Stare con te

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*Buonasera*
Non so in quale parte del mondo vi trovate, in questo momento, di certo posso dirvi che mi trovo in un paesino sperduto ma meraviglioso della Calabria dove attualmente ci sono circa 40 grandi e sembra piena estate, in pratica si suda stando anche fermi🤪 gente già va al mare 🌊 da un mese mentre ancora io non sono riuscita a fare un bagno...
Quindi...cercate di capirmi se il capitolo è breve🥺😅 tuttavia, preparatevi il prossimo sarà il penultimo...

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Stare con te




Beatrice

"Ehi, noi stiamo bene grazie al nonno. Gregorio ci ha salvati, amore. Ricordati di ringraziare tuo padre quando potrai e..." dissi infilandogli di nuovo la fede al dito. "Credo che da oggi la indosseremo insieme, nuovamente, perché io mi sento tua e solo tua e tu sei mio, per sempre. Basta perdere del tempo inutilmente, noi due ci apparteniamo. Ci siamo scelti già anni fa."

Riccardo annuì e guardò la sua mano sinistra, la fede scintillava al suo anulare, poi sorrise, seppur tristemente.

"Non posso credere di aver perso l'occasione di prendere a pugni quel malato di mente." affermò con voce roca, con una mano sulla maschera d'ossigeno che gli copriva metà del volto...

Aveva ripreso a respirare da solo. Era in ripresa, e gli attacchi d'asma sembravano essersi fermati, o meglio quando si manifestavano non erano più forti come prima, la nuova terapia stava funzionando.

Ringraziavo Dio per questo, assieme all'intelligenza e la sapienza che aveva donato ai medici che si stavano occupando di lui.

"Tuo padre non si è abbassato al livello di quel mostro, ha agito di classe..."

"Ah, stai dicendo che hai preferito essere tratta in salvo da mio padre piuttosto che da un malaticcio come me?"

Lo rimproverai con lo sguardo: "Amore, tu non sei malaticcio...ok? L'asma non ti rende inferiore a nessuno, anzi...direi che ti ha reso più forte con il tempo. Starai bene."

"Quindi devo proprio ringraziare mio padre? Se è successo tutto questo, lo dobbiamo a lui..." mi ricordò con un leggero tono di accusa.

Mi sistemai al suo fianco, accoccolandomi tra le sue braccia e posando una guancia contro una sua spalla: "Ha capito di aver sbagliato, questo mi basta. Certo, non cambierà i suoi modi, e magari tornerà ad essere quel freddo e burbero di sempre, ma...sarà comunque un po' diverso. Mentre stavi male, tuo padre è rimasto al tuo capezzale, non ti ha lasciato nemmeno per un attimo."

Riccardo corrugò la fronte, sembrava quasi che non credesse alle mie parole.

"Quando ho aperto gli occhi c'erano mio padre e tuo padre che conversavano come se si conoscessero da una vita..." disse, con sguardo vacuo.

Risi piano, davanti a quella rivelazione: "Roba da non credere, e mia madre ha fatto di peggio. Si sono coalizzati contro Edoardo Boccia. In pratica, non avrà via di scampo quel bastardo."

Un sorriso soddisfatto increspò le sue labbra, trovando spazio sul suo meraviglioso volto.

"Edoardo ha spifferato tutto, però." aggiunsi, seria. "Di tua madre...e della mia, includendo la faccenda fantasiosa con protagonista mio padre. Siamo su tutti i giornali e notiziari." annunciai, con tono di voce sommesso.

Lui annuì e provò ad alzarsi, per poggiare la schiena alla testiera del letto. Lo aiutai, inserendo dei cuscini per farlo stare più comodo.

"Di mia madre...non m'importa sinceramente, non devo vergognarmi della sua depressione che l'ha condotta alla morte." rispose un po' dispiaciuto e un po' sollevato. "Ma per quanto riguarda la questione di tuo padre, se sei d'accordo Bea, posso prendere anch'io le sue difese e quelle di tua madre."

Lo guardai con tutto l'amore che nutrivo per lui...immergendomi nei suoi occhi paradiso.

"Mi piacerebbe, amore. Ma adesso devi soltanto pensare a guarire. Alla difesa dei miei ci sta già pensando Gregorio, quindi grazie. Non conosco avvocato di cui possa fidarmi di più al momento, oltre il mio preferito ovviamente..." dissi, ammiccando...

"Tua madre..." scherzò lui, facendo finta di non capire.

"Certo come no..." sbottai, scuotendo la testa.

Lui rise piano, posando una mano sul mio ventre.

Sì, avevo rischiato di perdere il bambino per colpa di Edoardo, ma no...non l'avevo perso. C'era stata la possibilità di un distaccamento della placenta, ma grazie a Dio...il pericolo era scampato, adesso avevo soltanto bisogno di riposo e tranquillità assieme a mio marito.

Ero spaventata di come sarebbero potute andare le cose durante il corso delle udienze in tribunale, ma mi fidavo di mio suocero e della buona fede di mia madre e mio padre. Non c'era stato alcun errore da parte loro, avevano dichiarato sempre il vero...

Mio padre non era stato il responsabile della morte di quella donna, grazie a Dio.

"Gerome vorrebbe darci una mano, ma è anche amico della famiglia Boccia e preferisce non intromettersi in una faccenda come questa al ridosso della sua pensione." spiegai io, sconsolata.

"Certo, certo...sta per andare in pensione e non vuole schierarsi dalla parte di nessuno, ha anche ragione." ragionò mio marito, pensieroso.

"Inoltre, ha scelto Cassandra..." aggiunsi io, rimasta un po' sorpresa da tale sua scelta, ma dopo quanto accaduto tra i suoi restanti avvocati praticanti, beh...la sua scelta avrei dovuto aspettarmela.

"Come?" sbottò Riccardo, strabuzzando gli occhi.

"Sì, il miglior studio legale di questa città, sarà di Cassandra." Canzonai, allegra. Dopotutto ero felice per lei, lo meritava davvero.

"Wow...sono contento." Concordò lui, sorridendo. "Cassandra è una brava ragazza, un avvocato in gamba."

"Mmm...se non altro, in questo modo tu potrai intraprendere gli studi che hai sempre desiderato, mentre io potrò collaborare con tua sorella e unire lo studio legale di mia madre a quello di tuo padre."

Riccardo rimase di stucco davanti a quelle mie ultime parole: "Che stai dicendo?" balbettò confuso, incredulo.

"Sì, tuo padre...beh, ha scelto così, e mia madre s'è trovata d'accordo. Voglio dire, c'era bisogno di unire le nostre forze. Inoltre, il nostro studio legale di famiglia sarà un ottimo avversario contro il vecchio studio di Gerome."

"Mio padre...ha detto così?" farfugliò sconcertato.

"C'era bisogno di una ventata d'aria fresca e di qualche cambiamento. E poi, Cesare sceglierà l'università che vorrà, quindi mi sembrava giusto lasciare direttamente la gestione dello studio legale nelle mani di tua sorella Flavia, da solo sono ormai troppo vecchio per farcela." aggiunse Gregorio, avvicinandosi a noi. "E sono sicuro che con l'aiuto della famiglia Visconti, saremo gli avvocati più ricercati della città. Non me ne voglia la nuova proprietaria dello studio di Gerome."

Schizzai in piedi non appena lo vidi, e conoscendo il suo desiderio di voler parlare in privato con suo figlio, capii che era arrivato il momento di congedarmi: "Vi lascio soli, vado a prendere qualcosa da bere. Dovete parlare un po'. Amore, se hai bisogno sono qui fuori."

Riccardo annuì, ma non aveva occhi che per il padre, che stava prendendo posto accanto lui.

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