- "Gabriel cosa ci fai qui?"- disse Sam vedendo il cardiologo seduto in modo scomposto, sulla poltroncina davanti la scrivania e con il muso lungo, come se fosse arrabbiato per qualcosa.
- "Dovrei chiederlo io a te, no Samuel?"- disse il dottor Novak, girandosi verso Sam, con gli occhi leggermente lucidi. Il più piccolo rispose con tono acido, di risentimento.
- "Scusami, ma quello che è nel mio ufficio senza nemmeno avermi chiesto il permesso di entrare, fino a prova contraria sei tu, quindi non vedo in quale modo dovrebbe interessarti il perchè io sia nel mio ufficio" - ma appena finì la frase, Sam si rese conto di aver reagito male e di aver risposto in modo troppo brusco e cercò di scusarsi, ma le parole non gli uscirono di bocca, così ci furono alcuni istanti di silenzio imbarazzante tra i due, perchè entrambi aspettavano una mossa dall'altro, che ahimè non arrivò.
Così preso dall'apparente odio verso il più piccolo, Gabriel iniziò ad annuire e a sogghignare istericamente, ma Sam non capì questa reazione e le parole gli uscirono spontaneamente dalla bocca - "Cosa trovi di così tanto divertente da ridermi in faccia, quando sei totalmente nel torto e nemmeno chiedi scusa?"- avrebbe voluto mordersi la lingua per come stava rispondendo, ma non riusciva a fermarsi, era stato ferito in qualche modo e l'unico rimedio era la vendetta: rispondere in modo scorbutico a qualsiasi approccio da parte di Gabriel.
Il maggiore, che aveva un carattere chiuso, prese questa "strigliata" come una cattiveria gratuita verso di sé, così decise di rispondere - "Non trovo niente di divertente, sai cosa ho capito invece da questa tua accusa? Che anche il solo pensare di un legame affettivo, di qualsiasi tipo, con te, è stato il più grande errore della mia vita, non merito questo trattamento solo perchè non sono bravo nell'esternare cosa voglio realmente e detto questo, possiamo tornare ai nostri turni e impegni giornalieri, dato che, vedo che sei impegnato con pazienti che ti diverti ad inventare, solo per evitarmi come se fossi la personificazione della peste."-
Era sul punto di piangere, lo sapeva, ma non avrebbe mai voluto farsi vedere in quel modo da Sam, così decise di tagliarla corta e lasciare la stanza, sbattendo la porta dietro di sé e accompagnando questo gesto, con un semplice - "Addio e buon lavoro".
Sam rimase destabilizzato da tutte quelle parole, che uscirono dalla bocca di Gabriel, come se fosse un fiume in piena che non riusciva a far rimanere le sue acque in quei margini, i quali erano stati costruiti con molta pazienza, solo per lui. Nella sua mente, iniziarono a riaffiorare tutte le frasi, che gli dissero nella sua vita: "Ma perchè non cerchi di cambiare, dato che non piaci a nessuno?", "Se cambiassi il tuo carattere, sicuramente molte più persone ti vorrebbero nella loro vita, no? É così semplice eppure non lo capisci.", "Ancora non lo capisci? IL PROBLEMA SEI TU."; ci volle un istante per far si che il viso di Sam, si bagnasse con delle lacrime, anche troppe per il giudizio di un dottore, che nemmeno conosceva così bene ma, perchè provava questo dolore così lancinante nel petto? "Cosa ti sta succedendo Sam?" si ripeteva tra sé e sé, mentre cercava di asciugare quelle lacrime, che non volevano saperne di smetterla di scendere così violentemente.
Preso dal completo panico, si accasciò contro la porta rimasta chiusa dopo l'uscita di Gabriel e iniziò a lasciarsi andare, perchè almeno sapeva di essere da solo e di non poter essere giudicato da nessuno per ciò che sentiva. Passarono alcune ore prima che Sam si riprendesse del tutto, ma finito l'episodio, si recò nel bagno dello studio a rinfrescare il viso, ma il suo sguardo cadde sul suo riflesso sullo specchio. "Sei stato bravo, sei riuscito a calmarti senza Dean, ora potrai farlo sempre, senza disturbarlo più", era solito parlare da solo, allo specchio soprattutto, perchè considerava se stesso, l'unica salvezza da tutto quello che aveva passato.
Uscito dal bagno, si bloccò a guardare la poltroncina davanti a lui e iniziò a rivivere quella scena di poche ore prima e iniziò a darsi dei colpi in testa, incolpando il cervello di tutti i suoi problemi, perchè anche essendo così perfetto, non era in grado di fargli dimenticare tutto ciò che gli provocava dolore, sia fisico che mentale. Alla fine riuscì a distogliere l'attenzione sull'accaduto e si concentrò sui veri pazienti, che aspettavano solo il loro medico per poter stare meglio, ma ovviamente, al cervello di Sam non poté scappare una riflessione, più che lecita, sulle parole di Gabriel: "pazienti che ti diverti ad inventare", perchè lo aveva detto? Sam non capiva, così spostò lo sguardo verso i fascicoli dei suoi pazienti e notò che non erano in ordine.
"Era per questo che se l'è presa così tanto?" pensò Sam tra sé e sé "Pensava che l'avessi fatto apposta per prenderlo in giro e ignorarlo? Ma si rende conto che il primo ad aver fatto un passo falso è stato lui? Forse è stata colpa mia, gli avrò dato motivo di pensare ciò...maledizione, ma perchè non riesco mai a farne una giusta", si passò le mani sulla faccia, fino a far indietreggiare i capelli e una lacrima iniziò a scendere nuovamente sulla sua guancia destra ma, improvvisamente si sentì bussare alla porta.
- "Chi è?" -
...
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Quanto conta il Cervello rispetto al Cuore?
RomanceSam Winchester è il primario in neurologia, mentre Gabriel Novak è il primario in cardiologia; riuscirà Gabriel ad arrivare al cuore del Dottor. Winchester?