Inizio

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Definizione di Yakuza:
un sindacato del crimine organizzato giapponese, simile alla mafia o alle Triadi. Gli
Yakuza sono generalmente noti per avere grandi tatuaggi che coprono la schiena, il petto e le braccia. Una buona parte dei membri della Yakuza risulta essere di etnia coreana. Hanno il controllo del sistema sociale giapponese, visto che possiedono cose importanti
come casinò e cose simili. Hanno un rigoroso codice di lealtà e onore, che è una tradizione a lungo detenuta dai giapponesi. Una punizione comune per aver fatto incazzare una Yakuza è tagliare la punta del dito di qualcuno.

Questa storia includerà violenza
brutale, scene sconvolgenti e
oscenità, quindi per favore non
leggere se questo ti mette a disagio.
Spero che vi divertiate tutti❤️

Venerdì:

Sospirai tra me e me, guardando tutti
che passavano all'aeroporto di
Haneda. Stavo aspettando che mia zia
venisse a prendermi, ma mi ha
mandato un messaggio dicendo che
era in ritardo. Perché una diciottenne è qui in mezzo al nulla chiedi? I miei
genitori sono morti il mese scorso in
un incendio in casa, fortunatamente
non ero a casa ma non ce l'hanno
fatta. Dovrei essere triste ma non lo
ero. Erano tossicodipendenti e non si
rendevano nemmeno conto che era scoppiato un incendio a causa di
quanto fossero fatti. Mio padre
era un figlio unico e mia madre aveva
una sorella, quindi quando mia zia ha
appreso la notizia, ha accettato di
prendermi sotto la sua ala protettrice.
Mi piaceva mia zia, era più gentile di
entrambi i miei genitori messi insieme, ma viveva in Giappone come
insegnante di inglese e l'unica parola giapponese che conosco è konichiwa.

Quindi avevo due opzioni, vivere in
una struttura finanziata dal governo
fino a quando non compio 18 anni e
poi mi dicono di andarmene o andare
a vivere con mia zia. Ho scelto mia zia
ed eccomi qui, in un posto dove non so parlare la lingua e sembro un alieno. Ho individuato mia zia e ho afferrato la mia valigia,trascinandola con me.

"Y/N!" Mi sorrise allegramente e mi
abbracciò.

"Non riesco a r-respirare..." lasciò
andare la presa su di me e mi guardò
con occhi curiosi.

"L'ultima volta che ti ho visto eri una
bambina."

"Mi hai visto due anni fa." Lei rise e
prese la mia valigia.

"Sì ed eri una bambina." Le ho
ricambiato il sorriso e l'ho seguita
attraverso l'aeroporto. Il viaggio di
ritorno al suo appartamento fu
tranquillo, fatta eccezione per le
chiacchiere occasionali. Finalmente
siamo arrivati e l'appartamento era
molto più bello del buco in cui ero
abituata a vivere.

"Siamo a casa!" disse mia zia
entusiasta e lasciò cadere la mia
valigia in soggiorno. "Sentiti libera di
dare un'occhiata in giro e abituarti al
posto." Annuii e iniziai a camminare,
osservando il posto da capo a piedi. La
mia camera da letto era piccola ma
comoda. Saltai sul letto matrimoniale
e sentii la tensione che stavo
trattenendo abbandonare il mio
corpo. Ho fatto un bel respiro e
finalmente mi sono rilassata.
Nell'ultimo mese erano successe così
tante cose e il mio cervello non
registrava nemmeno completamente
quello che stava succedendo in quel
momento. Il mese scorso, ho avuto
due drogati come genitori e ho vissuto
in America. Ora ho due genitori
morti, vivo con mia zia e mi sono
trasferita in Giappone.

Ho sentito bussare alla mia porta ed è
entrata mia zia.

"'Vieni zia Lia." La mia porta si aprì.

"Solo zia."

"Ok Lia." Mi guardò accigliata e io mi
limitai a sorridere in risposta.

"So che questa è l'ultima cosa di cui
vuoi parlare, ma l'anno scolastico è già
iniziato in Giappone".

Yakuza | KTH |Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora