarsi, era evidente, come un ubriacone che parla della sua vita al primo barman della zona. Ma qui era diverso, lei non è stata la principale attrice della sua vita,  è stata trasportata dagli obblighi sociali a cui lei si è dovuta attenere. Provo un gran senso di amarezza nei suoi confronti, avevo assorbito la sua sofferenza. Tuttavia aveva stimolato in me una vena riflessiva nascosta nelle viscere della mia mente. Raccolgo un'energia paradossalmente positiva non indifferente:

NATHAN"Provo grande empatia per te. Non posso immedesimarmi, ma posso ascoltarti e comprenderti. Malgrado la trappola in cui sei serrata, hai sempre la possibilità di dire no, di protestare e vivere per quello che vuoi fare realmente. Io non so che sogni ti appartengono, ma se questo lavoro o questa relazione non fanno per te, cambiali. Tutti, seppur chi con più libertà e chi meno, ha la possibilità di rifiutare il destino circoscritto. Sei una ragazza forte, ti ho conosciuto per poco tempo e anni addietro, ma sono sicuro di aver delimitato bene le tue caratteristiche e i tuoi valori, metti davanti ciò che ritiene realmente di tuo piacere."

Vedo Silvia commuoversi, una lacrima è scesa finendo sulla sua mascella, lei non ci fa nemmeno caso. Mi fissa ardentemente e sento il mio battito accelerare rapidamente. Vorrei giovare della situazione e baciarla ma non lo ritengo corretto, non adesso.Riprendo il discorso per spezzare quel gioco di sguardi prolungato:

NATHAN"Che ne dici se ci sediamo e continuiamo a bere ciò che abbiamo ordinato prima?

SILVIA"Certamente, non vedo opzioni migliori."

Lei sorride e io le porgo un braccio sulla spalla. Mi sento assurdamente disinvolto e sento il suo profumo sensuale invadermi le narici. Quell'odore mi droga di energia pura e genuina. Al bancone le nostre birre erano caldissime ma il problema non ci toccava assolutamente. I nostri occhi si incrociano in continuazione e non nascondo la mia forte tendenza a distogliere lo sguardo .Per puro caso, mi tocco la maglia nella zona ascellare e non trovo abbozzo di sudore.Faccio un sospiro di sollievo.

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