A metà maggio avevo già iniziato a trascorrere con Alexander e con David quasi tutto il giorno.
Un pomeriggio mi ero seduta sul pavimento della cameretta di Alex per leggergli una favola che raccontava le vicissitudini di una famigliola di gattini. Accoccolato fra le mie gambe, con la testolina poggiata sul mio seno e le manine aggrappate ai miei polsi, ascoltava rapito la mia voce che sapevo anche troppo melodiosa, osservando incantato le figure colorate del libro.
Percepii la presenza di David alle mie spalle e voltai la testa verso la porta.
Era appoggiato allo stipite di legno, indossava una maglietta azzurra sopra i jeans scuri che disegnavano i suoi fianchi e le sue gambe in modo irresistibilmente sensuale, e portava il camice da dottore sul quale spiccavano colorate impronte di manine e piedini, quelli di Alex. Mi aveva raccontato che quello era stato il regalo per la prima Festa del Papà che avevano festeggiato, un'idea che Elena aveva realizzato con la collaborazione di un piccolissimo Alexander. Lo indossava sempre in studio. Riteneva fosse molto meno indisponente per i suoi piccoli pazienti, rispetto al tradizionale e asettico camice bianco.
Aveva un buon odore, come sempre, e, come sempre, averlo accanto stuzzicava tutti i miei sensi. In quelle due settimane di coesistenza con lui avevo dovuto esercitare il mio autocontrollo come non mi era mai accaduto prima!
"Non volevo interromperti"
Entrò nella stanza e si sedette in terra, accanto a noi.
Alexander sorrise e si arrampicò subito tra le sue braccia.
"Ciao Cucciolo! Ti diverti con Niky?"
"Tì tì"
Il bimbo gli rispose assentendo in modo buffo con la testolina coperta di folti capelli.
"Per oggi ho finito.
Che ne dite se andiamo a fare una passeggiata al centro commerciale? Ci prendiamo un gelato e poi facciamo qualche giro sulle giostrine?"
Alexander fu entusiasta della proposta e si lanciò verso la porta di casa.
"Aspetta, Alex! Devi vestirti"
Lo richiamai sollevandomi in ginocchio nello stesso istante in cui David si sporse in avanti per alzarsi.
Il mio volto si ritrovò a brevissima distanza dalla pelle calda e profumata della sua clavicola e lui, imbarazzato, poggiò le mani sulle mie braccia gelate.
Sollevai lo sguardo verso il suo volto, così vicino al mio. I suoi occhi riempirono il mio orizzonte di un blu elettrico che mi stordì e trattenni il respiro.
Mi sentii avvolgere dal suo calore e percepii il suo desiderio mescolarsi col mio.
Alex urlò, richiamandoci dal salone.
Sentire la sua voce mi riportò pienamente padrona di me stessa.
Mi allontanai da David alzandomi rapida e lo lasciai seduto in terra, confuso e ammaliato.
Borbottò delle scuse, alzandosi, senza osare avvicinarsi di nuovo.
L'unica cosa che fui in grado di fare fu sorridergli piena di rimpianto, prima di spostarmi verso il salone per recuperare Alex e vestirlo.
Quando, pochi minuti dopo, ci trovammo davanti alla porta, pronti per uscire, David non ricordava nulla del piccolo incidente avvenuto poco prima. In modo del tutto inconsapevole, aveva ripreso a mantenere una prudente distanza da me, sebbene, quando gli passai accanto, nel tenerci la porta di casa aperta, mi scoccò un'occhiata intensa che pareva volermi dire molte cose alle quali, tuttavia, rinunciò con un sorriso incerto.
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Davide e Nicola. Oscuro Risveglio
VampireCosa faresti se scoprissi che la donna di cui ti stai innamorando nasconde inquietanti segreti? Cosa saresti disposto a fare per salvare l'esistenza di coloro che ami? La vita di David, medico pediatra, precipita in un limbo quando sua moglie muore...