Le colpe di un padre

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*Buon sabato*
Questo è un capitolo speciale.
Ho cercato di mettermi nei panni di un padre, e non sono sicura di esserci riuscita...
In ogni caso, spero che il capitolo vi piaccia.
Fatemi sapere cosa ne pensate, e grazie per la vostra infinita pazienza nell'attendere un mio nuovo aggiornamento.

Siete meravigliosi,
Al prossimo capitolo.
Un bacione grandissimo

°°°°°

Le colpe di un padre



Gregorio

Ero accanto a mio figlio.

Esattamente dove volevo stare.

Una parte di me sarebbe voluta fuggire a dire il vero, e lo stava anche per fare, ma poi ero stato trattenuto dai miei figli.

Il richiamo del sangue era stato più forte, aveva prevalso, e aveva raggiunto l'apice in questa stanza.

Riccardo.

Il mio piccolo Riccardo forse aveva davvero ancora bisogno di me...del suo padre imperfetto, nonostante ormai fosse un uomo maturo e sposato.

Ricordavo quando era piccolo, quando era nato in una mattina di dicembre a ridosso del Natale...faceva un freddo cane, ma nei nostri cuori c'era così tanta gioia in grado di scaldarci. Era venuto alla luce il fratellino di Flavia, il primo maschietto della famiglia. Ricordavo quel giorno con così tanto affetto!

E Camilla, sua madre, era così raggiante. Lo stringeva in un modo così...materno!

Aveva i suoi stessi occhi, i suoi bellissimi occhi...

La mia Camilla. La sua bellissima, dolce e sensibile mamma.

Mi sistemai meglio sulla poltroncina accanto al suo letto.

Adesso l'ometto, che sgattaiolava via dal letto matrimoniale al mattino, per non essere visto da me, che non ero molto d'accordo e propenso sul farlo dormire con me e sua madre nel lettone, era cresciuto...e aveva affrontato da solo la perdita di un figlio.

Da quando me l'aveva detto, non riuscivo a darmi pace. Soprattutto adesso, che avevo compreso concretamente cosa significasse essere sul punto di perdere un figlio. E non solo, avevo finalmente visto e capito cosa significasse vedere una persona che amavi sul punto di morire tra le tue braccia.

Avevo affrontato la rabbia, il dolore, quel senso d'impotenza opprimente...

Tutti i miei classici ragionamenti da padre burbero e severo furono spenti in quel momento, messi del tutto a tacere. Quello era il momento di tirare fuori un po' d'affetto.

Se era finito qui...era soltanto colpa mia. Ero io il responsabile del suo violento attacco d'asma.

E forse, aveva ragione quando affermava che la colpa della morte di sua madre era anche mia.

Io non avevo insistito abbastanza, non le ero stato dietro, ma soltanto perché ero un uomo che non riusciva a vedere la donna che amava mentre si autodistruggeva, mentre si spegneva giorno dopo giorno.

Il mio modo di amare, quel massimo che potevo offrirle non era bastato, come non le era bastato l'amore per i suoi figli.

E avevo incolpato Riccardo di tutto. Per la sua somiglianza con lei, per essere stato proprio lui a provare a soccorrerla e non io...

Ero un codardo, non potevo non ammetterlo...ma la vita mi stava dando un'occasione per rimediare ai miei sbagli ed errori e non dovevo fare altro che coglierla. Non avrei mai amato come una persona sensibile e affettuosa era capace di fare, ma avrei continuato ad amare a modo mio sforzandomi di non pretendere troppo dai miei figli soltanto perché pensavo che non fossero capaci a badare a loro stessi.

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