Terza lettera

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In realtà Harry non sapeva il reale motivo che lo aveva spinto a scrivere quei biglietti a Louis,facendogli conoscere vari aspetti del suo carattere nascosti anche a lui stesso.

Sicuramente, da quei pezzi di carta rubati dalla raccolta per la stampante, si traspariva tutta la sua insicurezza.

Harry aveva pensato a lungo prima di scrivere la lettera e appiccicarla sul banco in penultima fila dove soleva sedersi Louis,ma poi era arrivato alla conclusione che quel ragazzo in qualche modo doveva sapere cosa tormentasse il cuore del riccio.

Più che tormentare, lo faceva balzare, saltellare e fare una danza strana- ma piacevole-nel petto di Harry, ogni volta che il ragazzo incontrava semplicemente gli occhi del suo migliore amico.

I suoi occhi che, Cristo, ad Harry erano sempre piaciuti per la loro sottigliezza e il loro colore, un misto di tenui azzurri e acquosi grigi.

Ma la cosa che di più lo affascinava di quello sguardo erano le rughette che si generevano ad ogni sorriso del liscio, che in realtà Louis disprezzava e chiamava zampe di gallina, mentre Harry ne era innamorato.



Quando tornò a casa, martedì, si rifugiò subito in camera con la testa piena di pensieri e si stese sul letto aspettando che sua madre, Anne, lo venisse a chiamare per mangiare.

Non sapeva esattamente quando avesse iniziato a provare quei sentimenti per il suo migliore amico, sentimenti che non aveva provato nemmeno durante il suo primo bacio con Katie, ma che lo inondavano ogni volta che la voce sottile del liscio arrivava al suo orecchio.Comunque sapeva esattamente che tutto quello era semplicemente strano.

Strano e contorto in realtà, visto che Louis lo aveva sempre accantonato nella cerchia degli amici,mentre lui lo aveva inserito nell'angolo del suo cuore più vulnerabile e più difficile da raggiungere.

Così, da un paio di mesi, Harry si era accorto di essersi innamorato di Louis, mentre quest'ultimo non lo guardava mai, ma a lui bastava.

Però era ormai diventato fastidioso vederlo baciare altre ragazze, o sentirlo raccontare delle sue migliori scopate, senza poter reagire.

Così il riccio aveva deciso di confessarsi con lettere anonime, raccontando fatti inutili che componevano la sua vita,ma che comunque significavano molto.

Non voleva spingere Louis ad amarlo-sì certo, gli sarebbe piaciuto se l'altro si fosse rivelato infatuato di lui-ma desiderava comunque farglielo sapere.

Dopo aver mangiato la pasta al sugo che Anne gli aveva preparato minuziosamente, il ragazzo risalì le scale di legno scricchiolanti che conducevano in camera sua.

Aprì subito la porta color avorio e, dopo essersi lavato le mani nel suo bagno personale-la casa era molto grande e ogni camera era dotata di servizi-si accomodò sulla sedia davanti alla scrivania in legno.

Harry sfilò un foglio bianco dal cassetto e, prendendo una penna blu dal contenitore, iniziò a scrivere la lettera che avrebbe consegnato a Louis il giorno dopo.

"Caro Louis,
non è strano dire caro? Insomma, voglio dire, non siamo nel 1800, però usiamo ancora questo termine!

I miei dubbi esistenziali...bah.

Oggi è stata una giornata noiosa a scuola, ho parlato con una ragazza che mi ha chiesto se avessi voluto uscire con lei ma ha sbagliato persona...insomma, io sono gay no?

Avresti dovuto vedere la sua faccia, quando le ho detto che avevo una preferenza verso i maschi, saresti morto dal ridere!

Aveva la bocca aperta in una o e gli occhi spalancati.
Io me ne sono andato ghignando.

30 letters from nobody||Larry Stylinson||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora