3.1

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Manuel era arrivato a casa di Simone e quasi gli era venuto un infarto quando lo aveva trovato in costume in giardino.
"Te la sei tolta quella sciarpetta finalmente eh"
Simone aveva scrollato le spalle.
"Tanto sono solo".

"Ti va di fare un bagno in piscina?"
"Ma non c'ho il costume, Simo', me lo potevi di' prima"
"E che problema c'è! Te lo do io"
E Manuel avrebbe voluto dire di no, perché avere Simone così vicino in una circostanza del genere non era la cosa migliore in quel momento, ma aveva accettato, e quando Simone aveva pescato un costume dal cassetto, il più grande era corso in bagno ad indossarlo.

Quando era uscito dal bagno, Simone lo stava aspettando davanti la porta. Lo sguardo di Simone gli bruciava addosso, si sentiva osservato e a disagio. E Manuel non si sentiva mai a disagio, ma davanti al suo amico le cose cambiavano.

Simone gli aveva fatto cenno di seguirlo verso la piscina, e Manuel, in silenzio, lo aveva seguito.
E per tutto il tempo l'unica cosa che aveva guardato erano state le spalle troppo grandi di Simone, aveva pensato a come sarebbe stato passarci le mani, sentire ogni muscolo sotto i polpastrelli, senza limitazioni, senza problemi, senza pensieri nella testa.
E, purtroppo, aveva anche pensato che qualcun altro sicuramente aveva avuto il privilegio di farlo. Il suo stomaco aveva iniziato a bruciare, si sentiva come se qualcuno stesse facendo un falò lì dentro.

A fermarlo dai quei pensieri era stato Simone.
"Facciamo il bagno?"
E Manuel aveva annuito, incapace di aggiungere altro. Si sentiva frastornato dalla presenza di Simone.

Così, era rimasto sul bordo della piscina, a pensare, nel suo silenzio, che Simone non comprendeva. Finché, all'improvviso, Simone lo aveva spinto nell'acqua. E subito dopo, si era tuffato anche lui.
Quando era riemerso, Manuel non si aspettava di trovare la faccia di Simone ad un soffio dalla sua.
"Ma sei coglione?"
Simone aveva socchiuso gli occhi per colpa del sole e aveva sorriso.
"Forse un po'"
Poi gli aveva lasciato un bacio veloce sulla guancia e aveva iniziato a nuotare, ed era finito dal lato opposto della piscina.

Manuel voleva restare nella sua bolla, quella in cui non riusciva ad entrare nessuno, dove c'erano solo lui e i suoi pensieri. Ma Simone sapeva perfettamente come entrarci e sapeva anche richiuderla per bene, in modo da restare lì dentro loro due, da soli, a dirsi troppe cose con gli sguardi, senza emettere un singolo suono. E il più grande era terrorizzato da questo potere che aveva Simone di entrare e di uscire da quella bolla quando voleva, spiazzandolo di continuo e lasciandolo lì a guardare il nulla appena chiudeva la porta e usciva, proprio come aveva fatto quando si era allontanato dopo avergli lasciato quel fugace bacio sulla guancia ed era scappato.

"Manu?"
Manuel si era girato verso Simone.
"Sì?"
"Vieni qui?"
E Manuel avrebbe voluto dire di no, perché nella sua bolla Simone non poteva più entrarci, ma aveva solo iniziato a nuotare, rassegnato, per raggiungerlo.

Simone lo aspettava con le spalle appoggiate al muro della piscina, gli occhi chiusi e la testa alzata verso il cielo.
Manuel si era soffermato a guardare le goccioline che dai capelli scendevano sul suo collo, poi aveva ripreso lucidità quando quella gocciolina che stava seguendo con gli occhi era finita sui lividi. Aveva sbuffato.

"Che c'è?"
Simone aveva girato il volto verso di lui.
"Niente"
"E perché sbuffi?"
"Non lo so manco io, Simo'"
E invece lo sapeva, ma non poteva dirlo, quei segni avrebbe dovuto lasciarglieli lui, non quel tizio che a malapena conosceva.

"Io esco"
E Manuel, come una marionetta mossa dai fili del suo burattinaio, lo aveva seguito in silenzio. Aveva fatto lo stesso anche quando Simone si era steso sul prato a prendere il sole.

"Lo sai che Luca mi ha scritto su instagram?"
"Che?"
Che risposta del cazzo.
"Ho detto che Luca mi ha scritto"
Io a Giulio lo corco, non doveva anna' così.
"E che vuole?"
"Mah, nulla, mi ha fatto capire che è interessato a me"
Manuel si era seduto e aveva guardato Simone.
"E tu?"
"Io cosa?"
"Tu sei interessato a lui?"
"È un bel ragazzo, ma boh, vedremo"
Manuel aveva annuito, aveva preferito non rispondere, se l'avesse fatto, Simone si sarebbe accorto di qualcosa.

Aveva preso il cellulare ed era andato sulla chat di Giulio.
"Meno male che dovevi fa in modo che quello se levava dal cazzo" e aveva inviato.
La risposta era arrivata quasi subito.
"Che ha fatto?"
"Ha scritto a Simone"
Dopo, infastidito, si era alzato
"Vado un attimo in bagno".

Il cellulare, che Manuel aveva lasciato accanto a Simone, distratto com'era dai suoi pensieri, si era illuminato.
Simone, che non sapeva mai farsi i fatti suoi quando qualcosa riguardava Manuel, lo aveva preso in mano e aveva letto l'anteprima del messaggio di Giulio che era appena arrivato.
"Mamma mia, quanto sei geloso. Ti ho detto che..."
E se pensava di aver di capito tutto di Manuel, in un secondo tutte le certezze che aveva erano crollate.
Tra Manuel e Giulio c'era qualcosa? E da quando a Manuel piacevano i ragazzi? Ma soprattutto, Giulio? Seriamente?

Manuel era ritornato e si era seduto di nuovo accanto a Simone, che gli aveva rivolto uno sguardo gelido.
"Mi devi dire qualcosa?"
"Mh, no?"
"Sei proprio sicuro?"
"Certo, Simo', ma che c'hai mo?"
"Stai con Giulio e non mi dici niente?"
A Manuel veniva solo da ridere.
Ma come gli è venuto in mente a questo?

"Simo', ma te senti bene?"
"Ah, guarda, dopo che ho scoperto una relazione segreta del mio migliore amico, sto benissimo, guarda"
"Ma da dove è uscita 'sta cosa, mo?"
Simone aveva iniziato il suo solito monologo, e Manuel lo sapeva, che quando iniziava non finiva più.
"Allora, prima cosa, da quando ti scrivi con Giulio? Non vi calcolate neanche in classe e ora magicamente vi mandate i messaggi su whatsapp! Seconda cosa, uno che ti scrive che sei geloso di certo non può essere un tuo amico. Da quanto tempo va avanti questa cosa, eh? Ma ti rendi conto che non mi hai detto nulla?"
"Io vorrei solo sape' come hai fatto a sapere che parlo con Giulio"
Simone era arrossito.
"Avevi lasciato il telefono qua"
"E questo ti autorizza a leggere tutti i cazzi i miei? Che hai letto?"
Manuel era entrato nel panico, se Simone avesse letto la loro chat, avrebbe scoperto tutto.

"Ho letto solo l'anteprima del messaggio che ti è arrivato"
Il terrore negli occhi di Manuel era troppo evidente, ma Simone l'aveva attribuito al fatto di esser stato scoperto.
Aveva preso il cellulare e l'aveva sbloccato.
"Mamma mia, quanto sei geloso. Ti ho detto che ci avrei parlato, e l'ho fatto. Ma se lui non mi ascolta io non ci posso fare niente. E Simone è abbastanza grande per decidere quello che vuole fare, quindi, o ti fai avanti o lasci che conosca qualcun altro."
Secchiata d'acqua gelida in faccia. Quel messaggio lo aveva smosso talmente tanto che l'unico pensiero che c'era nella testa di Manuel era Simone con un altro ed era arrivato davvero il momento di parlare con Simone.

Manuel aveva rotto il silenzio strano che si era creato.
"Parlavamo di te"
"In che senso?"
"Se te lo dico, prometti che non m'ammazzi?"
Simone aveva annuito.
"Ecco, potrei aver chiesto a Giulio di tenere quel tizio lontano da te perché-"
"Tu cosa?"
"Se mi fai fini', magari capisci. Dicevo, perché quando ho visto quei succhiotti non c'ho visto più. Poi m'hai detto che era n'amico di Giulio e io l'ho chiamato subito per dirgli che doveva lasciarti perdere, ma lui ti ha scritto lo stesso e io mi sono incazzato".

Simone aveva fatto un passo verso Manuel, i loro nasi quasi si toccavano.
Poi aveva fatto un sorrisino.
"Quindi, sei geloso?"
"Non so' geloso"
"E allora che problema hai se parlo con un altro ragazzo?"
Manuel era rimasto in silenzio.
"Allora?"
"Che vuoi sentirti dire, Simo'?"
"La verità, Manuel"
"Me dà fastidio okay? Me dà fastidio se ti tocca uno che non sono io, se ti bacia uno che non sono io, me dà fastidio tutto. E tu mi fai uscì pazzo. Va bene? Sei contento?"
Simone si era avvicinato, quanto bastava per lasciargli un bacio a fior di labbra.
"Sei un coglione"
"È colpa tua se so' un coglione"
Manuel si era avvicinato e l'aveva baciato, e in quell'esatto momento si era accorto che avrebbe dovuto farlo prima, perché gli era sembrato di stare in apnea senza i baci di Simone e in quel momento aveva iniziato di nuovo a respirare.

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