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Manuel e Simone erano scesi subito nel garage del primo per iniziare a preparare tutto e fare il tatuaggio.

"Simo', ma sei proprio sicuro?"
"Sono sicuro"
"Ma proprio sicuro sicuro?"
"Sì, Manu"
"Come te pare, non te mette a piagne se te faccio male che poi ti do il resto"

Simone si era appoggiato al muro e stava guardando Manuel che preparava tutto l'occorrente per il tatuaggio. Manuel si era girato all'improvviso e quasi era morto su quella sedia quando aveva colto l'altro a fissarlo.

"Che c'è?"
"Niente, perché?"
"Perché me fissi?"
"Ti dà fastidio se ti guardo?"
No, è che c'ho paura de crepa', se me continui a guarda' così io 'sto tatuaggio te lo faccio al contrario perché non ce sto a capi' un cazzo.
"No, no, continua pure" Manuel gli aveva sorriso e aveva ripreso a fare quello che stava facendo prima.

Dopo una decina di minuti era tutto pronto, tutto l'occorrente, tranne la cosa principale: Manuel. Gli tremavano le mani e stava già pensando al fatto che avrebbe dovuto mettere le mani addosso a Simone tra pochi istanti. Aveva iniziato a motivarsi mentalmente, ma non era servito a nulla, perché quando Simone si era avvicinato, aveva iniziato a sudare.

"Mi spoglio?"
Iniziamo bene, mo me ne vado su un ponte e me lancio de sotto.
"Se lo vuoi fa sul fianco, penso proprio che attraverso la maglietta nun te lo posso fa'"
E quando Simone aveva iniziato a togliersi la maglietta, il cervello di Manuel era completamente partito.
Sto in paradiso, voglio resta' qua per sempre.

Si era risvegliato solo quando Simone aveva iniziato a sventolargli la sua maglietta in faccia.
"Manu, oh, ci sei?"
"Eh si, si, più o meno"
"Ma la smetti di fissarmi?" Simone era arrossito, Manuel se n'era accorto e aveva approfittato di quella situazione.
"Che te devo di', le cose belle so fatte pe' esse guardate".

Silenzio. Simone aveva aperto la bocca dopo qualche secondo, e ancora gli rimbombavano in testa le parole di Manuel.
"Mi stai dicendo che sono bello?"
"Certo che lo sei, penso che gli specchi a casa tua ce l'hai"
Simone stava morendo per l'imbarazzo, non sapeva come rispondere, anche perché Manuel non gli aveva mai fatto un complimento. O almeno gliene aveva fatti, ma non era mai stato così diretto e così sfacciato.

Manuel, per togliere dall'imbarazzo Simone, si era alzato e aveva indicato con l'indice la sedia.
"Siediti, e se sei pronto iniziamo"
"Mamma mia, Manuel sembra che devi farmi partorire. Devo essere pronto a cosa? Il lavoro lo devi fare tu"
"A soffri', a quello devi esse pronto"
Simone aveva alzato gli occhi al cielo e aveva tirato uno schiaffetto sulla guancia a Manuel.

Manuel stava cercando di concentrarsi, di non pensare al fatto che in quel momento sotto una mano avesse gli addominali di Simone.
Questo me pare de marmo, secondo me l'ha scolpito Michelangelo.
"Allora, va bene in questo punto qua?"

Simone aveva abbassato lo sguardo per controllare dove fosse la scritta, poi aveva puntato gli occhi su Manuel.
"Va benissimo. In che posizione mi detto mettere?"
Manuel aveva accennato un sorrisino.
"Guarda, se proprio te lo devo dire-"
Simone lo aveva interrotto, sapeva dove sarebbe andato a parare l'altro.
"Eddai, Manu! Ma potresti smettere di pensare solo a quello? Guarda che se mi tatui qualcosa di sessuale dopo ti ammazzo" Manuel gli aveva riso in faccia, Simone aveva proprio l'espressione disperata.
"Intendevo dire, come mi devo mettere per non far uscire questo tatuaggio una merda? Va bene se te lo dico così?"
"Allora siediti, però ti devi allungare un po', sennò non vedo un cazzo".
Dopo cinque minuti di spiegazioni, finalmente erano arrivati alla posizione perfetta e Manuel aveva iniziato a tatuare Simone.

Nel frattempo, Dante, il padre di Simone era corso a casa di Manuel per parlare con lui. Ma, visto che lui era nel garage, la madre di Manuel lo aveva invitato dentro a prendere un caffè, e poi gli aveva detto che sicuramente Manuel era giù, quindi, dopo averla ringraziata per il caffè, si era diretto davanti la porta del garage. Non l'avesse mai fatto.

"Ahia! Manuel mi stai facendo male" la voce di suo figlio, ovviamente, l'avrebbe riconosciuta tra migliaia.
"Eh Simo', te devi sposta' n'attimo"
dopo qualche secondo Manuel aveva continuato.
"Allora, facciamo così, se tu apri le gambe, io mi metto meglio in mezzo, così riesco a fini', sennò qua facciamo notte"
"Va bene, allora aspetta che mi metto meglio"
Dante era sconvolto.
"Manuel, cazzo! Mi stai facendo male! Vai più piano!"
"Mamma mia Simo', quanto te lamenti, chiudi un po' 'sta bocca"
"Oddio, ma è gigantesco"
"Simo', smettila de frigna', ho quasi finito, non lo guarda che solo questo c'ho, un paio di minuti e abbiamo finito se la smetti e te stai fermo".

Dante era sconvolto. Però doveva rischiare e doveva entrare, anche perché aveva urgente bisogno di parlare con Manuel. Aveva abbassato la maniglia della porta ed era entrato.
"Scusate, che state facendo?"

I due ragazzi si erano girati verso di lui, Simone era seduto ed era mezzo nudo e Manuel era abbassato sul suo addome.
"Manuel mi sta facendo un tatuaggio"
"Oddio, da fuori sembrava altro"
Manuel aveva alzato un sopracciglio.
"In che senso?"
"Eh lo so io in che senso. Senti, Manuel, io sono venuto qui per parlarti"
"E non possiamo farlo in un altro momento, professo'?"
"Vabbè ho capito, ci vediamo domani a scuola" poi si era girato ed era andato verso la porta, l'aveva aperta ed era uscito sbattendola. Almeno ci aveva guadagnato un caffè.
Poi era ritornato indietro, aveva aperto la porta e aveva urlato al figlio "Io comunque avrei preferito trovarvi a fare altro, i tatuaggi non mi piacciono per niente". Aveva chiuso nuovamente la porta ed era andato via.

Manuel continuava a ridere.
"Certo che tuo padre è strano forte eh"
"Purtroppo non ci posso fare nulla, però sappi che ora che ha scoperto che sei tu quello che mi fa i tatuaggi, forse rischi l'anno" Simone lo aveva preso in giro.
Manuel era rimasto in silenzio, concentrato a pulire il tatuaggio, che aveva finalmente finito di fare.
"Tie', guarda che capolavoro t'ho fatto"
Simone aveva abbassato lo sguardo.
"Oddio, Manu, ma è bellissimo, grazie"

Poi si era allungato verso di lui e gli aveva lasciato un bacio sulla guancia.
"Tutto 'sto lavoro per un misero bacetto sulla guancia?"
"Dimmi tu che vuoi allora"
"Fammelo tu un tatuaggio"
"Ma non lo so fare!"
"Ti spiego io come devi fare, dai, una cosa piccola, giuro"
"Va bene dai, almeno posso vendicarmi per tutto il dolore che mi hai fatto provare"

Manuel aveva deciso di farsi tatuare una semplice x sotto l'ombelico. Consapevole di essere masochista, ci aveva messo un quarto d'ora per spiegare a Simone come funzionasse quell'aggeggio. E Simone si era davvero applicato ed era riuscito a fare un tatuaggio abbastanza preciso.

"Quasi quasi sei più bravo di me"
"Ma se fa schifo!"
"Ma statte zitto! Quindi mo te dovrei ringrazia' io, ma non so tirchio come te che te la cavi con un bacetto sulla guancia"
"Ah no?"
"No, se chiudi gli occhi ti faccio vedere"

Simone aveva chiuso gli occhi e Manuel aveva esitato.
Oddio, so' un coglione. E mo che faccio? Lo devo fa' davvero? Vabbè, lo faccio.
"Manuel, sei morto?"
Due secondi dopo, Manuel si era avvicinato di più a Simone, si era messo in punta di piedi e gli aveva lasciato un innocente bacio sulle labbra, che si era trasformato in un bacio per niente innocente appena Simone aveva iniziato a muovere le labbra su quelle di Manuel. Poi, quest'ultimo si era staccato, gli aveva sussurrato un "Grazie" e gli aveva lasciato un ultimo bacio.

Simone era rimasto bloccato: Manuel, il suo migliore amico etero, lo aveva appena baciato dopo che si erano fatti un tatuaggio a vicenda. Avrebbe fatto finta di niente. Magari Manuel lo aveva fatto per affetto, non era il momento di fasciarsi la testa.

"Mi raccomando eh, mettici la crema, non ti grattare se ti prude, non ti staccare le crosticine, non usare l'acqua troppo calda, attento al sapone che usi e tutte le solite stronzate"
Simone aveva riso.
"Va bene papà. Allora io vado, grazie ancora"
"Ci vediamo domani a scuola, Simo'"
E mentre Simone cercava di non schiantarsi da qualche parte con il suo motorino pensando al bacio, Manuel era ancora nel garage, si era seduto a terra e aveva acceso una sigaretta e stava frignando come quelle nei film.
Allora Simone c'ha ragione a vedersi quelle romcom de merda, mo capisco che provano quelle.

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