Damon fissava il suo riflesso nello specchio a figura intera di Veronica. Si passò la punta delle dita fra i bottoni della camicia nera, ricordandosi con un nodo allo stomaco di quando l'aveva indossata alla festa di Natale in cui Chiyuki gli aveva detto di essere incinta. Ricordava ancora il sorriso divertito di Levi, le sue mani che leggere gli sistemavano il colletto prima di partire e le sue dita esperte e delicate che sfilavano un bottone alla volta dall'asola quella stessa sera. Sentiva ancora i brividi lungo le braccia al solo pensiero, e si sentiva un po' traditore. Nei confronti di Veronica perché pensava ad un altro, nei confronti di Levi perché si erano persi e quello non era decisamente il momento per pensare a lui in quel modo. Gli riusciva ancora difficile pensare a lui senza ricordare sulla pelle le sensazioni che aveva provato in quegli anni, gli era rimasto talmente impresso in ogni suo minimo particolare che a volte avrebbe soltanto voluto dimenticare tutto e smetterla di sentirsi in quel modo. Forse con quei pensieri l'unico che tradiva era se stesso.
Infilò l'ultimo bottone nell'asola, chiudendo la camicia per bene, come gli aveva sempre rimproverato di fare la madre di Levi. A Livia piaceva vedere le persone in ordine, maschere di perfezione dietro cui nascondere l'umanità, e Damon l'aveva sempre trovato buffo per un'insegnante di letteratura con delle idee così libertarie com'era lei. Alla fine ci si era abituato, aveva imparato a legarsi i capelli e chiudere la camicia fino all'ultimo bottone, e lei aveva iniziato a sorridergli quando entrava in casa sua. Ci aveva messo del tempo ad abituarsi a lui, ma ce l'aveva fatta. Lentamente aveva accettato il fatto che quello strano ragazzo era parte della vita di suo figlio e, che le piacesse o meno, lui era lì, quindi tanto valeva accettarlo e fare la pace con Levi.
Damon osservò la camicia per un istante, odiandola per tutti i ricordi che aveva cuciti addosso. Avrebbe voluto avere altro da mettere, ma non aveva nulla che non avrebbe indispettito Livia e nonostante il tempo fosse passato non se la sentiva di contrariarla. Non era stata una sua figura di riferimento, ma era importante per Levi e a modo suo lo era diventata anche per lui. Era un pensiero senza fondamento, ma in un giorno del genere non voleva essere fuori posto più di quanto non si sentisse già alla sola idea. Sapeva di doverci andare, ma al tempo stesso sapeva anche che quello non era più il suo posto predefinito, che avrebbe dovuto fare attenzione ai suoi passi, cercando di non disturbare il loro dolore con la sua presenza.
Sospirò, esausto dal turbinio senza freno dei suoi pensieri. Avrebbe dato qualsiasi cosa per fermarli, ma non poteva nulla se non aspettare. Aveva ricominciato con le medicine, ma ci voleva tempo e la vita continuava a scorrere e trascinarlo con sè in un fiume di pensieri intrusivi. Si era dimenticato come affrontarla, e boccheggiava disperato, aspettando che il mondo ritrovasse il suo solito assetto e gli regalasse un istante di pace.
Veronica comparve alle sue spalle, silenziosa come un gatto, facendolo sussultare. Gli posò le mani sugli avambracci, stringendoli appena in quella sua nuova smorfia di preoccupazione con cui lo guardava da giorni. Le si sarebbe formata una ruga fra le sopracciglia prima dei trent'anni e la colpa sarebbe stata unicamente di Damon e della sua testa fuori controllo.
"Sei pronto?"
Lui annuì, fissando lo sguardo nel suo attraverso lo specchio. Poteva sembrare la stessa scena di quando si era accesa la scintilla fra loro, ma adesso era lei alle sue spalle, con il viso deformato in una smorfia, appesantito da tutto quel nero che avevano addosso, e i loro sguardi si incrociavano a fatica. Quello di lei perché vederlo in quello stato le faceva male, quello di lui perché si sentiva di nuovo colpevole di non sapersi salvare e causare sofferenza a chiunque avesse attorno.
Veronica sembrò percepirlo e, in quel suo linguaggio fatto di sguardi ed emozioni fugaci, lo fissò con intensità bruciante, sollevando appena il mento, sfidandolo apertamente a sentirsi in colpa per averla vicina.
STAI LEGGENDO
Dove cade l'arcobaleno || LGBT+
Jugendliteratur[COMPLETA] ->Young adult + found family theme ->Sequel di "Rainbow club" Gli anni sono passati, Damon e i suoi amici non sono più ragazzi alle prime armi con l'amore e con la vita, sono diventati adulti e gli è stato richiesto il prezzo. I weekend p...