5.

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Manuel, quel pomeriggio, aveva deciso che non aveva voglia di studiare, nonostante avesse parecchie insufficienze da recuperare. Non sapendo cosa fare, era uscito, era salito sul motorino ed era andato a casa di Simone.

L'aveva aperto Dante, che, come sempre, era più che contento di vedere il suo alunno preferito a casa sua, e gli aveva detto direttamente che Simone era in camera sua.
Manuel l'aveva ringraziato e aveva salito velocemente le scale, e, visto che lui aveva la pessima abitudine di non bussare mai, aveva aperto direttamente la porta della camera di Simone.

Simone se ne stava sul letto, appoggiato con la schiena al muro, le gambe piegate e un libro in mano.
Aveva alzato lo sguardo su Manuel, lo aveva squadrato un paio di volte.
"Mi raccomando, non bussare mai tu"
Manuel aveva fatto spallucce.
"Ma mica stavi nudo, Simo'"
Purtroppo, no.
"C'è una cosa che si chiama privacy, non so se ne hai mai sentito parlare"
"E che stavi facendo de così tanto segreto?"
"Stavo leggendo"
"E che stavi a legge? I racconti erotici?"
"Eddai, Manuel!"

Manuel gli aveva sfilato il libro dalle mani, lo aveva chiuso per leggere il titolo, e magari insultare Simone per i suoi gusti discutibili sui libri.
"Pessoa? Da quand'è che leggi le poesie tu?"
Simone gli aveva rivolto un sorriso flebile.
"In realtà, ho iniziato mezz'ora fa"
"E perché?"
Simone era diventato incredibilmente rosso.
"Mi parli sempre della poesia come se fosse la cosa più bella del mondo, e quindi ieri pomeriggio sono andato in libreria e ho chiesto al ragazzo che lavorava lì di consigliarmi qualche libro"
"Ah, quindi lo stai a fa pe' me?"
"No, lo sto facendo grazie a te, è diverso"

Manuel si era seduto di fronte a lui mentre continuava a sfogliare le pagine del libro che aveva tolto precedentemente dalle mani di Simone.
"E che ne pensi? Te sta a piace'?"
"Abbastanza, mi devo abituare a leggere le poesie però"
"E che altro hai preso?"
"Gli altri stanno sulla scrivania"

Manuel, allora, aveva lasciato il libro di Pessoa sul letto ed era andato subito verso la scrivania, e aveva puntato subito lo sguardo sui tre libri impilati uno sopra l'altro.
Aveva preso il primo libro in mano.
"Baudelaire, ammazza Simo', ce vai pesante eh"
Aveva preso il secondo libro.
"Neruda, me pare 'na bona scelta"
Aveva preso il terzo libro.
"Non l'hai fatto per davvero"
E poi era scoppiato a ridere.

Simone gli aveva rivolto uno sguardo interrogativo.
"Che c'è?"
"Un libro de poesie de Bukowski? Seriamente?"
"Ho letto qualcosa in giro sul web, sono belle"
Manuel aveva abbandonato i libri sulla scrivania ed era ritornato sul letto, di fronte a Simone.

"Senti a me, tu non devi ascolta' il web, tu devi ascolta a Manuel tuo"
Simone aveva alzato un sopracciglio.
"Le poesie che mettono in giro sui social so tutte stronzate"
"Ma che stai dicendo, Manuel?"
"Sto a di' che non te puoi legge un libro de poesie de Bukowski"
"Non ti piace?"
Manuel aveva sbattuto una mano sulla coperta.
"Ma certo che me piace!"

"Manuel io sinceramente non ti sto seguendo, ma hai fumato prima di venire qua?"
"Facciamo così, continua a legge Pessoa, non te permette de apri' Bukowski, poi domani capisci perché"
Si era alzato dal letto, si era chinato e aveva lasciato un bacio tra i capelli a Simone.
"Ti lascio leggere, ci vediamo domani Simo'"
Si era chiuso la porta alle spalle lasciando Simone con mille punti interrogativi nella testa.

Il pomeriggio successivo, puntualissimo, si era presentato a casa di Simone.
Come sempre, non aveva bussato, come sempre, Simone gli aveva fatto la solita ramanzina.
Aveva appoggiato lo zaino nero sulla sedia della scrivania e l'aveva aperto, poi aveva sbattuto due libri sul letto di Simone.
"Allora, prima de legge le poesie, devi legge questi qua"
"Ma perché?"
"Perché tu di un autore devi capi' tutto, sennò non serve a niente legge le poesie giusto per. Bukowski non è quello delle poesie, Bukowski è quello dei racconti e tu lo devi conosce"
"Ma scusa, se non ti piace, perché lo leggi?"
"Aridaje, t'ho detto che me piace! Me piace la prosa però, nelle poesie è falso e me sta sul cazzo".

Simone iniziava ad essere interessato all'argomento, anche perché avrebbe passato le ore ad ascoltare Manuel parlare delle cose che gli piacevano davvero.
"Aspetta, perché sarebbe falso?"
"Perché era 'na persona de merda e dalle poesie pare un santo"
"Una persona di merda?"
"Sì, Simo', stava sempre 'mbriaco, nessuno lo voleva perché era' na persona completamente fori de capoccia"
"A me sembra più la descrizione di un emarginato incompreso, mica di una persona di merda"
"Sai di che cosa parla nei suoi racconti? Sai quali so gli argomenti principali? Scopa', scopa' e scopa'. E basta. Descrive le donne e le scopate in maniera così schifosa che te fa rivolta' lo stomaco. Le vede come oggetti, come cose da manipolare. Ed ecco perché te dico che lui non è quello delle poesie, lui è quello dei racconti, in sostanza un pezzo de merda"

Simone aveva preso Storie di ordinaria follia tra le mani.
"Ma questa è una...?"
"Sì, è 'na fregna. Già dalla copertina capisci che roba ce sta dentro"
Poi aveva preso anche Donne.
"E queste sono cosce"
"Già, esattamente, 'sto libro è più lurido de quell'altro"
E Simone aveva così tanta voglia di parlarne ancora con Manuel, di discutere di nuovo di quell'argomento con lui, che aveva letto entrambi i libri in meno di una settimana.

Il sabato pomeriggio era andato al garage, con entrambi i libri in mano e aveva trovato Manuel seduto a terra a fumare.
"Manu, li ho finiti!"
"Vie' qua, dimme che ne pensi"
Simone si era seduto accanto a lui, e Manuel in automatico gli aveva passato la sigaretta. Simone aveva fatto un tiro e aveva soffiato fuori il fumo.
"Avevi ragione, sono abbastanza disgustosi"
Manuel aveva appoggiato la testa al muro dietro di sé.
"Beh? Solo questo c'hai da di'?"
"Sei tu quello che ne sa tanto, mi piace ascoltarti quando ne parli, io non ne capisco niente"
Manuel aveva ignorato la capriola che il suo cuore aveva fatto.
"Vabbè, un pensiero critico lo saprai pure formulare, no? Non è che ce vo' un genio"

Simone aveva appoggiato la testa sulla spalla di Manuel.
"Io penso che siano valide entrambe le cose"
"Non te seguo"
"Il fatto che lui fosse una persona di merda non esclude la sua capacità di amare"
Manuel aveva iniziato a giocare con il bordo della manica della maglietta di Simone.
"Quindi tu mi stai dicendo che lui nelle poesie è sincero?"
"Certo che lo è, Manu!"

Manuel aveva scosso la testa.
"Come fa uno che se comporta così e fa quella vita ad esse' seriamente innamorato de qualcuno? Nun po' mai esse'"
"E perché no? Non puoi innamorarti seriamente di qualcuno anche se sei una persona di merda?"
"Me pare un po' contraddittorio, onestamente".

"Te ricordi quanno m'hai detto che tu non sei capace d'ama'?"
Simone aveva alzato la testa e aveva guardato Manuel negli occhi.
"Sì"
"Ecco, Simo', pure quello è contraddittorio! Come fa uno come te a nun esse' capace de ama'? Sei troppo puro, sei troppo angelico, sei troppo buono per non avere la capacità di amare, te lo assicuro"
"Quindi tu mi stai dicendo che io sarei capace di amare e una persona incasinata no?"
"No! Non una persona incasinata. Una persona che usa le altre persone come vuole, come faceva Bukowski co' tutte le donne. Capisci quello che intendo?"

Simone aveva appoggiato di nuovo la testa sulla spalla di Manuel.
"Quindi tu non saresti capace di amare, Manu?"
"E perché, Simo'?"
"Perché anche tu usi le persone come vuoi"
Manuel si era staccato subito da quella sorta di intimità che si era creata solo sfiorandosi.
"Ma che stai a di'?"
"Hai usato anche me, per scopare, e poi hai fatto finta di nulla. Quindi anche tu non saresti capace di amare?"

Manuel si era alzato in piedi, un colpo del genere da Simone non se l'aspettava.
"E se io invece avessi fatto finta di nulla proprio perché sono capace di amare, eh, Simo'?"
"E allora perché non lo dici e passi il tempo a scrivere le poesie chiuso in camera tua, mentre mi incasini la vita, Manuel?"
Manuel non aveva risposto.
"Sei esattamente quello che stai criticando, Manuel"
"Se ti dico che ti amo la smetti co' 'sto discorso?"
Simone aveva fatto un sorrisetto.
"Forse"
"Ti amo, Simo'".

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