CAPITOLO 16 - Fulmine a ciel sereno

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Con Henry le cose vanno a gonfie vele, siamo affiatati e c'è un bellissimo sentimento tra di noi.
Continuo ad andare regolarmente al Junk'n'stuff, a seguire le sue missioni e a passare del tempo in compagnia dei miei amici.
Tuttavia questa mattina, a scuola, Henry mi sembrava strano, di un misto tra il pensieroso e l'irrequieto e un sesto senso mi diceva che ero di nuovo l'unica a non sapere qualcosa.

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Suona la campanella dell'ultima ora e colgo l'occasione per prenderlo da parte e parlargli.

Jen: "Allora?"

Hen: "Giurami che non ti arrabbi."

Jen: "Allora c'è veramente qualcosa che non mi dici. Dipende, è grave?"

Mi guarda e basta, ma non riesco ad interpretare il suo sguardo, quindi decido semplicemente di acconsentire e farlo fidare di me.

Jen: "Non mi arrabbierò, te lo prometto."

Hen: "D'accordo. Allora, l'anno scorso ho ospitato a casa mia due ragazzi e due ragazze, che hanno un'azienda di videogiochi, diciamo così. Mi hanno scritto ieri e stanno per tornare. E io li ospiterei a casa mia anche questa volta."

Jen: "Tutto qui?"

Hen: "In che senso tutti qui? Cioè a te sta bene, non sei gelosa?"

Jen: "No...dovrei?"

Hen: "In teoria no...cioè, in realtà piacevo ad una delle due ragazze e penso di piacerle ancora."

Jen: "D'accordo, ma sai come la penso. Mi fido di te."

Hen: "Si, lo so, ho sbagliato a non dirtelo prima, scusa. Non so ancora quando arrivano, ma se ti va ti dico quando mi avvisano, così puoi venire a conoscerl-"

La frase rimane incompleta, a mezz'aria, mentre il suo telefono squilla e non appena risponde capto una voce femminile provenire da quest'ultimo.
Henry si allontana un attimo, mentre io ne approfitto per raccogliere le mie cose rimaste sul banco.
La telefonata dura poco e, subito dopo, anche lui raccoglie in fretta la giacca e lo zaino.

Hen: "Beh a quanto pare potrai conoscerli prima del previsto, mi ha appena chiamato Babe: sono all'aeroporto."

Jen: "Andrai a prenderli ora?"

Hen: "No, sanno l'indirizzo, chiameranno un taxi, io li aspetto direttamente a casa. Magari puoi passare oggi pomeriggio, che ne dici? Giusto per dargli il tempo di sistemarsi."

Jen: "Va benissimo! Ora scusami, ma altrimenti farò tardi per il pranzo."

Gli lascio un piccolo bacio sulla guancia prima di uscire dall'aula e dirigermi verso casa.

Durante le due ore successive sono parecchio pensierosa, anche i miei genitori lo notano, ma non insistono sul sapere che cos'ho, fortunatamente. Non gli ho mai detto di Henry, dato che loro ci sono sempre poco a casa e non ne ho mai avuto occasione. Inoltre, prima di presentarglielo come "mio ragazzo" preferirei essere sicura al 100% di ciò che c'è tra noi.
Ad ogni modo, nel frattempo Henry mi ha scritto, dicendo che i ragazzi sono arrivati e posso andare quando voglio per conoscerli; gli ho risposto che sarei andata più tardi, prima volevo riposarmi un po'.

Il motivo per cui ero pensierosa, lo ammetto, è la ragazza a cui piaceva (e piace ancora?) Henry. Mi fido ciecamente di lui, e so che non mi tradirebbe mai, ma ho parlato un po' con Charlotte sulla strada verso casa. Mi ha detto di non preoccuparmi, ma mi ha comunque detto che i due hanno avuto un flirt. Nulla di serio però, soprattutto non in confronto alla storia mia e di Henry, quindi non ho nulla di cui preoccuparmi. Ripenso a queste parole mentre sono stesa sul letto a fissare il soffitto, perdendo la percezione del tempo.
Alla fine il riposo non dura molto e decido di andare da lui un po' prima rispetto all'orario che mi ero prefissata. Mentre mi preparo, però, i miei pensieri continuano a girare e io a riflettere.
Forse un po' sono gelosa di Henry in effetti. Ma è normale, guardatelo, chi non vorrebbe provarci con lui? Alla fine, credo si tratti solo di gelosia sana.

Infilo le scarpe e parto in skate, mandando ad Henry un messaggio per avvisarlo che sarei arrivata a breve.
Mentre vado, sono sfrontata, a testa alta e a poche decine di metri dalla meta, mi viene da pensare e mi chiedo cosa sto facendo. Non conosco Babe, non ha senso essere gelosa, ne fare tutto questo.
Sto sbagliando atteggiamento.
Mi ripropongo di ricominciare da capo, in primis con me stessa.

Mi fermo fuori dalla porta di casa del mio ragazzo e faccio un respiro profondo prima di suonare il campanello per avvisarlo del mio arrivo.
Mentre aspetto, sento le loro risate e poi dei passi che si avvicinano alla porta.
Non appena quest'ultima si apre, una testa bionda fa capolino con un sorrisone e non posso fare a meno di sorridere anche io.
Si fa da parte per lasciarmi entrare e, dopo aver appoggiato lo skate accanto al suo, vicino al caminetto, mi giro verso di lui, che nel frattempo ha chiuso la porta.
Prima che possa dire o fare qualcosa io per prima, è lui a prendermi e a baciarmi, guardandomi poi negli occhi. Vuole chiedermi se va tutto bene e forse anche rassicurarmi. Non sono sicura abbia già detto alle due ragazze di essere fidanzato, ma almeno così ha tolto tutti i dubbi. Ammetto che speravo facesse lui questa prima mossa, per non rischiare di passare per eccessivamente gelosa facendola io.
Nel frattempo i quattro ragazzi si sono avvicinati a noi ed Henry provvede facendo subito le presentazioni: Babe, Khenzy, Trip e Hudson.
E presenta me come "Jennifer, Jen, la mia ragazza".
Voglio evitare di apparire falsa o "tirata", quindi cerco solo di rilassarmi.
I ragazzi mi sono tutti e quattro simpaticissimi in realtà, anche se ammetto che Babe, nonostante le occhiatacce della sua amica, continua a trattarmi con distacco, freddezza.
Il motivo, a questo punto, appare palese anche se nessuno lo ha reso esplicito a parole: non sapeva che Henry non fosse più single.

Abbiamo comunque passato un bel pomeriggio tutti insieme, ma quando arriva il momento di andare e tornare a casa mia, inizio a non essere più così sicura di me.
Saluto Henry con un bacio, abbraccio gli altri, prendo lo skate ed esco.
Ormai è abbastanza buio fuori, di solito sono abituata a tornare prima. Con tutti i dubbi che ho poi, la strada mi sembra ancora più buia, ma penso che sia solo una sensazione.
A sistemare il tutto, ci pensa però Henry. Sa bene che non amo stare al buio, specie se per strada e da sola, e prima di chiudere la porta alle mie spalle, l'ultima cosa che mi dice è:

Hen: "Scrivimi quando arrivi a casa."

Mi sciolgo a sentire quelle parole, e non riesco a fare altro che sorridergli. Ammetto che non me lo sarei aspettata.
Ora la sua immagine si fa spazio tra le mie preoccupazioni: penso anche a lui per la strada, ma al tempo stesso non riesco a togliermi dalla testa il pensiero di questa ragazza arrivata come un fulmine a ciel sereno.

SPAZIO AUTRICE:

Spero che il capitolo vi sia piaciuto!
Se vi va, lasciate un commento e una stellina.
Cosa pensate succederà ora tra Babe e Jen e, soprattutto, tra Babe e Henry?
Al prossimo capitolo!

~Sera❤️

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⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 08 ⏰

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