1. Oro nelle crepe

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Solo gli inquieti sanno com'è difficile sopravvivere alla tempesta e non poter vivere senza.
-Emily Brontë

Si osservò allo specchio con occhio critico, chiedendosi che fine avesse fatto la persona che era stato solo qualche anno prima. Di lui non rimaneva nulla, se non qualche tratto del viso troppo affilato che si portava dietro da una vita.

I suoi occhi grigi gli ritornavano lo sguardo, stanchi, smarriti, per l'ennesima volta alla ricerca di una risposta. Si era perso così tante volte, avrebbe dovuto esserci abituato, invece continuava a soffrirne come fosse la prima volta. I legami si recidevano uno dopo l'altro, le abitudini cambiavano e lui si ritrovava di nuovo di fronte ad uno specchio a chiedersi cosa ne stesse facendo di se stesso, se quella fosse la strada giusta oppure l'ennesima fregatura che se la prendeva comoda.

Un movimento catturò la sua attenzione alle sue spalle. A quella vista il cuore gli si strinse, intrappolato in quella morsa di sentimenti che non sapeva descrivere o gestire. Era completamente in balia dell'emozione, fingendo di sapere cosa ne stesse facendo della sua esistenza.

Avrebbe voluto qualcosa di diverso? Un finale alternativo e più conforme alle fiabe? Forse sì, per un po' quanto meno lo aveva desiderato. Aveva voluto credere che dopo aver superato le difficoltà ed essersi finalmente trovati alla pari, pronti a lottare per essere chi erano insieme, tutto sarebbe andato alla perfezione. Aveva sognato di svegliarsi ogni giorno accanto a lui, sentire il cuore sfarfallare allegro e quella dolce sensazione che provava ogni volta che lo sguardo gli scivolava addosso, quell'emozione calda e avvolgente che sa di casa.

Staccò lo sguardo dalla sua figura e tornò a concentrarsi su se stesso, su quei capelli biondi e scompigliati a cui non riusciva più ad abituarsi. Così corti, così strani. Pensava non li avrebbe più avuti così, pensava anche di aver trovato finalmente un punto. I suoi capelli rimanevano solo parentesi sconnesse che si susseguivano una dietro all'altra, alla disperata ricerca di una stabilità. Come lui, come quel loro piccolo sogno si felicità.

Si passò le dita fra i capelli, cercando di dargli una piega.

Odiava quelle giornate in cui la mente si sconnetteva dal flusso della vita, quando rimaneva solo lui e un'infinita serie di pensieri privi della minima cura per quel che gli succedeva attorno. Odiava fissarsi allo specchio e chiedersi chi fosse diventato, se fosse felice, se stava bene. Odiava non sapersi rispondere, odiava essere un'eterna incertezza che non faceva altro che smaniare per punti fissi e risposte concrete a domande astratte, ma non sapeva essere in altro modo.

Era felice? Forse sì, forse no, forse quel buco lo avrebbe portato sempre nel petto, come quello che gli aveva causato la sua prima ragazza a suo tempo, e avrebbe dovuto imparare a conviverci. Però si sentiva colpevole, traditore. Il suo cuore aveva ripreso a pulsare in preda a quei sentimenti irrazionali che seguono l'amore quando non era nemmeno certo che la ferita si fosse rimarginata.

Elisa gli aveva detto che era inevitabile, che tutti lo sapevano. Il suo cuore aveva sempre avuto un battito di troppo, una farfalla smarrita che si confondeva fra quelle che agitavano le ali per lui. Gli aveva detto che era sempre stata lì, solo che se ne era reso conto tardi, se ne erano resi conto tutti tardi. Forse le cose sarebbero andate in modo diverso se se ne fossero accorti, ma non era successo, e lui aveva permesso a quel ragazzo di stabilirsi nel suo cuore con tutte le sue farfalle e i suoi sorrisi caldi dei raggi di luglio. Aveva sempre amato quei sorrisi, non avrebbe mai smesso. Doveva essere per quello che si sentiva ancora il dolore fantasma di una ferita che dopotutto si era richiusa.

Due braccia lo circondarono da dietro con delicatezza, una fronte si posò sulla sua scapola. Aspettava quel momento da quando l'aveva vista riflessa nello specchio aggirarsi per casa insonnolita, i pantaloni del pigiama infilati nei calzettoni di lana e una sua felpa, il cappuccio calcato sugli occhi.

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