*Buon sabato*
Nuovo capitolo, non vedo l'ora di sapere cosa ne pensate <3
Grazie, grazie, grazie come sempre per il vostro prezioso supporto. Non potete nemmeno immaginare quanto sia importante per me.
Al prossimo cap,
Un bacione grandissimo
°°°°°°°
Vicinanza
Per me la casa non è un posto. È una persona. E io sono finalmente a casa.
(Anonimo)♡
Beatrice
"Di cosa è morta?" indagai, dubbiosa e ansiosa di conoscere ogni risposta.
"Overdose." rivelò lui rimanendo in piedi, con una mano in tasca e il capo chino, lasciandomi scioccata e in balìa di innumerevoli domande, che si scatenarono nella mia mente come una diga distrutta da una piena improvvisa.
"L'ho trovata io, agonizzante, riversa sul pavimento del soggiorno..." aggiunse con voce strozzata, rotta da emozioni violente.
"Non sono riuscito a salvarla! Ho cercato di rianimarla, ho chiamato un'ambulanza, ma...non c'è stato nulla che potessi fare. È morta tra le mie braccia!" confessò, serrando la mascella, lo vidi deglutire a fatica e notai benissimo delle lacrime solcare il suo volto. "Si è uccisa con le sue mani perché questa vita le stava troppo stretta!"
"Ehi..." sussurrai, alzandomi e sfiorandogli una spalla. Lui mi abbracciò di slancio, lasciandomi esterrefatta e impietrita.
Le mie braccia rimasero paralizzate lungo i fianchi, e rimasi inchiodata lì, come se non avessi nemmeno la forza per ricambiare.
Respirai del suo profumo così particolare e familiare, l'avevo inspirato dentro di me così tante volte! Avvertii il suo mento collidere con la mia nuca, il suo volto nascosto tra i miei capelli...
La consistenza delle sue mani sulla mia pelle, la sensazione che avevo quando mi stringeva tra le sue braccia...
Ricordai ogni cosa. E mi piacque.
Scoprii che quella sensazione mi era mancata da morire, e dentro di me era come se lui avesse soddisfatto un bisogno che nemmeno pensavo di avere fino a quel momento.
Il bisogno di un abbraccio, del suo...
Mi aveva tranquillizzata e rassicurata così tante volte! Finalmente ero tornata per un istante a casa, casa mia...e adesso ne avvertivo tutta la sua meravigliosa essenza.
Dopo un po', lui si riebbe, si ritrasse sciogliendo l'abbraccio e si asciugò le lacrime con il dorso delle mani in fretta. Poi scosse la testa, con un sorriso incerto sulle labbra: "Oh cavolo, scusa...è l'abitudine."
Abitudine.
Sì, quando avevamo bisogno l'uno dell'altra nei nostri momenti fragili c'eravamo sempre, ci consolavamo a vicenda, anche se molte volte...Riccardo preferiva non darmi spiegazioni del suo malessere, parlava poco con me, a dire la verità con tutti...
Eccetto quella volta...
Quell'unica volta che anch'io non ero riuscita ad aprirmi del tutto con lui, in cui lui non mi aveva ascoltata, noi non c'eravamo più consolati a vicenda, perché non più in grado nemmeno di consolare noi stessi.
Dopo la morte di...
Beh, la mia vita mi aveva resa come un albero, rigida, composta, ma con radici in acque torbide. Acque piene di incertezze, da cui cercavo di non farmi sommergere e di trarre soltanto sollievo per continuare a sopravvivere!
STAI LEGGENDO
Guida Tu i miei passi
ChickLitBeatrice e Riccardo sono entrambi ancora molto giovani, soltanto venticinque anni, e ritengono già di sapere tutto, soprattutto che l'amore sia solo una stupida perdita di tempo e spreco di risorse. Sono sposati da...non vogliono ricordare nemmeno...