13 aprile.
La primavera era iniziata da poche settimane. I raggi del sole del tardo pomeriggio ci scaldavano, seduti al solito tavolino. Era diventato un appuntamento abituale, ritrovarci lì per un caffè, ammirare la variopinta ed entusiasmante vitalità di quella Piazza così quotidiana.
Mi piaceva quel luogo, quella Piazza rettangolare dal selciato irregolare in porfido, i portici ombreggiati dalle volte ad arco che parlavano di antichi traffici commerciali, l'alta Torre dalla quale, nelle giornate più limpide, si riusciva ad ammirare il paesaggio fino alla Valle del Fiume.
Era stata una piacevole sorpresa, la prima volta che vi avevo messo piede.
Trovarmi lì, ascoltare i sussurri di quel luogo mi dava l'impressione di trovarmi un po' a casa. Che poi... casa? Difficile per noi sentirci a casa, vagabondi erranti da sempre. Anche se io potevo ancora dire di averne una! Il Palazzo nelle cui stanze tutto aveva avuto inizio.
"Sapete una cosa?"
Justine poggiò il volto sui palmi delle mani con uno sbuffo annoiato e spiò la mia reazione al suo richiamo.
"Credo di iniziare a sentirmi stufa di questo borgo"
Guardandola, era impossibile restare indifferenti alla sua provocante bellezza.
"Ma chérie!? Êtes-vous déjà ennuyé?!
Non è molto che abbiamo deciso di abbandonarci all'eccitante vita contemplativa della piccola provincia"
Philippe, ancora incapace di nascondere quel suo antico accento francese, ridacchiò da solo della propria ironia.
"Vero! Tuttavia, adesso, comincia a stufarmi"
La osservai accompagnare il suo sospiro con il gesto lezioso di scostarsi dal volto un boccolo nero tanto lucente da sembrare di ossidiana. Si allungò sulla sedia, mettendo in mostra le lunghe gambe avvolte da un sottile pantalone di lino bianco, e i suoi occhi di ambra liquida si posarono civettuoli sul volto spazientito di Philippe.
"La piccola provincia o la vita contemplativa?"
Mi voltai verso Lucius che sedeva accanto a me, con la schiena poggiata contro la sedia e gli occhiali scuri calati sugli occhi.
Tra noi era il più anziano, ma non per questo il tempo era stato severo con lui! Era identico a quel primo istante in cui l'avevo incontrato, altissimo, per la mia bassa statura, affascinante, con i folti capelli corvini che, a causa mia, si erano striati d'argento. Il suo sguardo era capace di piegare l'acciaio.
Si accorse che lo stavo fissando e parve intuire i miei pensieri; mi rivolse uno di quei suoi sorrisi che incantavano il mio cuore.
Justine si portò un dito alle labbra cremisi.
"Mhmm... forse entrambe"
"Enfant terrible!"
"Perché Philippe? Tu non sei d'accordo come me?"
"Per me è indifferente dove cadono i miei occhi!
D'accordo con te... le serate qui sono sempre poco... stimolanti ma, mon Dieu, Milano è qua accanto!"
"Milano?" inarcò intrigata un sottile sopracciglio "Io stavo pensando più in grande, Mon Petit!
Parigi!"
L'espressione di Philippe si riempì di stizza e il suo sottile sopracciglio biondo cenere si arcuò come una freccia acuminata.
"Bien sûr, Jigì! Perché non Marsiglia, alors?"
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Davide e Nicola. Oscuro Risveglio
VampireCosa faresti se scoprissi che la donna di cui ti stai innamorando nasconde inquietanti segreti? Cosa saresti disposto a fare per salvare l'esistenza di coloro che ami? La vita di David, medico pediatra, precipita in un limbo quando sua moglie muore...