Quarta lettera

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Il giorno dopo Louis si alzò di buon ora e velocemente si preparò per andare a scuola, poi scese a fare colazione.

"Hey mamma!"

Johannah, la madre del liscio, si girò con fare sospetto verso il figlio che stranamente era già sveglio alle 7.30, mentre di solito a quell'ora poltriva sotto le coperte.

La donna si avvicinò,scostandosi dal lavello, e gli posò il palmo della mano sulla fronte.

"La febbre non ce l'hai"sentenziò con fare scherzoso.

Louis le fece una smorfia, prima di accomodarsi al tavolo della cucina.Prese un po' di caffè e ci inzuppò dentro tre biscotti.

Il silenzio della stanza venne riempito dalla voce di sua madre.

"Come sta Harry?"

Louis si asciugò la bocca sporca di bevanda calda con uno scottex prima di prender parola.

"È un po' distante ultimamente"

"Oh"

Per Johannah era strano sentire quelle parole perché i due ragazzi erano sempre stati legati da una profonda amicizia, mancava che andassero in bagno insieme.

Prima che i due potessero continuare il discorso, Louis prese lo zaino fin troppo usato dal corridoio e, salutando sua madre, uscì di casa, donandosi all'aria ancora un po' pungente di marzo.

Ispirò a pieni polmoni la brezza fresca, poi la rilasciò attraverso la bocca e con un sorrisetto si avviò verso scuola.

Quella mattina si era svegliato presto per un motivo preciso,ossia giungere prima all'istituto in modo da scoprire chi fosse lo scrittore misterioso dei messaggi.

Quando entrò in classe trovò solo Harry e un suo compagno, Niall, che conversavano pacatamente.

Louis sentì un moto di gelosia nei confronti di Harry.

Il liscio scosse i capelli energeticamente e si indirizzò verso il banco, dove come al solito era attaccato un biglietto.

Louis, grattandosi lievemente il mento, si avvicinò ai due ragazzi che stavano ridendo e con uno scossone al braccio di Harry li fece girare entrambi verso di lui.

"Avete visto qualcuno appiccicare questo biglietto sul banco?"chiese, guardando negli occhi Niall-era quasi sicuro che fosse lui,perché Harry non lo avrebbe mai fatto-.

Infatti il riccio, come previsto da Louis, negò energeticamente, rosso in viso e con gli occhi incollati al pavimento di simil marmo.

"Non so chi lo possa aver attaccato"rispose calmo il biondo irlandese,tenendo lo sguardo costantemente negli occhi di Louis che, serrando la bocca, annuì.

"Comunque, buongiorno Lou"balbettò un alquanto imbarazzato Harry.
Louis rispose con un sorriso dolcissimo.

Poi tornò indietro e, sedendosi di fronte al banco, aprì il foglietto che era piegato in due parti come sempre.

"Hey Louuu
come andiamo?

Io abbastanza bene, dai, anche se l'altro ieri sono rimasto un po' male per una cosa che...vabbè lasciamo stare che è meglio.

Vorrei solo sapere cosa ti passa per la testa certe volte, veramente, non so se lo fai apposta, ma mi fai proprio incazzare.

Ti sei comportato come uno stronzo e so che sto esagerando, ma non lo faccio per mia volontà.

Mi sono sentito tradito e, cazzo, la sera ho anche pianto.

Perché sei andato con lei ed eravate così felici? Se ci fossi stato io non te ne saresti uscito così felice, sicuramente.

Faccio schifo, LOUIS, FACCIO VERAMENTE SCHIFO E VORREI CHE QUALCUNO QUALCHE VOLTA AVESSE IL CORAGGIO DI DIRMELO"

Era stata una lettera enigmatica, probabilmente la più corta, ma era stata anche la più significativa fino a quel momento.

Louis la infilò nello zaino prima di girarsi e vedere Harry con gli occhi lucidi.

sclero time

scusatee il capitolo è corto :( ma non avevo molte idee ugh.
vabbè evaporo baci

30 letters from nobody||Larry Stylinson||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora